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Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Versione stampabile

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Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Umbra - 13-09-2013

Buongiorno ragazzi! Ecco qui l'intervista che ho realizzato il 7 settembre 2013 a Bologna con Terry Brooks, grazie al supporto tecnico di Wintrow e alla presenza di alcuni di voi. Tutto lo staff Blood Memories ringrazia la case editrice Mondadori (e le dott.sse Anna da Re ed Elisa Martini in particolare) per la disponibilità dimostrataci. Alla fine dell'intervista, come sempre, una domanda sulla nostra Robin Hobb.

Contiene spoiler dove segnalati

BLOOD MEMORIES INTERVISTA TERRY BROOKS

1. I Guardiani di Faerie, appena uscito in Italia, è dedicato ancora una volta a Judine. Ci spieghi come tua moglie riesce a influenzare la tua attività di scrittore, la tua carriera?

TB: Judine è la persona che mi mantiene con i piedi per terra ed in equilibrio: senza di lei non avrei una meta ben precisa. Lei è la persona che bada ai piccoli dettagli che, se non controllati, manderebbero in pezzi la mia vita. Lei è la persona che mi incoraggia quando ho bisogno di incoraggiamento, e mi critica quando ho bisogno di critiche. E poi è la mia prima lettrice.

2. Ti posso garantire che i fan italiani amano Judine quanto amano te, per tutto questo! Sempre ne I Guardiani di Faerie
Spoiler Primo Re e I Guardiani di Faerie [leggi]


TB: Non lo so, francamente, non ricordo più cosa scrissi all’epoca: non ricordo chi usa il Sonno dei Druidi e chi no. Possiamo dire che c’è stata un’evoluzione, ecco.

3. Ho letto Witch Wraith ed è stato un colpo, il tuo libro più cattivo di sempre, come in parte ammetti nell'"Ask Terry" di Luglio.

TB: Lo è, lo è davvero...

Ho solo una domanda: quando lascerai in pace
Witch Wraith [leggi]


TB: No, lei non merita niente di diverso da quello che ho deciso dovesse accaderle. Il cuore del ragionamento è che stavo esplorando la tematica del peccato e redenzione, bisogna tenerlo ben a mente. Si può essere perdonati per tutto nella vita? Il perdono può sanare le peggiori atrocità? Per ben nove libri ho studiato la questione e ho scritto giù ciò che credevo: la vita di
Witch Wraith [leggi]
è l’esempio tipico di qualcuno che all’inizio ricopre un certo ruolo e passa poi attraverso differenti stadi finché non raggiunge qualcosa simile alla pace. Ma alla fine, è perduta per un’ultima volta.


Un destino terribile, ero turbato.

Lo ero anche io mentre scrivevo.

4. Di recente hai scritto anche tre racconti. In passato avevi detto che non ti sentivi portato per questo genere: cosa è cambiato?

TB: Ancora oggi non sono bravo con i racconti! La casa editrice mi ha però chiesto di scrivere racconti come parte di uno sforzo più grande per migliorare le vendite dei miei libri in formato elettronico, e per creare un legame più saldo con le persone che comprano ebooks. Così ho scritto i tre racconti, e vedrò come andranno le cose. Li ho scritti e forse a breve ne scriverò altri.

5. Facciamo un passo indietro. Nella trilogia de Il Viaggio della Jerle Shannara alcuni personaggi
Il viaggio della jerle shannara [leggi]
Avevi in mente il dibattito sull'eutanasia e sull'alimentazione forzata in caso di stato vegetativo? Io ho pensato subito a quello...


TB: No, non pensavo a queste cose mentre scrivevo quelle pagine, non mi sono mai soffermato su queste tematiche. Trovo molto interessante questo tuo paragone, capisco perché hai pensato a queste cose, ma io non le avevo per nulla in mente. Pertanto, onestamente, devo risponderti di no.

6. Fra i tuoi personaggi più riusciti ci sono diversi veggenti. Perché tutti loro, irrimediabilmente, da Eowen all'Addershag a Ryer a Vree sono profondamente infelici? Conoscere il futuro non è un bene?

