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L'occulta presenza di Hest - Umbra - 16-07-2011 Ecco il mio ultimo articolo: spero lo troviate interessante, esamina l'influenza di Hest all'interno delle Cronache e su più livelli SPOILER ENORMI
IL CUSTODE DEL DRAGO e IL RIFUGIO DEL DRAGO L’occulta presenza di Hest Il custode del drago e il rifugio del drago [leggi] Il custode del drago (Dragon Keeper) e Il rifugio del drago (Dragon Haven) costituivano in origine un unico romanzo del ciclo de Le Cronache delle Giungle delle Piogge, diviso poi in due per esigenze editoriali. Vi sono diversi elementi unificanti, sia con riguardo alle tematiche che ai personaggi, ma quello che più mi ha colpito è la figura di Hest Finbok: presente nella scena narrata solo per alcuni iniziali capitoli de Il custode del drago, pervade di sé entrambi i romanzi, grazie alle scelte in materia di POV (punti di vista della narrazione) e alla caratterizzazione di altri coprotagonisti. Sembrerebbe quasi che Hest viva – oltre la sua propria dimensione narrativa – sia direttamente come termine di paragone per i personaggi di Sedric Meldar e Alise Kinkarron (attraverso cui è filtrata gran parte della storia, e quindi con riflessi sull’intera porzione narrata dal loro punto di vista), sia indirettamente come limite negativo o positivo alle vicende della storia. Un’analisi meramente numerica delle volte in cui compare il suo nome, nonostante egli non sia presente sulla scena, dimostra che egli è in qualche maniera un protagonista occulto, pervade come una malattia o un veleno entrambi i romanzi; per comprendere appieno questo fenomeno, bisogna analizzare come in una stratigrafia i vari livelli in cui Hest si manifesta. Innanzitutto Hest (il cui nome in inglese antico significa ‘comandare’) è uno dei personaggi da cui prende le mosse la trama: l’autrice non fa proprio il suo punto di vista, ma è presente fin da quando entra in scena Alise (vedi Il custode del drago, cap. 3). Le sue caratteristiche sono messe in chiaro fin da subito (vedi Il custode del drago, cap. 3: “Affascinante. Intelligente. Bello più di quanto era necessario per tutti gli scopi normali. E ricco”) e apparentemente Hest è l’unico a non mutare nei romanzi: questo è dovuto soprattutto al fatto che esce quasi subito di scena, rimanendo presente soltanto nelle menti di coloro che sono i veri protagonisti dell’azione narrata. Il suo ritratto – bello, ricco, di successo, sconsiderato, venale, prepotente, sadico – è volutamente statico: in prima persona egli dà propulsione agli eventi solo agli inizi della storia (patto con Alise, matrimonio, consumazione dello stesso, umiliazioni di Alise, litigio con Sedric e consenso alla spedizione verso Trehaug), in seguito riesce a causare azioni e reazioni solo nella sfera del ricordo, cioè sono Sedric e Alise a prendere certe scelte e determinazioni alla luce dei loro sentimenti verso Hest. Si potrebbe sostenere che la caratterizzazione stessa del personaggio sia dovuta solo alle valutazioni di altri, e che quindi sia parziale: per evitare ciò, l’autrice ricorre ad azioni particolarmente decise e nette ponendo in chiaro quello che Hest è al di là dei punti di vista soggettivi (tanto che sia Alise che Sedric mutano la propria opinione in proposito). Bisogna sempre tenere a mente che il lettore non sa cosa Hest faccia per quasi l’intera vicenda, e che pertanto la sua staticità è dovuta alla sua precoce uscita di scena: potrebbe darsi che in futuro Hest ricompaia in prima persona – anzi, l’autrice lo ha lasciato chiaramente intendere – forse anche mutato, ma tutto questo non rileva nelle dinamiche di questi due primi romanzi per espressa scelta dell’autrice (che ancora una volta si conferma fedelissima ai POV utilizzati). Al momento della partenza per Trehaug, quindi, Hest scompare come personaggio (per la sua ultima apparizione vedi Il custode del drago, cap. 7). Da questo momento, egli sarà comunque presente ad ogni passo della narrazione filtrata da Sedric e Alise, che si dimostrano incapaci di vedere il mondo senza usare Hest come paragone o come motivazione delle proprie scelte. Alise e Sedric hanno molte cose in comune ed entrambi sono vittime del potere di Hest: il viaggio sul Fiume delle Piogge servirà proprio a far venire meno questa situazione, con un effetto risanante. Sedric (il cui nome può essere ricondotto al significato di ‘giovane benvoluto e cordiale’) è un ragazzo di circa quindici anni (vedi Il custode del drago, cap. 15: “Era poco più di un ragazzo, che a malapena si radeva…”) quando conosce Hest e ne è sedotto. Figlio cadetto di una famiglia di Mercanti con difficoltà economiche, si trova in difficoltà perché non riesce a essere all’altezza delle aspettative del padre e l’uomo di cui si è invaghito si è appena sposato; Hest piomba nella sua vita come un predatore, con la propria forza e sicurezza ne prende il controllo totale e ne fa il suo amante. Per giustificare agli occhi di Borgomago la loro frequentazione, lo assume come