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Lo pseudonimo di Megan Lindholm fu adottato a partire dal 1971. Prima di quell’anno, la nostra Margaret aveva per lo più scritto articoli giornalistici per i quotidiani locali e racconti per bambini per le riviste commerciali, oltre che poesie e storie brevi da sottoporre agli editori di piccole riviste letterarie. Queste esperienze costituirono il suo lunghissimo apprendistato come scrittrice. Fondamentali per la sua formazione furono naturalmente anche le sue letture giovanili: fra gli autori che più la influenzarono lasciando un segno profondo sul suo lavoro Margaret ama ricordare Rudyard Kipling, Louisa May Alcott, Walter Farley, T.H. White e Fritz Leiber.

Fu alla fine degli anni ’70 che le sue storie fantasy e di fantascienza approdarono sulle riviste specializzate. Bones for Dulath fu la prima opera fantasy pubblicata come Megan Lindholm. La raccolta AMAZONS!, a cura di Jessica Amanda Salmonson, venne pubblicata da Daw e si aggiudicò il World Fantasy Award for Year’s Best Anthology. Questo racconto segnò anche la prima comparsa di Ki e Vandien, due personaggi con cui l’autrice ebbe un sodalizio profondo e duraturo.

Dice la Lindholm: “Quando cominciai a scrivere fantasy, avevo in mente obiettivi ben precisi. Uno di questi era di divertire me stessa e il mio pubblico. Un altro era quello di scrivere fantasy tradizionali, in perfetto stile Swords and Sorcery. Volevo parlare di eroi della vita di tutti i giorni destinati a salvare il mondo. Piuttosto che di barbari nerboruti o di potentissimi stregoni, volevo scrivere di gente più o meno ordinaria coinvolta in situazioni straordinarie.” Scrisse diverse storie e ben quattro libri su Ki e Vandien, centrando in pieno i suoi obiettivi. A Harpy’s Flight seguirono immediatamente The Windsingers e The Limbreth Gate.

Con Wizard of the Pigeons, la Lindholm volle cimentarsi nuovamente in un fantasy. Chi aveva detto che la magia esiste solo in epoche e in mondi diversi dal nostro? Gli eroi delle fiabe lette da bambina erano persone ordinarie che vivevano in tempi ordinari, come il giovane campagnolo Jack della favola dei fagioli magici. Allora, perché una fiaba o un fantasy non potevano svolgersi nel mondo contemporaneo? Scelse di ambientare la sua storia a Seattle e creò l’eroe più improbabile che riuscisse a immaginare, un ex veterano del Vietnam di nome Wizard, leggermente folle e abituato a vivere in mezzo alla strada. “Amo ancora questo personaggio, e conservo ancora bei ricordi delle ricerche svolte per scrivere questo libro,” confessa la Lindholm. “Andai a Seattle e feci tutte quelle cose ‘da turista’ che uno generalmente non fa nella propria città, come le visite guidate e la partecipazione a lezioni e conferenze. Ma trascorsi anche molto tempo seduta sulla panchina di un parco, a distribuire popcorn ai piccioni, semplicemente a osservare e ad ascoltare la città. Se stai seduto in silenzio, le persone più incredibili verranno da te e ti racconteranno storie straordinarie su sé stessi e sulle loro vite. Penso che il lavoro di ricerca fatto per Wizard of the Pigeons sia stato una delle esperienze più gratificanti della mia esistenza.”

Dopo un breve ritorno nel mondo di Ki e Vandien (con The Luck of the Wheels), la Lindholm scrisse un fantasy semistorico in due parti. The Reindeer People e Wolf’s Brother furono ambientati in un mondo molto vicino alla cultura lappone, con l’aggiunta di elementi tipici della magia sciamanica dei nativi nord-americani. Il salto successivo fu la stesura di un fantasy contemporaneo estremamente introspettivo, che intitolò Cloven Hooves. Dopo, si dedicò alla fantascienza scrivendo Alien Earth. Contemporaneamente, la Lindholm collaborò con Steven Brust per il romanzo The Gypsy. E, strano a dirsi, il pezzo di carta da cui poi sarebbe nata la trilogia dei Lungavista di Robin Hobb era già finito nel cassetto della sua scrivania.

Quella di assumere un altro pseudonimo fu una scelta obbligata. “Quando cominciai a scrivere L’apprendista assassino,” spiega su meganlindholm.com, “compresi di essere al lavoro su qualcosa di diverso, di essermi avventurata in un territorio sconosciuto a Megan Lindholm.” E aggiunge: “Un nuovo pseudonimo mi avrebbe consentito di tenere ben separati i due stili. Scelsi appositamente un nome androgino perché I Lungavista avevano un io narrante maschile.”
Da quando è nata Robin Hobb, Margaret non ha più pubblicato col nome di Megan Lindholm. Ha però continuato a scrivere storie brevi quali The Fifth Squashed Cat, Strays, Cut, Mother of Fey e Grace Notes. Ci sarebbe in cantiere un nuovo romanzo, ma al momento il progetto è fermo. “Ho la sensazione che manchi ancora qualche elemento,” rivela sul suo sito ufficiale, “che ci sia forse un personaggio ancora non ben inserito sulla scena. Talvolta la sola cosa che uno scrittore può fare è attendere che la storia gli si sveli per intero. Ed è proprio ciò che sto facendo io.”

I romanzi e le storie di Megan Lindholm sono fuori catalogo negli Stati Uniti, mentre nel Regno Unito sono stati ristampati di recente; in Italia sono stati tradotti e pubblicati tre soli racconti, Ossa per DulathLa dama d’argento e l’uomo di mezza età e Vecchia vernice.
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