TB: Be’, no, se possiamo credere alla storia di Cassandra. La mia esperienza con i veggenti è che ciò che loro sanno riesce sempre in qualche maniera da loro non prevista a ritorcersi contro di loro, ad esempio prevedendo il futuro sbagliato, perché la loro vista non è chiara. Per me la preveggenza è come una maledizione: puoi prevedere tutto il futuro che vuoi, ma non saprai mai le ripercussioni che avrà su di te.

7. Un paio di anni fa, a Lucca, hai affermato di non essere un innovatore, ma che la tua opera si inserisce nel solco di quella di Tolkien. A quarant'anni dalla morte del Maestro, come vivi il continuo raffronto fra voi due? Lo hai mai incontrato quando era ancora in vita o al Perno dell'Ade?

TB: Credo che oggi nessuno più faccia paragoni fra me e Tolkien. No, non ho mai sentito cose simili. Credo che dopo 35 libri e tutto il resto un simile paragone non ha nessun rilievo. Oggigiorno sento queste cose solo quando qualcuno dice di avere letto prima Tolkien e poi me o prima me e poi Tolkien. Nessuno ci paragona per altri motivi, anche se ovviamente da un certo punto di vista tutti i libri [fantasy] sono simili a quelli di Tolkien. Solo questo. Molti giovani nemmeno pensano che Tolkien abbia scritto libri, credono che abbia fatto solo film, e questo è davvero inquietante e triste.

8. Secondo me sei stato un innovatore, soprattutto con la Trilogia del Verbo e del Vuoto. Hai inserito temi sociali come la perdita del lavoro, la droga e la povertà nelle tue storie. Ti ho amato tantissimo per questo. Pensi mai a ripetere l'esperimento?

TB: Francamente non lo so. Non pianifico mai cosa fare dopo, mi concentro su quello che scrivo in un dato momento. I temi che hai citato meriterebbero che io scrivessi ancora su di essi, ma in questo momento non so proprio dirti nulla di più preciso.

9. Come sai, questa intervista verrà pubblicata sul fansite italiano di Robin Hobb, Blood Memories. A Lucca ci hai detto che siete amici e vi conoscete da tanto tempo: qual è l'episodio più buffo che ti viene in mente pensando a lei?

TB: È un’ottima amica, ma storie su di lei? Fa una vita così tranquilla! Ho cenato con lei giusto un mese fa, e ti assicuro che è stata una serata molto tranquilla e ordinaria. Mi piace moltissimo il suo stile, è una scrittrice che tiene un basso profilo, non va molto in giro, ma si dedica molto alla scrittura. È una persona tranquilla. Io amo le sue storie, ma lei non vive in una di queste.

* * * * *


Potete commentare il miniraduno BM che si è svolto a Bologna in occasione dell'incontro con Brooks in questa discussione, qui di seguito Occhiolino


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Tintaglia - 13-09-2013

Credo che le abbia fatto un complimento immenso. Smile


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Althea - 13-09-2013

Bellissima intervista! Clap Clap Grazie a te e a chi ha collaborato Inchin Occhiolino


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - The Fool - 13-09-2013

Grazie alla Mondadori, grazie alla disponibilità immensa di Terry Brooks, e grazie a te e ad Alessandro per aver realizzato questa nuova intervista.
Ottimo lavoro, proprio come c'era da aspettarsi.


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Seregil - 13-09-2013

Io c'ero e non posso che aggiungermi ai complimenti degli altri, tu e Ale siete stati bravissimi Clap Clap
Stavo pensando che magari, se siete d'accordo, potremmo scrivere a nome del forum un messaggio sul sito di Terry in cui lo ringraziamo per la disponibilità e gli diciamo quanto ci ha fatto piacere incontrarlo a Bologna.
Fortuna nell'ombra
Ser


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Coligne - 13-09-2013

(13-09-2013, 12:10)Tintaglia Ha scritto:  Credo che le abbia fatto un complimento immenso. Smile

Davvero.