segretario: il padre di Sedric, travisando la realtà, invita il figlio a farsi amico il potente (vedi Il custode del drago, cap. 15: “Suo padre era stato stupito e compiaciuto che avesse fatto una conoscenza che poteva elevarlo a livello sociale […] e l’aveva ammonito di non essere il primo a lasciare il raduno e lo aveva esortato ad attardarsi, se Hest avesse trovato l’idea congeniale”), e la dipendenza economica diventa un modo per controllare Sedric. Questi dal canto suo inizia apprezzare la vita sfarzosa che sperimenta, si autoconvince che la dominazione che subisce è la cosa migliore, decide di non vedere le brutture dell’amante anzi ne è partecipe (vedi su tutti Il custode del drago, cap. 15: “Hest lo immerse in un universo di tentazioni e appagamento, lo privò di paure e inibizioni e gli insegnò nuove brame per rimpiazzare i desideri incompleti che non aveva mai osato affrontare”). Hest trasforma il ragazzo, approfittando della sua ingenuità e giovinezza, forte della propria ricchezza e crudeltà; di fatto lo plagia, rovesciando i suoi valori, instillando bisogni e comportamenti che non gli appartengono: “Hest aveva modellato Sedric, dicendogli come pettinarsi i capelli, quali colori e che taglio di giacca indossare e dove comprare i suoi stivali […]. Aveva trasformato la vita di Sedric; no, aveva trasformato Sedric stesso. Non solo aveva appreso i piaceri del buon vino e di un taglio di carne ben cotto, ma era arrivato ad aspettarsi tali cose” (vedi Il custode del drago, cap. 15). Ovviamente Sedric è anche una vittima, schiacciato dall’arroganza e sopraffazione di Hest, che lo usa come un oggetto dei suoi piaceri violenti fin dalla prima volta, facendogli credere che non esista altra possibilità (vedi su tutti Il rifugio del drago, cap. 7: “A volte Hest era violento con lui, quando era dell’umore di portare la loro relazione in una direzione più severa e rafforzare il suo ruolo dominante. Nei loro primi giorni insieme, Sedric era eccitato da questo genere di gioco rude. Ma nell’ultimo anno o giù di lì, Hest era parso riservarlo per momenti in cui Sedric lo aveva irritato in qualche modo. C’erano state alcune occasioni in cui l’eccitazione di provare l’aggressività di Hest era mutata in terrore che il suo amante gli avrebbe provocato dei veri danni nella furia del suo gioco crudele. Peggio ancora, Hest era parso godere nel risvegliare quella paura in Sedric”). Sedric si dimostra inerme, ignavo e vigliacco, si convince che Hest ricambia il suo amore e viene in soccorso alle difficoltà di questi consigliandogli di sposare Alise: così facendo la famiglia Finbok non si lamenterà per l’assenza di un erede, e Alise rappresenta un ben misero pericolo poiché bruttina e a sua volta in difficoltà. L’azione più abietta di Hest è suggerita da Sedric ai danni di un’amica d’infanzia: non vi è rimorso né pietà per la ragazza, Sedric pensa solo a conservare la propria posizione di privilegio, incurante che ella soffra dell’inganno e per la brutalità di Hest; nel fare ciò Sedric non ha alcuna scusante, non può dire di non conoscere Hest e anzi si professa consapevole della spregevolezza della propria azione (vedi su tutti Il custode del drago, cap. 5 e Il rifugio del drago, cap. 15: “Hest. Oh, Hest, pensò. Cosa le abbiamo fatto? Di quale crudeltà sono stato complice?”). L’inganno del matrimonio con Alise è il primo segno di quanto Sedric sia stato corrotto dall’amante, di quanta sia la sua paura di perderlo – e insieme di perdere i suoi soldi – e l’incapacità di affrontare a viso aperto i problemi (per le umiliazioni consapevolmente subite da Sedric, su tutte vedi Il custode del drago, cap. 12: “Molto tempo fa, pensò, aveva dovuto imparare a parlare in modo civile dopo che Hest l’aveva pubblicamente criticato a parole. Non era difficile. Tutto quello che doveva fare era gettar via ogni briciolo del suo orgoglio”). Sedric diventa riluttante complice di Hest nell’ingannare Alise, ma quando suggerisce che a lei deve essere permesso di partire per Trehaug – è pur sempre qualcuno con cui il suo amato giace ogni mese – scatena la reazione violenta di Hest che decide di liberarsi di entrambi e gli ordina di accompagnarla. È questo il primo grande momento di rottura nel personaggio di Sedric dopo molto tempo: è chiaro infatti che Hest sta cercando di allontanarlo definitivamente, che si è stancato di lui – e allora Sedric reagisce ispirandosi allo stesso Hest: ingannando Alise e i compagni di viaggio, decide di prendere materiale organico dai draghi, da rivendere in cambio di una spropositata ricompensa (vedi Il custode del drago, cap. 8 e 10). L’obiettivo è dichiaratamente quello di farsi una vita lontano da Borgomago e dai problemi che i legami familiari di Hest e Sedric comportano: “Con questo denaro avrebbe potuto prendere con sé Hest e lasciare Borgomago. Potevano andare a sud, a Jamaillia… no, oltre Jamaillia, fino a terre che conosceva solo come nomi esotici. C’erano posti dove due uomini potevano vivere come desideravano, senza