Strade Nascoste
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19-01-2015, 12:43,
Messaggio: #1
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Strade Nascoste
Sui vari store di ebook è a disposizione il primo romanzo che ho scritto, Strade Nascoste. Il suo è stato un cammino lungo, iniziato verso la fine del 2001, e mi ha visto più volte tornare a viaggiare sui suoi sentieri per mettere in atto modifiche e migliorie; dopo aver tentato per anni (dal 2007, quando l'opera è stata terminata) la via dell'editoria tradizionale, ho preso la decisione di fare l'esperienza dell'autopubblicazione, perché ritengo che Strade Nascoste sia pronto per un pubblico più vasto di quello che visitava Le Strade dei Mondi, grazie al quale ho avuto giudizi e commenti che mi hanno permesso di apportare migliorie al lavoro e chiarire le idee su alcuni dubbi. Un contributo che si è andato ad aggiungere alle esperienze di lettura e scrittura maturate negli anni.
Ora ritengo che il mio ruolo con quest’opera sia finito e lascio spazio alla storia e ai suoi personaggi, perché è il loro tempo di essere protagonisti; potrei dilungarmi nel parlare di cosa è e cosa non è Strade Nascoste, ma preferisco, per chi fosse interessato a farsi un'idea del romanzo, far sì che lo faccia da solo, leggendo il primo capitolo che ho messo a disposizione gratuitamente sulla pagina download del mio sito. |
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28-02-2015, 12:39,
Messaggio: #2
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RE: Strade Nascoste
Breve segnalazione per dire che Strade Nascoste è ora anche su Amazon.
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28-02-2015, 14:26,
Messaggio: #3
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RE: Strade Nascoste
(28-02-2015, 12:39)MrcT Ha scritto: Breve segnalazione per dire che Strade Nascoste è ora anche su Amazon. Complimenti! La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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28-02-2015, 16:22,
Messaggio: #4
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RE: Strade Nascoste
Grazie!
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31-03-2015, 12:36,
Messaggio: #5
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RE: Strade Nascoste
Per chi fosse curioso di scoprire com’è nato il romanzo Strade Nascoste e i suoi personaggi, com’è stata sviluppata la trama, da cosa si trae ispirazione per creare la storia e del perché si scrive fantasy, su Autori Sul Web c'è un'intervista al riguardo.
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20-06-2015, 12:10,
Messaggio: #6
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RE: Strade Nascoste
Segnalo la recensione fatta da Giancarlo Chiarenza sul blog Sole&Luna di Strade Nascoste. A un autore fa sempre piacere che la propria opera sia apprezzata
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17-11-2015, 19:11,
Messaggio: #7
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RE: Strade Nascoste
Strade Nascoste, con l'approssimarsi del periodo natalizio, dal 16 novembre fino al 31 dicembre è in offerta con lo sconto del 50% su tutti gli store online: quindi, anziché a 1.99 E è possibile acquistarlo a 0.99 E.
Un'occasione in più per chi vuole entrare nel mondo di Asklivion e scoprire la sua storia, i suoi misteri, conoscere Ariarn, Periin, Ghendor, Reinor, Lerida e i compagni che gli si affiancheranno in un viaggio che li porterà a scoprire i mondi nascosti che si celano nella realtà in cui vivono. |
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24-01-2016, 13:46,
Messaggio: #8
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RE: Strade Nascoste
Il maestro dei sogni di Olga Kharitidi è un libro che mi è capitato di trovare e leggere di recente e che racconta l’esperienza della psichiatra russo-americana nella sua iniziazione alla tecnica millenaria degli sciamani uzbeki di Samarcanda, i Guaritori del Sogno. La lettura dell’opera è gradevole e scorrevole, mai pesante, che dà spunti interessanti di riflessione e, se si vuole, anche d’aiuto nella comprensione dei traumi e della loro risoluzione.