E, grazie Marco per avergli girato il mio quesito. Purtroppo la risposta non è quella che speravo, ma vabbeh... Unsure


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Umbra - 13-09-2013

Troppo buoni, ragazzi Inchin

In realtà è stata una giornata così bella e in compagnia così piacevole che il merito è vostro e non mio Occhiolino


marco


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Ambra - 17-09-2013

Grazie a Marco e Alessandro per il loro preziosissimo lavoro!

Rimpiango ancora di non essere stata dei vostri quel giorno, ma vi ho sentiti tutti per telefono ed è stato fantastico! Clap Clap

Piuttosto, nessuno che posta una mini-cronaca della giornata e del tempo che avete trascorso insieme? Occhiolino


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Wintrow - 17-09-2013

Ci penso io a scrivere una mini cronaca! ^^

E grazie per i complimenti, ma in realtà ha fatto tutto Marco! Unsure

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*EDIT By Wintrow - RESOCONTO DEL RADUNO*

Bologna, 7 settembre 2013. Anzi, Reggio Emilia. Si, perché la mia avventura personale è iniziata a Reggio Emilia. Ore 11:36. No, 11:50. Si, perché Seregil doveva arrivare alle 11:36 ma, come per ogni raduno che si rispetti, il treno era in ritardo. Sferragliando e sbuffando, finalmente il convoglio si ferma e dai vagoni scende una moltitudine di gente. Ma Seregil dove diavolo sarà? Lo smartphone cominciò a squillarmi: era proprio Seregil. Ma dove sei? Sei scesa? Si, sono scesa, mi dice lei. Guarda, continua, sto agitando la manina! Mi vedi? Io mi sono guardato intorno finché, al di là di una moltitudine di teste umane, ho visto la manina di Seregil che si agitava forsennatamente. Dopo esserci trovati ci siamo recati alla mia macchina e nel giro di pochi minuti ci siamo immessi nell’autostrada, direzione Bologna.

Nel frattempo arrivavano notizie dagli altri partecipanti: Umbra era già in giro per Bologna, Campanellino e consorte (vi svelerò più avanti il suo nome, ma ora lo chiameremo Signor Campanellino) invece erano bloccati nel traffico a circa 40 Km dal capoluogo emiliano.

Io e Seregil intanto sfrecciavamo sui 100 all’ora a bordo della Wintromobile (suona meglio senza la seconda “w”) e quando siamo usciti dal casello ci siamo messi di nuovo in contatto con Campanellino. Lei era arrivata e, assieme al maritozzo, avevano parcheggiato l’auto praticamente dalla parte opposta della città rispetto a dove mi trovavo in quel momento. D’altra parte arrivavamo da direzioni opposte. Senza perdermi d’animo ho circumnavigato il centro storico di Bologna fino ad arrivare a Porta Maggiore (conosciuta anche come Porta Mazzini) dove ho posteggiato la mia Wintromobile a poca distanza dall’auto di Campanellino. D’altronde abbiamo pagato la sosta una bazzecola (rispetto a quanto avevo preventivato) quindi la circumnavigazione è stata una pena che ho sopportato volentieri.
Detto questo abbiamo chiamato Umbra e ci siamo dati appuntamento di li a breve in Piazza Grande. Quando siamo arrivati nella piazza più famosa di Bologna è intercorsa una nuova telefonata fra me e Umbra che è stata a dir poco surreale (quello che segue è una versione approssimativa del dialogo).

W: “Ciao, siamo arrivati in Piazza Grande. Dove sei?”
U: “Anche io sono in Piazza Grande. Voi dove siete?”
W: “Noi siamo in piedi, accanto ai tavoli del bar che sono sul lato della piazza!” (Non essendoci altri tavoli, avevo scelto il punto di riferimento migliore che potesse esserci.)
U: “Io sono in Piazza Grande, davanti alla Fontana del Nettuno, ma giuro che non ci sono tavoli!”
W: “Opporcamiseria, ma io non vedo nessuna fontana! I tavoli comunque devono esserci per forza, sono apparecchiati in rosa, dal lato opposto rispetto alla chiesa”
U: “Io vedo la chiesa ma non i tavoli!”