domande, condanne o scandali” (vedi Il custode del drago, cap. 14); in realtà è forte la paura che Hest non lo voglia più, e Sedric intende invertire le parti nel rapporto con Hest, di comprarlo con l’enorme ricchezza così ottenuta come questi lo aveva comprato facendone il proprio segretario e amante: “Per troppo tempo era stato completamente dipendente da Hest a livello finanziario. Quella disparità si era intromessa in modo sempre più crudele nella loro relazione. Se avesse avuto una fortuna propria, Hest gli avrebbe tributato maggior rispetto” (vedi Il custode del drago, cap. 14) e ancora “In alcuni dei suoi sogni a occhi aperti, Sedric tornava a Borgomago per mostrare a Hest il suo bottino, e Hest lo aiutava a ottenere i prezzi migliori […]. In quei sogni, lui e Hest partivano con una nave di notte in segreto e veleggiavano verso una nuova vita assieme, libera da menzogne e inganni” (vedi Il rifugio del drago, cap. 2). Ancora una volta Sedric non si cura per niente di Alise – nuovamente ingannata – né della vera natura del rapporto con Hest, palesemente basato sul bisogno fisico ed economico e non sull’amore: Sedric non si rende conto che, stando così le cose, parlare di amore non ha alcun senso, cade l’illusione che la giovane età e l’innocenza potevano dare, e rimane un fatto di mero possesso, di bisogno che di per sé può essere acquistato come nella tradizione di Borgomago (vedi a tal proposito La nave della magia, cap. 8: “Non è questo che dicono tutti di Borgomago? Se si riesce a immaginare una cosa, qui la si trova in vendita” e La nave dei pirati, cap. 15: “Un momento fa hai parlato di amore senza bisogno. Saziare il bisogno senza amore è furto. Se è questo che vuoi, paga qualcuno”). Il punto più basso Sedric lo raggiunge quando pugnala il drago Relpda per ottenerne il sangue: da vigliacco, sceglie il più debole e malato di loro, contando sul fatto che un’eventuale morte di quell’esemplare sarebbe vista come dovuta alla malattia (vedi Il custode del drago, cap. 17). Il debole e l’oppresso completa la sua trasformazione in oppressore, il suo piano per comprare Hest a Borgomago sembra destinato al successo. Quando però accidentalmente beve il sangue del drago e si accorge che è un essere senziente che per di più lo adora, le sue certezze vacillano; anche il legame tenero e delicato che si è creato fra il capitano Leftrin e Alise – ai suoi occhi esecrabile perché lesivo di una proprietà di Hest – gli appare in una nuova veste, e al momento di uccidere Relpda non ne trova la forza, anzi le salva la vita (vedi Il rifugio del drago, cap. 11). Sedric inizia a pensare finalmente, ripercorre più volte la propria storia, si accorge di aver vissuto in un mondo di storture e brutture, inizia a spogliarsi degli autoinganni che ricoprivano il suo passato (vedi su tutti Il rifugio del drago, cap. 11: “Il vero Hest gli avrebbe chiesto se si era prostituito per le strade per ottenere quel denaro” e cap. 12: “’Ti ho inventato?’ chiese alla minuscola immagine. ‘Sei mai esistito come la persona che desideravo che fossi?’ […] Chiuse gli occhi e si impose di ricordare. Un bacio che Hest gli aveva dato per gentilezza e non pretendendolo. Un tocco generoso che fosse puro affetto e nient’altro. Una parola di lode o di tenerezza, priva di sarcasmo. Era certo che ci fossero stati momenti del genere, ma non riusciva a rievocarne nessuno”); la decisione conseguente è rivelare ad Alise di essere l’amante di suo marito (vedi Il rifugio del drago, cap. 12): non può tollerare di ingannare l’unica persona che abbia come amica, e il momento catartico della confessione porta con sé la consapevolezza che Hest non l’ha mai amato, che l’ha solo usato. In questo momento di grandissimi cambiamenti, Sedric vede venir meno infine la possibilità di ricomprare Hest – consapevole ormai che l’amore è inesistente: il legame con Relpda muta le fattezze fisiche di Sedric che inizia a scagliarsi, perdendo quella bellezza che fin dall’inizio gli aveva dato accesso all’amante. Si rende pertanto conto che nessuna somma può più ricomprare Hest, che odia l’aspetto degli abitanti delle Giungle della Pioggia, e che la sua vita è perduta: non gli resta altro che porre egli stesso la parola fine alla propria storia, con un ultimo atto di vigliaccheria, il suicidio L’incapacità di sopportare la verità sulla propria vita – disgraziata, mercenaria, turpe – e l’impossibilità di sostenere la perdita della bellezza sono per lui troppo forti: come Dorian Gray non può guardare il vero volto del proprio ritratto, come gli antagonisti immortali di Terry Brooks non può sopportate di vedere svelata la miseria della propria condizione. Ancora la presa di Hest è fortissima su di lui: non importa che abbia già trovato chi lo ami – Alise, Relpda e Carson – importa solo che Hest non lo vorrebbe mai più, nemmeno per tutto l’oro del mondo (vedi Il rifugio del drago, cap. 13: “Elencò a se stesso tutto ciò che aveva perso. Niente più Hest. Niente più casa a Borgomago. Niente ricchezza. La sua