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Jackie Morris è l’artista di gran talento a cui si devono le nuove bellissime copertine che adesso adornano tutte le edizioni economiche dei libri di Robin Hobb, e l’ultima cartonata, Il custode del drago. Lavora in un — nuovo — studio nella campagna gallese dove vive con la sua famiglia e un gran numero di gatti fulvi. Abbiamo chiesto a Jackie di scrivere per noi un piccolo pezzo sul leggere i libri e insieme lavorare alle copertine, e questo è quanto ha detto…


“C’è stato un momento in cui la vita mi ha presentato in dono il più meraviglioso dei lavori. Un paio di anni fa ero distratta nel mio lavoro, non riuscivo a mettermi a disegnare, ed ero persa nei romanzi dei Mercanti di Borgomago di Robin Hobb. Mi erano stati consigliati da qualcuno che apprezzava i miei lavori e pensava che mi sarebbero piaciuti. Li avevo ordinati un po’ assillata dai dubbi. Raramente cercavo gli scaffali fantasy nelle librerie, pur amando Narnia e La bussola d’oro, La leggenda di Otori, Cuore d’inchiostro, etc. Quando arrivarono i volumi per posta, scoprii che essi mi prendevano come nessun altro libro da quando ero bambina, assorbendo completamente il mio tempo. Immaginate ora la mia gioia quando ricevetti una email da un editor dell’HarperCollins che mi chiedeva se fossi interessata a rinnovare la copertina di alcuni romanzi fantasy. Inviai una pronta risposta: ‘Solo se sono di Robin Hobb.’

E in realtà non solo I Mercanti, ma anche la trilogia dei Lungavista, la trilogia dell’Uomo ambrato e Il figlio soldato. Adesso non sono più distratta nel mio lavoro dai libri, ma sono diventati essi stessi il mio lavoro. Un insieme di libri arrivava nella posta e tutto ciò che dovevo fare io era leggerli tutti e venirmene fuori con un progetto per le immagini di copertina. Gioia e tripudio.

Cominciai dall’inizio e presto mi innamorai di Fitz, e ancor più di Occhi-di-notte. Le storie mi portavano via, i personaggi erano intensi, cambiavano e crescevano e si evolvevano col succedersi degli eventi nelle loro vite. Robin Hobb poteva farti amare e odiare e poi amare di nuovo un personaggio. Essi erano fragili nella loro umanità, imparavano dai loro errori, crescevano, erano umani. Lei possiede il raro dono di prendere carta e inchiostro e farne carne e sangue, creando persone vere usando 26 astratte lettere dell’alfabeto. Il mio unico problema era sottrarre il libro successivo dalle mani di mio figlio. Legge più velocemente di me, ma voleva tornare indietro a leggere e rileggere i libri.

E ora, le copertine. L’incarico era di creare qualcosa di iconico. Jane e Emma, gli editor, avevano visto un lavoro che avevo fatto di lepri con foglie dorate e volevano un immagine con quel tipo di semplicità, così la sfida era catturare qualcosa da ciascun libro. La seconda copertina dei libri dell’Assassino fu facile. Non poteva che essere Occhi-di-notte. Fu facile anche la terza, poiché doveva essere Veritas nelle sembianze di un drago, e per la prima scelsi il cervo di Castelcervo. Sembra facile, ma cercare di disegnare Occhi-di-notte, provare a catturare qualcosa della sua essenza, della sua anima — questo era ben altro problema. Doveva esserci molto spazio per la parte tipografica. In origine, lo sfondo doveva essere un acquerello, ma all’epoca ero innamorata non solo dei libri, ma anche della foglia d’oro e scoprii che poteva assumere varie sfumature. C’era oro giallo e oro rosso e oro grigio e bianco, oro verde e Vittoriano e Palladiano, tutti con tinte leggermente differenti. Allora Jane fece richiesta al settore artistico ed essi realizzarono un inchiostro che imitava l’aspetto della foglia, e così ottenemmo uno stile per la facciata delle serie.

Mandai gli schizzi. Alcuni furono approvati a su altri mi dovetti rimettere a lavoro. Vivacia fu uno dei più difficili poiché la si sarebbe persa raffigurando l’intera nave, ma il primo piano della polena per me non funzionava. Di solito quando leggo ho immagini che mi scorrono per la testa, ma compresi quando giunse il momento di disegnarla che non avevo idea se Vivacia fosse vestita o nuda.

Per creare ciascuna copertina volevo prima leggere ogni gruppo di tre libri e poi produrre piccoli schizzi di immagini in miniatura nel mio quaderno dei bozzetti. Li avrei fotografati e mandati via email a Jane e Emma e dopo, una volta ottenuto il loro via libera, avevo intenzione di stendere tre fogli di carta. Per ogni copertina lavoravo tre volte la grandezza del libro finito e lasciavo spazio sopra e sotto per la parte tipografica. Ogni parte era una sorta di meditazione. Le immagini, ingannevolmente semplici a vedersi, sono così difficili da realizzare. Avrei cominciato disegnando l’immagine centrale e colorandola. Uso colori ad acqua. Avevo poi intenzione di coprire lo sfondo con un acquerello, di colori differenti poiché volevo che esso trasparisse negli interstizi della foglia d’oro. Questa è sempre una fase orribile del disegno. Una volta asciutto l’acquerello, avrei fissato le parti che sarebbero state dorate con una colla acrilica e poi lasciato asciugare per un po’; dopo avrei tirato fuori la foglia d’oro e il brunitore, e applicato la foglia, oro verde per Il viaggio dell’assassino, oro rosso per L’assassino di corte e bianco per L’apprendista assassino. Penso di aver fatto almeno tre tentativi su Occhi-di-notte prima di ottenere qualcosa di cui fossi quasi felice.

I libri mi sarebbero stati mandati man mano che ogni serie veniva completata. Sembravano oggetti preziosi nel loro inchiostro dorato. Quando vado in libreria spesso hanno l’intero gruppo di dodici libri sugli scaffali, tutti insieme. Di solito, quando finisco un lavoro evito di guardarlo troppo da presso, ma queste copertine balzano subito agli occhi, cosa che — dopo tutto — è lo scopo di una copertina.

È stato un grande privilegio lavorare su questi libri, e adesso ce ne sono altri due! Il custode del drago mi ha riportato in un mondo che ho amato, ed è stato come rincontrare vecchi amici dopo una lunga separazione. Ogni pezzettino è bello come e più dei libri precedenti, pieno di personaggi mai del tutto malvagi, né completamente buoni. Canaglie ed eroi. Robin Hobb è una scrittrice meravigliosa e coraggiosa, e i suoi libri mi ricordano il motivo per cui amo leggere.”

Ulteriori informazioni su Jackie, i suoi lavori come illustratrice e autrice e i suoi amati gatti fulvi, possono trovarsi qui.

Voyager UK’s Blog | Hobb Cover Art
traduzione di Marco “Umbra” Longobardo
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