Morale della storia, Umbra era nella parte di Piazza Grande dove c’è la Fontana del Nettuno che era invisibile da dove ci trovavamo noi. Viceversa, i tavoli da bar apparecchiati in rosa erano invisibili da dove si trovava lui.
Comunque dopo esserci trovati e salutati ci siamo incamminati per Via degli Orefici. Dopo pochi passi ci siamo imbattuti nella versione bolognese di Eataly. Per chi non lo sapesse, Eataly è una catena di ristoranti situati nelle maggiori città italiane in cui viene promossa la buona cucina italiana e soprattutto i buoni prodotti del nostro Paese. Insomma, un piatto di semplice pasta alla puttanesca lo paghi 10 euro ma mangi una puttanesca che è di una qualità nettamente superiore a quella che mangi a casa oppure nel ristorante in cui magari vai solitamente.

Dopo aver fatto un po’ di opera di convincimento, finalmente siamo entrati e ci siamo messi in lista per un tavolo. Per ingannare l’attesa abbiamo chiesto dove fossero i bagni. La risposta è stata: “Dovete scendere al piano -1 (meno uno, ndW) e poi dovete digitare il codice che vi consegnerò a breve.” Praticamente per andare al bagno ci siamo dovuti trasformare in novelli James Bond. Della serie: “Il mio nome è Vestrit. Wintrow Vestrit”. Bando alle ciance, partita la sigla di “007 Goldeneye” ci siamo pigiati per benino nell’ascensore e siamo scesi nel seminterrato. Qui c’era una porta con annessa pulsantiera su cui abbiamo digitato il codice che ci era stato consegnato alcuni istanti prima in forma cartacea. Finalmente l’oro di Fort Know era nostro… ahem, volevo dire: finalmente potevamo espletare i nostri bisogni. Io avrei voluto riprendere tutta la scena della discesa in ascensore e dell’utilizzo della pulsantiera numerica per poi montare tutto utilizzando sul serio la sigla di 007, ma purtroppo la cosa non mi è stata possibile.

Conclusa la tappa al bagno siamo saliti in ascensore ma non ricordavamo più il piano da cui provenivamo, tanto più che ogni volta che l’ascensore si apriva, a prescindere dal piano, la scena era la stessa: scaffale di libri posizionato a centro sala e scaffali di libri su tutte le pareti circostanti (si, perché da Eataly si vendono anche moltissimi libri ad argomentazione culinaria, sia ricette che romanzi ma in questo particolare punto vendita erano presenti anche libri di altro genere). In breve ci siamo raccapezzati e abbiamo raggiunto Umbra che, in tutto questo, era rimasto sul posto perché avrebbero potuto chiamarci per il tavolo da un momento all’altro. Invece abbiamo dovuto aspettare ancora diversi minuti.

Terminato il pasto durante il quale non è successo nulla di clamoroso da segnalare abbiamo controllato l’orologio: erano le 16, mancavano due ore all’appuntamento e sessanta minuti all’ora X, quando Umbra avrebbe voluto recarsi nella sala in cui si sarebbe svolto l’incontro per occupare i posti migliori. Abbiamo quindi deciso di accompagnare Umbra in hotel per recuperare una camicia e lo zaino che conteneva le Due Tavole della Legge… ahem, i due fogli contenenti le domande dell’intervista. Noi altri però non siamo saliti fino in camera. Anzi, ci siamo fermati poco prima dell’hotel con la promessa che Umbra sarebbe tornato di li a pochi istanti.

Umbra effettivamente ha fatto ritorno, ma dopo circa 15 minuti, ritardo che ovviamente gli è stato fatto notare da tutti i presenti che picchiettavano con rabbia e impazienza i quadranti dei rispettivi orologi.