amicizia con Alise era a brandelli. Niente faccia. Se fosse tornato a Borgomago, la gente avrebbe distolto lo sguardo dal disgusto, alcuni perché Hest lo aveva cacciato via, altri perché la sua bellezza era svanita”). Ma, come ricorda spesso la Hobb, il corpo cerca sempre di vivere, il suicidio non riesce per l’intervento di Carson e Sedric riesce a liberarsi di Hest: lo fa amando ricambiato – finalmente! – Carson, notando a poco a poco le enormi differenze fra lui e Hest, confessando ad Alise la sua intenzione di contrabbandare parti di drago, e divenendo custode di Relpda. Quello che infatti serve a Sedric per liberarsi davvero del suo passato è il perdono delle sue turpi azioni: questo gli arriva sia da Alise che da Relpda e gli dà la forza per ricominciare. Sedric pensava di non riuscire a liberarsi di Hest se non con la morte: in realtà col tentato suicidio muore un Sedric e ne nasce uno nuovo per mano di Carson, libero dalle brutture che Hest gli aveva instillato forgiandolo a propria immagine e somiglianza. Il rapporto di Alise con Hest ricalca abbastanza quello di Sedric: anch’essa è un mero strumento, non di piacere bensì di riproduzione, giacché bisogna assolutamente trovare un erede ai Finbok. Come i genitori di Sedric, anche quelli di Alise la spingono ad accettare l’offerta – matrimoniale – di Hest, visto come una benedizione per una famiglia modesta che non era riuscita a maritare la figlia (vedi Il custode del drago, cap. 3). In realtà Alise, almeno all’inizio, non si fa ingannare da Hest e capisce che la sua offerta non è sincera: l’altro, anziché negare, conferma la cosa e propone un patto fra i due – da suggellarsi col matrimonio – nel quale Hest avrebbe offerto i soldi per le ricerche di Alise che si sarebbe impegnata a dare un erede al marito (vedi Il custode del drago, cap. 5: “Facciamo un bel bambino grasso per rendere felice mio padre, eh? […] Ne basta uno, Alise cara. Quindi collabora. Non ci vorrà molto e poi potrai tornare a dormire. E svegliarti al mattino e passare la giornata a dare i miei soldi a commercianti di pergamene”). Alise cerca di ingannarsi, di credere che Hest possa davvero trovarla attraente, ma si scontra presto con la realtà: Hest con lei è durissimo, la disprezza e non dà né riceve piacere dall’atto sessuale (vedi su tutti Il custode del drago, cap. 4: “Una donna come lei non aveva alcun diritto a quei tessuti di seta e a quei nastri femminili. Per lei non ci sarebbe stato romanticismo, e nemmeno lussuria. Da parte di Hest esisteva solo il dovere”). Alise in un primo momento si dispera e s’incolpa di non essere all’altezza del suo uomo, poi si adatta alla sua condizione e cerca solo di trarre profitto dal matrimonio, proseguendo a spese del marito i suoi studi; anche lei come Sedric, quindi, si rassegna alla mercificazione del rapporto coniugale, anche perché Hest con la sua feroce ironia e la sua brutalità riesce sempre a farla soffrire, metterla in difficoltà in pubblico, al punto che è meglio desistere dal provocarlo (vedi Il custode del drago, cap. 7: “Sentì crescere il silenzio dentro di lei. Talvolta le ricordava dell’edera che cresceva rapida; il silenzio la ricopriva e l’ammantava, e sospettava che un giorno sarebbe soffocata nei silenzi che Hest riusciva a creare” e cap. 15: “È solo Hest […]. È un uomo duro. Duro di mani. Duro di cuore. Non mi picchia. Non gli occorre. Quando mi metto sulla sua strada ha una lingua dura e crudele. Riesce a umiliarmi con uno sguardo. Può ferirmi con le parole e sorridere nel frattempo, some se non si accorgesse di cosa sta facendo. Ma se ne accorge”). Quando però si annuncia il trasferimento dei draghi lontano dai loro luoghi di schiusa, Alise fa valere una clausola del suo matrimonio e pretende di andare a vederli a spese del marito: è importante per Alise il rispetto delle forme e dei termini giuridici, poiché da essi deriva la responsabilità in caso di scioglimento del matrimonio, ed è interessante notare come la dia vinta a Hest dove il contratto matrimoniale non le lascia spazio di manovra, mentre punti i piedi di fronte a un diritto attribuitole apertamente. Quando la ribellione di Alise ha successo e parte con Sedric, la donna non ha alcuna intenzione di tradire il marito: non vede altra vita che come moglie di Hest, pensa anzi che quello che le stia accadendo rientri in qualche maniera nella norma. L’incontro con i draghi – l’esperienza che tanto aveva sognato – è diverso da come se l’era aspettato, ma non influisce sui suoi sentimenti verso il marito. Quello che fa consapevolmente, invece, è forzare i termini del contratto matrimoniale, interpretando estensivamente la clausola al punto di ricomprendervi il viaggio verso Kelsingra: nel fare ciò è spalleggiata dal rozzo capitano Leftrin e ostacolata da Sedric che, se da un lato osteggia il barcaiolo e ritiene folle l’idea che lei possa tradire Hest, dall’altro non può rinunciare al viaggio per i suoi propositi sulle parti dei draghi da vendere a Chalced. Al contrario di Sedric, Alise