In men che non si dica ci siamo infilati di nuovo in Via degli Orefici (da segnalare che Campanellino ha capito il senso del nome della strada solo in occasione di questo secondo passaggio), abbiamo oltrepassato Eataly e ci siamo imbattuti in una gelateria molto buona. Mentre divoravamo il nostro gelato ci siamo avvicinati alla libreria in cui si sarebbe svolto l’incontro, abbiamo fatto un primo sopralluogo e poi ci siamo allontanati, finendo per sederci a pochi passi dal Roxy Bar che, per inciso, Wikipedia dice non essere quello citato da Vasco in “Vita Spericolata”.

Ma torniamo a noi. E’ in questo momento che accade qualcosa di agghiacciante. Durante uno degli spostamenti a piedi avevo fotografato col mio smartphone i due simboli di Bologna, la Torre Garisenda e la Torre degli Asinelli. Dal momento che non avevamo altro da fare che restarcene a sedere su dei gradini, mi sono detto: “Cazzarola, ti sei portato la tua nuova potentissima arma di distruzione di massa, usala per fare una foto decente alle due torri invece di accontentarti di quella scattata con lo smartphone”. Benissimo. Ho aperto la borsa, ho estratto la fotocamera e mi sono posizionato al centro della strada (che ovviamente era isola pedonale, altrimenti sarei stato ridotto ad un ammasso sanguinolento e non avrei potuto scrivere il presente resoconto). Ebbene, ho acceso la fotocamera e l’ho puntata verso i due edifici ma un messaggio comparso sul display ha catturato la mia attenzione. Orrore e raccapriccio. E’ la fine di tutto, del nostro mondo così come lo conosciamo oggi. Nulla sarà più come prima. Eccetera eccetera, insomma, avete capito il mio stato d’animo in quegli attimi orribili. Il messaggio comparso sul display della fotocamera diceva: “NESSUNA CARD”. Il motivo dell’assenza della SD dal suo alloggiamento è presto spiegato: durante la mattinata, prima di uscire, avevo inserito l’SD nello slot del mio notebook per formattarla. Il problema è che poi, conclusa la formattazione, non l’ho più tolta. L’SD non era dove doveva essere, nella fotocamera, ma a casa. Il problema era serio perché a quel punto, colto dal panico, mi ero reso conto che l’unico modo per avere traccia dell’intervista era la registrazione audio effettuata dallo smartphone… ma questo significava dover conservare la batteria dello stesso e quindi mantenere al minimo il numero di foto scattate durante l’incontro.

Facendomi coraggio mi sono avvicinato al gruppetto seduto sui gradini e ho rivelato l’infamante verità. Umbra ha cambiato tutti i colori possibili immaginabili e poi si è affrettato a telefonare alla Matta per comunicarle l’infausta notizia mentre gli altri erano rimasti praticamente senza parole. Comunque ho rivelato anche la soluzione al problema, ovvero la registrazione audio dallo smartphone: la proposta fu accolta con scetticismo ma dopo aver fatto una prova sul campo ci siamo resi conto che il prodotto finale era ottimo. Però una domanda aleggiava insistente nella mia mente: sarebbe andato tutto bene quando fosse arrivato il momento cruciale?

Poco dopo, alle 17 in punto, siamo entrati in libreria. Ci siamo aggirati un poco per gli scaffali senza una meta ben precisa finché Seregil ha deciso che era giunta l’ora di chiedere dove fosse il reparto fantasy. Il problema è che non si era accorta che il reparto fantasy era praticamente ad un paio di metri sulla destra rispetto al punto informazioni a cui si era rivolta! Seregil quindi ci ha raggiunto davanti agli scaffali dove ci siamo tutti accalcati, chi sfogliando un libro, chi un altro. Pochi istanti dopo si è materializzata la perla di saggezza della giornata. Il dialogo, brevissimo ma efficace, è stato il seguente:

Seregil (rivolta a tutti noi ma a nessuno in particolare): “Scusate, ma secondo voi dove lo trovo Shadowhunters?”
Wintrow (rispondendo subito, senza pensarci più di mezzo nanosecondo): “Secondo me nel reparto pu**anate!”

A quel punto Umbra si è cappottato dalle risate e c’è mancato poco che si prostrasse ai miei piedi mentre mi faceva i complimenti per la prima battuta decente che usciva dalla mia bocca da quando ci conosciamo!

Dopo questo momento esilarante siamo usciti dalla libreria e ci siamo recati nella vicina galleria, situata alle spalle del negozio, dove si sarebbe svolto l’incontro. Abbiamo preso i nostri posti e, poco dopo, siamo stati raggiunti da Leaf e consorte (di cui dichiareremo il nome in un successivo momento, così come abbiamo fatto per l’altro marito). Dopo circa un’ora, invece, Terry Brooks ha fatto il suo ingresso in scena, seguito da presso da Valerio Massimo Manfredi. L’incontro è stato molto gradevole ed interessante e i minuti sono trascorsi senza che ce ne accorgessimo. L’unica cosa da segnalare è uno scambio che ho avuto con Campanellino: quando Terry faceva qualche battuta, la maggior parte della gente rideva perché capiva ciò che veniva detto; io e Campanellino dovevamo attendere la traduzione della traduttrice e quindi abbiamo constatato che eravamo costretti a ridere in differita!

Al termine dell’incontro sono stati firmati i libri da entrambi gli autori (notevole Terry Brooks che invece di firmare il libro ad Ambra capisce male e scrive Umbra!) e sono state scattate molte foto. Da segnalare un ca**iatone epico di V.M. Manfredi ad Umbra (il quale accusava l’autore di aver dipinto un Ulisse troppo buono, evitando di raccontare i lati oscuri del famoso eroe) e una risposta non proprio simpatica al sottoscritto. Gli avevo passato il libro (precisamente la trilogia di Alexandros) per firmarlo e lui mi chiede: “Com’è il nome?” E io: “Come il personaggio!” E lui: “Devo scrivere –come il personaggio-?”

Conclusa la parentesi “manfrediana”, finalmente siamo arrivati al momento dell’intervista. Io ho attivato il mio smartphone, l’ho poggiato sul tavolo esattamente a metà fra Umbra e Brooks e ho pregato che andasse tutto bene. Otto minuti dopo il peggio era passato. Ho recuperato lo smartphone e ho subito provato ad ascoltare il risultato. Il problema è che non si sentiva nulla, niente, zero, nada de nada. Gocce di sudore gelato mi scorrevano sulla schiena. Perché non si sentiva nulla? Poi ho tirato un sospiro di sollievo: stupido, hai abbassato tutti i volumi prima dell’incontro per evitare rumori molesti, è normale che non si senta nulla. Ma poi ho ricominciato a sudare: TUTTI i volumi. Non solo quello della suoneria o delle notifiche (che vengono gestiti ciascuno per contro proprio) ma anche quello dei contenuti multimediali. Maledizione. La registrazione Ѐ un contenuto multimediale. Colto dal panico ho terminato di settare i volumi a manetta e infine ho di nuovo mandato in esecuzione il file della registrazione: grazie a Dio si sentiva tutto e anche in maniera perfetta. Finalmente ho tirato un grande sospiro di sollievo, questa volta sul serio.