odia chiaramente Hest, e approfitta della crociera sul Tarman per prendersi le piccole libertà che le erano state negate (familiarizzare con i custodi, studiare i draghi, fare semplice e genuina attività fisica); non la spaventa più di tanto la perdita della bellezza dovuta al sole o all’acqua, perché sa di non essere stata scelta da Hest per questo e, al contrario di Sedric, è quindi libera di non curarsene. Alise s’innamora di Leftrin, che ha tutti i difetti che Hest ritiene più odiosi e al contrario di lui venera Alise, la trova bella, la tratta con estrema delicatezza, la fa sentire realizzata come donna: “Le attenzioni di Leftrin verso di lei l’avevano colta del tutto alla sprovvista. Sulle prime l’avevano messa a disagio e perfino resa sospettosa. Ma l’ultimo giorno si era convinta che la sua ammirazione era sincera. Non poteva negare il brivido di piacere che l’attraversava al pensiero che quel capitano fluviale rozzo e mascolino la trovasse attraente […]. Si era abbandonata alla sua compagnia, dicendo a sé stessa che era solo per breve tempo e che non aveva intenzione di essere infedele a Hest. Desiderava solo gioire per un po’ del fatto che un uomo la trovasse graziosa” (vedi Il custode del drago, cap. 10). Alise quindi all’inizio non cede al corteggiamento, perché il vincolo con Hest è ancora saldissimo; quando però la piena travolge la spedizione, di fronte al sollievo per aver trovato vivo Leftrin, decide di lasciarsi andare. Lo fa credendo comunque di sbagliare, perché in violazione del proprio contratto matrimoniale: come confessa a Sedric, però, non è più intenzionata a rispettarlo perché non può pensare di condannare i propri figli ad avere Hest come padre (vedi Il rifugio del drago, cap. 12: “ ‘Abbi uno o più bambini. Ti ameranno come meriti.’ ‘E amandoli, potrei condannarli ad avere un padre come Hest?’ A quella domanda lui non riuscì a trovare una risposta. Cercò di immaginare Hest come un padre, ma non ci riuscì. Bambini e umorismo sardonico non sarebbero andati d’accordo. Eleganza e marmocchi urlanti? Un sorriso arrogante e un bimbo di cinque anni che porgeva un fiore”). Il nodo drammatico è sciolto dalla confessione di Sedric di essere l’amante di Hest: stando così le cose, non è stata Alise a violare per prima il contratto matrimoniale, e quindi può ritenersi libera dal vincolo con Hest e scegliere finalmente di non tornare a Borgomago ma di vivere con Leftrin (vedi Il rifugio del drago, cap. 13: “Ha infranto i suoi voti verso di me. Ha reso nullo il nostro contratto. Non sono più legata a lui, Sedric, e non ho ragione di tornare da lui. Io resto qui. Sul Tarman con Leftrin. So che mi terrà. Non m’importa se vorrà sposarmi o meno. Io resto con lui”). Rispetto all’inganno orchestrato da Sedric e Hest, Alise si dimostra comprensiva: “Mi dispiace così tanto per te, Sedric. Sono arrabbiata e ferita; non ti ho mai ritenuta capace di un tale inganno e tradimento della nostra amicizia. Ma soprattutto mi dispiace per noi due. In particolare per te. Come puoi amare un uomo del genere? Che inutile spreco del tuo cuore. Guarda come ha distrutto entrambe le nostre vite. Con Hest non c’è possibilità di felicità per nessuno di noi due. Ma non penso che a lui questo importerebbe affatto” (vedi Il rifugio del drago, cap. 12). Per esperienza Alise sa quale influsso oscuro Hest possa esercitare, e benché non risparmi nessuna mortificazione a Sedric, vede il vecchio amico come un’altra vittima di quell’uomo odioso; nel serrato dialogo fra i due, convergono le colpe di entrambi nel non essersi mai ribellati davvero, è distrutto ogni residuo autoinganno sulle loro vite e si gettano le basi per ripartire senza Hest. Quando Sedric le confessa anche il suo piano per contrabbandare parti di drago e accusa Leftrin di avere le stesse intenzioni, Alise non si lascia convincere: decide di fidarsi della persona che ama, di perdonare il vecchio amico lasciandosi alle spalle il passato: Kelsingra rappresenta un nuovo inizio anche per loro. Abbiamo visto come le storie di Sedric e Alise siano legate indissolubilmente a Hest, come le azioni dei primi trovino loro giustificazione o paragone nel secondo. Questo è però solo una delle maniere in cui la presenza di Hest si manifesta: è infatti talmente radicata nelle menti di Sedric e Alise da interferire con il loro giudizio su altre persone, e questo si ripercuote nelle descrizioni fatte attraverso i loro POV. A ciò va aggiunto che l’autrice – consapevolmente o inconsapevolmente, non saprei dirlo – a sua volta delinea le scelte di personaggi apparentemente lontani da Hest usando sempre quest’ultimo come mezzo di paragone, quasi fosse un modello in positivo e in negativo non solo interno alla narrazione ma anche esterno a livello di creazione. Il personaggio che più è messo a confronto con Hest è il Capitano Leftrin: avversato da Sedric e amato da Alise. Fin da subito colpisce la sua rozzezza, interpretata in maniera diversa da Alise e Sedric: “Il capitano Leftrin poteva essere un po’ rozzo, ma i suoi sforzi di comportarsi in modo galante erano lusinghieri, nella loro sincerità. A lei piaceva la sua compagnia anche se era evidente che Sedric lo reputava un provinciale. Quel giorno Sedric le aveva scoccato diverse volte delle occhiate di silenziosa sopportazione per gli strani complimenti del capitano verso di lei, e una volta aveva soffocato una risata per gli sforzi dell’uomo di mostrarsi affascinante. Alise era rimasta sorpresa nello scoprire che la offendeva il fatto che Sedric trovasse nel capitano motivo di spasso. Sembrava scortese e gretto da parte sua” (vedi Il custode del drago, cap. 10); e ancora: “Alise non poté fare a meno di notare che quello che Sedric aveva detto era vero. La camicia era una che aveva indossato diversi giorni fa, e non l’aveva visto lavarla o asciugarla. Scoprì che non gliene importava” (vedi Il custode del drago, cap. 10). La diversità di Leftrin da Hest è per Alise un sollievo e fonte di attrazione, per Sedric – non ancora libero dall’influsso dell’amante – motivo di fastidio cui reagire con lo stesso scherno di Hest. Sedric trova inconcepibile che Alise possa essere attratta da un uomo così rozzo e diverso da Hest, come nota in un colorito passaggio dove il capitano è più volte accostato a un animale: “Era infatuata di quel ratto di fiume brizzolato? Non sembrava possibile. Forse aveva interpretato la risata ragliante e gli stravaganti complimenti dell’uomo come l’incarnazione del fascino rustico […]. Gli sfuggiva il motivo per cui potesse voler amoreggiare con un vecchio tricheco come Leftrin. Come poteva paragonarlo all’elegante Hest? […] Incurante del malcontento di Sedric, Alise stava chiacchierando con quell’uomo-capra alla sua sinistra” (vedi Il custode del drago, cap. 12). Sedric cerca di mettere in guardia Alise, nel tentativo di preservare l’onore del proprio amante: “Quel pirata non ti mostra il minimo rispetto. Ogni volta che mi giro ti sta sbirciando o chiamando ‘mia cara’ come se fossi la cameriera di una taverna su cui vuole fare colpo. Passa più tempo appollaiato accanto a te che a comandare la sua nave” (vedi Il custode del drago, cap. 10). Alise, da parte sua, non è accecata dall’amore, vede la rozzezza di Leftrin, la paragona all’eleganza di Hest e nonostante questo sceglie di seguire il proprio cuore: “Cercò di guardarlo in modo spassionato. Era rozzo e senza istruzione. Raccontava storielle a tavola e l’aveva visto ridere così forte da sputare il tè a una battuta volgare da parte di uno dei suoi marinai. Non si radeva ogni giorno né si lavava tanto spesso quanto un gentiluomo avrebbe dovuto fare. I gomiti delle camicie e le ginocchia dei pantaloni erano lisi. Le unghie corte delle sue ampie mani erano spezzate e ruvide. Mentre Hest era alto, snello ed elegante, Leftrin era forse poco più alto di lei, con spalle ampie e il corpo rozzo. Le sue amiche di Borgomago si sarebbero voltate dall’altra parte se un uomo del genere avesse rivolto loro la parola per strada” (vedi Il custode del drago, cap. 17). Sono però molte le qualità di Leftrin, anche rispetto a Hest: è interessato agli studi di Alise sui draghi (cedi Il rifugio del drago, cap. 4: “Leggetemi qualcosa di quello che avete scritto”), è gentile e rispettoso (vedi Il custode del drago, cap. 17: “Per quanto lei lo bramasse, Leftrin non le avrebbe fatto pressioni. Alise lo sapeva”), è sinceramente innamorato di lei (vedi Il custode del drago, cap. 13: “Era infatuato come uno sbarbatello che avesse appena scoperto che le donne erano meravigliosamente diverse dagli uomini”), quando infine fanno l’amore le dona piacere e non dolore (vedi Il rifugio del drago, cap. 10: “Leftrin fece scivolare una mano sul suo addome e sollevò un po’ il proprio corpo per toccarla con le dita. Lei annaspò e fu percorsa dall’inconfondibile fremito di una donna in preda all’orgasmo” e cap. 11: “Alise sorrise tra sé. Aveva dormito accanto a un uomo nudo. Aveva davvero dormito con le sue braccia attorno a lei, con la guancia posata contro il suo petto villoso, le proprie gambe intrecciate con le sue. Non aveva mai sperimentato nulla di simile prima”). La diversità di posizioni fra Sedric e Alise non può che sfociare in uno scontro aperto: Alise dapprima trova il coraggio di rinfacciare a Sedric la verità del proprio matrimonio e la crudeltà di Hest rispetto a Leftrin (vedi Il custode del drago, cap. 17: “Quello che ho già, Sedric, non è nulla. È una truffa ordita da Hest, a cui ho acconsentito perché non riuscivo a immaginare che potesse esserci niente di meglio. Il nostro matrimonio è una farsa. Ma sono conscia di avervi dato il mio assenso […] e continuerò ad essere fedele alla mia parola. Ma non paragonare, non paragonare mai Leftrin ad Hest. Mai”), poi inizia a vedere in Sedric il marito stesso (al punto che quando Sedric rimprovera Leftrin, al capitolo 1 de Il rifugio del drago leggiamo: “Se suo marito, Hest, fosse comparso di persona in mezzo a loro, Alise non avrebbe potuto percepire la sua presenza in modo