La giornata volgeva ormai al termine e rimaneva solo una cosa da fare: la cena! Dopo un rapido conciliabolo abbiamo seguito il consiglio del Signor Leaf e siamo andati a mangiare in una trattoria tipica, rispondente al nome di Osteria Broccaindosso (che, a pensarci ora, fa molto osteria hobbit situata in un punto non meglio precisato della Contea). All’interno del locale la temperatura era pari a quella dell’inferno, probabilmente accentuata anche dal fatto che eravamo pigiati in un angolo, stretti fra una parete e un altro tavolo e soprattutto seduti in 7 attorno ad un tavolo da 6. Io sudavo come se avessi fossi seduto, sempre per restare in tema, sopra alle fiamme dell’inferno. Comunque ne è valsa la pena perchè abbiamo mangiato come porcelli. L’antipasto era composto da: fichi avvolti in sottili fette di prosciutto, gnocco fritto, salumi, mozzarella, tortino di zucca, fagioli borlotti con pancetta, insalata e sicuramente qualche altra cosa che sto dimenticando. Poi siamo passati ai primi piatti: il più temerario, il Signor Campanellino, ha preso i tortellini in brodo (evidentemente voleva trasferirsi concretamente all’inferno) mentre gli altri, per la maggior parte, si sono catapultati sul classico piatto tipico bolognese, la lasagna.

Durante la cena è stato redatto un breve Libro Rosso del Destino in un esclusiva Edizione Temporanea in cui sono venuti alla luce i veri nomi del Signor Campanellino e del Signor Leaf. Il primo verrà ricordato come Peter Pan (sapete James Barrie, Disney, Campanellino, eccetera) e il secondo Albero (Leaf significa foglia, quindi “Albero e Foglia” come l’omonimo libro di Tolkien).

Terminati che furono il pasto e la sauna, siamo finalmente usciti all’aperto dove abbiamo scattato un paio di foto e dove la giornata si è conclusa: io, Seregil, Campanellino e il Signor Campanellino ci siamo diretti verso le nostre macchine mentre Umbra, Leaf e il Signor Leaf si sono diretti verso il centro della città.

Prima di salutarci abbiamo fatto fare la conoscenza di Papa Umbra al Signor Campanellino. Durante la cena, infatti, era uscito fuori il mito di Papa Umbra e quindi gli abbiamo mostrato il famoso video girato il 17 marzo in quel di Roma.

Pochi minuti dopo, con un possente ruggito, il motore della mia auto si è avviato. Tempo di staccare le ruote dal marciapiede e Seregil era già fra le braccia di Morfeo. Dopo un lungo tratto di autostrada abbiamo fatto una breve sosta in autogrill in cui mi sono rifocillato con un sostanzioso caffè. Siamo saliti di nuovo a bordo e ho percorso gli ultimi 15 km di autostrada in un silenzio di tomba. A circa 5 km dal casello si è mostrato ai miei occhi il Ponte dell’architetto spagnolo Calatrava, illuminato a giorno. Allora ho chiamato: “Ely…”. Seregil: RONF RONF. Io: “El..” Seregil: “Si?” Io: “Guarda c’è il ponte di Calatra…” Seregil: RONF RONF. Abbandonando l’idea di effettuare un altro tentativo ho finalmente abbandonato l’autostrada e, nel giro di pochi minuti, siamo arrivati a casa sani e salvi.

01:00. 8 settembre 2013. Reggio Emila.


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A conclusione, devo fare una precisazione. Dopo qualche giorno, ripensando alla SD lasciata a casa e alla successiva registrazione audio con lo smartphone, ho realizzato che alla fine è andata bene così. Infatti il microfono esterno che avrei usato con la fotocamera avrebbe registrato anche le voci delle persone che si trovavano nella galleria e stavano chiacchierando, disturbando così le voci dell’intervistatore e dell’intervistato… il microfono dello smartphone invece, più preciso, ha registrato esclusivamente la voce di Brooks e la voce del nostro Umbra.


RE: Blood Memories intervista di nuovo Terry Brooks - Seregil - 17-09-2013

Grazie per il resoconto Ale, e grazie anche al resto della Ciurma presente per avermi fatto capire che Shadohunters è bellissimo e voi non capite un acca Linguaccia
Detto questo mi dispiace davvero non averti fatto compagnia per il viaggio di ritorno, ma devi capire che come ogni Super Eroina anche io ho un superpotere, quello di addormentarmi ovunque , le mie botte di sonno sono leggendarie e non perdonano RollRoll
Fortuna nell'ombra
Ser