più forte”); alla fine, come abbiamo visto, la piena travolgerà tutto, compreso queste discussioni. Altro personaggio che va messo in relazione con Hest è Carson, sia per come è visto da Sedric sia per come oggettivamente si comporta; anche Sedric come Alise non è abituato a essere trattato con gentilezza ed è giunto a pensare che sia normale così. Soprattutto Sedric è colpito dalla natura gentile e disinteressata di Carson, e ancora una volta non può fare a meno di paragonarlo a Hest: “Non aveva mai sentito nessuno così contento per una cosa intangibile. Aveva visto Hest in preda a spasmi di gioia dopo aver concluso un ricco affare e aveva assistito a suo padre ubriaco che celebrava un accordo in un viaggio commerciale. Aveva sempre tenuto in gran conto la ricchezza, il denaro, il potere e la reputazione che ne derivavano. Quello era stato il metodo per misurare un uomo, il rango di un Mercante di Borgomago” (vedi Il rifugio del drago, cap. 10). Carson persegue una scala valoriale diversissima da quella di Hest, e quindi di Sedric che cerca di emularlo. L’aspetto fisico di Carson, poi, è lontanissimo da quello di Hest: “Fissò il cacciatore, la sua pelle scagliosa sopra le guance barbute, la chioma ribelle e i suoi abiti sciatti. Sarebbe potuto essere più diverso da Hest?” (vedi Il rifugio del drago, cap. 10). Al pari di Leftrin, però, Carson dimostra gentilezza, che certo il giovane Mercante non aveva avuto modo di conoscere: “Il cacciatore abbassò lentamente la bocca sulla sua e lo baciò. Sedric si immobilizzò dallo stupore. Le labbra di Carson erano gentili ma esigenti. Quando interruppe il bacio, Sedric scoprì che Carson l’aveva raccolto fra le braccia, tenendolo con forza ma senza crudeltà” (vedi Il rifugio del drago, cap. 13; per un ancor più diretto paragone con Hest, vedi Il rifugio del drago, cap. 12: “Spontaneo, il pensiero della mano di Carson che gli sfiorava il volto ferito gli venne in mente. Strano che la mano callosa del cacciatore fosse stata più delicata di qualunque tocco lui avesse mai ricevuto dal gentiluomo Hest”). Sedric è sorpreso della delicatezza dell’altro quasi quanto Alise di quella di Leftrin: per entrambi i giovani Mercanti, Hest era stato il primo e unico uomo della loro vita, e li aveva indotti a pensare – e loro si erano convinti – che l’unica forma di relazione possibile fosse quella predatoria che li vedeva sottomessi (vedi Il rifugio del drago, cap. 11: “Hest aveva goduto nel dominarlo. Aveva sempre mandato a chiamare Sedric e Sedric era andato da lui. Quell’uomo non era mai stato tenero, mai gentile o premuroso. Aveva riso davanti ai lividi che aveva lasciato su Sedric, e Sedric aveva chinato il capo e sorriso mestamente, accettando tale trattamento come ciò che gli era dovuto”). L’aver impedito a Sedric e Alise di vivere la loro sfera sentimentale traendone appagamento è forse il più grave dei peccati di Hest, quello che più condiziona i due nei rapporti che si vengono a instaurare: la normalità del rapporto con Carson appare a Sedric qualcosa di straordinario e di prezioso proprio perché con Hest nulla di ciò sarebbe stato possibile (vedi Il rifugio del drago, cap. 18 “ ‘Adoro il tuo sorriso.’ Espresse ad alta voce quel complimento sincero. Lo fece sentire sciocco e colmo di gioia allo stesso tempo. Non avrebbe mai osato dire una cosa tanto semplice ad Hest. Quell’uomo l’avrebbe ridicolizzato per un mese”). Il confronto fra Hest e Carson si rivela anche di fronte alla comparsa di scaglie in Sedric: questi capisce che Hest non lo vorrà mai più, visto che non lo ama ed è interessato unicamente al suo corpo; il cacciatore invece lo ama davvero per quello che è interamente, e ciò ben oltre l’aspetto fisico, rivelando per altro una grande apertura mentale nel capire la bellezza degli Antichi (come si vede nella scena de Il rifugio del drago, cap. 20, ormai proiettata in un futuro di vita insieme). Un parallelo può essere tracciato anche fra Hest e Greft, personaggio sicuramente negativo. Quando Thymara fa notare come sia bravo a dividere le persone e a manipolarle, Sedric risponde accennando senza nominarlo a Hest , notando subito dopo che i due avrebbero sicuramente lottato fra loro se si fossero conosciuti: “Lui e Hest avrebbero cozzato come cervi che incrociano le corna in una lotta per il territorio” (vedi Il custode del drago, cap. 13). Anche ad Alise non sfuggono somiglianze fra gli atteggiamenti dei due: “Le ricordò all’improvviso Hest e quanto si irritava, perfino durante un evento mondano, se Alise interveniva in quella che lui reputava una conversazione da uomini” (vedi Il rifugio del drago, cap. 8). Sempre seguendo il POV di Sedric, possiamo rintracciare un ulteriore paragone fra il drago Relpda e Hest, per sottolineare il dispotismo dei loro bisogni: “Era una creatura così diretta che quasi lo affascinava fin quando non si rendeva conto di quanto fosse amorale. Proprio come Hest” (vedi Il rifugio del drago, cap. 11); come sappiamo, Sedric cambierà opinione sul drago arrivando ad amarlo. Vi è infine un sistema di convergenze e divergenze da Hest di taluni personaggi che prescinde dai POV di Sedric e Alise. Hest diventa – in qualche maniera – la misura della negatività anche per l’autrice che l’ha creato. Leftrin compie scelte diversissime da Hest, non solo perché ama sinceramente Alise, ma perché alla fine rinuncia al contrabbando di parti di drago – che lo avrebbe reso ricco e messo al riparo dai ricatti di Chalced – per amore di Alise. Greft, invece, vuole che Thymara scelga un compagno, e argomenta che se non lo fa lei saranno i Custodi a scegliere; Thymara non ha diritto di disporre del proprio corpo, o meglio lo può fare garantendo l’adempimento della sua funzione primaria di donna: la procreazione. Greft glielo fa capire in maniera molto chiara: “Occorre che tu scelga chi accetterai come compagno. Ora. Prima che tutti i maschi inizino a competere per te. Siamo una piccola compagnia. Non possiamo permetterci che i ragazzi si facciano del male a vicenda per te. Né possiamo consentire che qualcuno ti costringa. Riesco a immaginare fin troppo bene a cosa porterebbe. Scegli un compagno e facciamola finita” (vedi Il rifugio del drago, cap. 7); quando Thymara si rifiuta di dargli ascolto, Greft passa alle minacce: “Posso solo indicarti che, in questo momento, hai l’opportunità di fare una scelta. Aspetta troppo a lungo, anche solo qualche altro giorno, e quella scelta ti potrebbe essere sottratta. Una volta che gli uomini avranno combattuto per te e uno ti avrà reclamata, sarà troppo tardi perché chiunque possa affermare che tu hai il diritto di sceglierti il compagno” (vedi Il rifugio del drago, cap. 7). Quest’atteggiamento rispecchia fortemente la posizione di Hest almeno su un punto: la donna è un oggetto che deve svolgere un compito meramente riproduttivo, e se si rifiuta, la forza – della legge per Hest, della violenza per Greft che rifiuta le regole e ne vuole di nuove – le imporrà il suo ruolo. In ultimo, lo stesso Sedric si astiene a ricalcare le orme del suo amante rifiutando ogni tipo di contatto con il giovane Davvie, invaghitosi di lui: il ragazzo è quindicenne, circa dell’età di Sedric all’epoca dell’incontro con Hest (vedi Il rifugio del drago, cap. 2), e totalmente inesperto nelle relazioni amorose; se Sedric fosse stato del tutto plagiato da Hest, ne avrebbe approfittato, e invece nemmeno lo sfiora l’idea. Il parallelismo è rimarcato più volte: Carson parla a Sedric dell’incapacità di capire cosa si vuole a quell’età (vedi Il rifugio del drago, cap. 1: “Ragazzi! […] Pensano di sapere quello che vogliono, ma se qualcuno glielo desse… be’, scoprirebbe di non essere ancora pronto. Ma sono certo che tu sai cosa intendo”), e lo mette in guardia dal tentare un approccio: “Ho cercato di fargli capire che è troppo giovane e che tu sei troppo superiore a lui come ceto sociale. Ma un’infatuazione giovanile può accecare un ragazzo […]. Apprezzerei se tu lo mantenessi a distanza. Una volta che si renderà conto che non c’è nulla qui per lui lo supererà in fretta. Potrebbe perfino odiarti per un po’, sai come funziona. Ma se lo deridi o lo sminuisci di fronte agli altri uomini a bordo, dovrai vedertela con me” (vedi Il rifugio del drago, cap. 4). Carson vuole evitare che il ragazzo sia deriso e sminuito proprio come succedeva a Sedric ogni volta che voleva Hest, più grande di età e di ceto superiore; Sedric dal canto suo non ha nessuna intenzione di essere un nuovo Hest, si distacca da quel cattivo maestro dimostrando di essere una persona diversa. In conclusione, Hest vive nei primi due capitoli delle Cronache delle Giungle della Pioggia in almeno tre livelli diversi da quello dove opera come personaggio: in negativo e positivo è la costante che determina ogni scelta di Alise e Sedric, è il termine di paragone di altri personaggi attraverso i loro POV e in generale traccia una linea fra ciò che è giusto e ciò che non lo è con cui tutti devono fare i conti. Forse è sbagliato parlare di un vero e proprio protagonista occulto, ma credo che questo non sia poco per un personaggio che compare in soli quattro capitoli: va sicuramente a lode dell’autrice essere riuscita in quest’abile prova di tecnica narrativa. marco RE: L'occulta presenza di Hest - Althea - 16-07-2011 L'articolo è bellissimo! Bravo Marco! RE: L'occulta presenza di Hest - The Fool - 19-07-2011 (16-07-2011, 14:46)Althea Ha scritto: L'articolo è bellissimo! Bravo Marco! Vero? Io l'ho divorato! Se volete leggerlo in un formato più comodo, adesso trovate il brano anche nella nostra Biblioteca: L'occulta presenza di Hest. RE: L'occulta presenza di Hest - Tintaglia - 21-07-2011 Davvero interessante e ben documentato. RE: L'occulta presenza di Hest - Umbra - 06-09-2011 Ho corretto nel testo alcune ripetizioni e un paio di refusi Grazie ragazze per i complimenti marco RE: L'occulta presenza di Hest - Assassin - 07-09-2011 Solo noi abbiamo a bordo un letteratissimo assassino intellettuale Spoiler [leggi] ...e secchione, ma non si può dire |