Quello che mi ha colpito è il fatto che ci sia un punto in comune con Strade Nascoste; quanto scritto da Olga Kharitidi è qualcosa che esiste da secoli e io, scrivendo qualcosa di simile nella mia opera, non ho scoperto nulla di nuovo. Tuttavia, quando ho scritto quello che ho scritto, non ero a conoscenza di tali concetti e quanto realizzato è stata un’idea, o se si vuole un’intuizione, che ho reputato funzionale alla scena che stavo descrivendo. Non deve sorprendere la cosa, non si è di fronte a nulla d’eccezionale: è già capitato che siano sorte idee senza sapere che esse erano già state pensate e scoperte, vuoi per via dell’inconscio collettivo, vuoi perché magari gli esseri umani sono collegati tra loro da qualcosa d’invisibile e che li connette alle conoscenze esistenti. Anche se è interessante e importante scoprire come vengono alla luce certe idee, in questo momento l’attenzione viene focalizzata su cosa tale idea trasmette. Ghendor non fece altre domande sull’argomento, sapendo che non ci sarebbero state risposte: non era ancora venuto il tempo. «C’è una cosa che non capisco ed è legata ai miei timori» disse dopo qualche momento. «Perché la mia paura portava avanti una parte di me che non si riusciva a staccare dall’infanzia? Perché era così ancorata a dove ero nato e ai miei genitori, al timore di non rivederli più? Non ho mai avuto separazioni che potessero creare un trauma tale da generare un’emozione del genere.» Aliman mise le mani dietro la schiena. «La paura che hai sentito è una parte di tua madre: un trauma che ha lasciato un segno nel suo animo e che inconsciamente ti ha trasmesso alla nascita. Si è dovuta separare molto giovane dai luoghi cui teneva, costretta ad andarsene per lavorare e poter mangiare, stando lontano dai suoi genitori per molto tempo. La paura di non rivederli, di essere abbandonata, le ha lasciato una cicatrice mai guarita. E alla tua nascita è passata a te. Ecco perché vivevi quelle emozioni e non ne capivi bene il motivo.» Si fermò. «Ecco perché nella Rivelazione s’insiste sulla risoluzione dei conflitti interiori: non solo per vivere meglio, ma anche per non correre il rischio di trasmettere ad altri i propri timori, o colpe, come sono chiamate, e far pagare a loro le proprie mancanze.» «Mia madre mi ha raccontato della sua infanzia, di quanto le è capitato: non può essere stato questo ad avermi condizionato?» «Ti ha reso il timore a un livello di coscienza più alto, ma non l’ha fatto nascere. Puoi far fatica a crederci, ma è così: fa parte del complesso gioco della vita.» Strade Nascoste – Capitolo XVII. La foresta di Hestea. «Nelle storie familiari ci sono tragedie molto più gravi di quanto potreste mai immaginare. Le persone imparano a nasconderle a se stesse e ai loro figli. Giocano a nascondino con gli spiriti del trauma; secondo voi come va a finire? Nella maggior parte dei casi sono le persone a perdere, perché, anche se loro non ricordano, i loro geni – quelle infallibili particelle di memoria – non dimenticano nulla e la ferita resta aperta finché non viene curata. «Funziona così anche nelle cose più piccole. Poco dopo essere venuti al mondo, nell’archivio della nostra memoria si cominciano ad accumulare ferite, il meccanismo è lo stesso della teoria darwiniana della sopravvivenza del più forte, ma in questo caso viene applicato alle realtà psichiche. Ogni creatura tenta di sopravvivere e questo vale anche per gli spiriti del trauma: devono “nutrirsi”. Hanno sempre fame e si procurano il loro cibo provocando altre ferite. Come spiegate il paradosso per cui le vittime di abusi si trasformano a loro volta nei peggiori carnefici? Sembra illogico, ma per gli spiriti del trauma è assolutamente normale sopravvivere dentro alle vittime di abusi attraverso le loro ferite e nutrirsi ricreando quelle ferite. Il Maestro dei Sogni. Olga Kharitidi. Oscar Mondadori 2003, pag.56 |
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31-01-2016, 16:28,
Messaggio: #9
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RE: Strade Nascoste
I sogni sono sempre stati fonte d’interesse dell’uomo. Fin dall’antichità vengono studiati, analizzati, per cercare di comprendere il messaggio che si nasconde dietro le immagini oniriche. Chi era in grado d’interpretarli era tenuto in gran considerazione, come è mostrato nella Bibbia con Giuseppe che, grazie alla sua capacità, dopo essere stato venduto dai fratelli, in Egitto diviene una delle persone più potenti e rispettate del regno.
Dai sommi sacerdoti e agli sciamani si è giunti agli psicologi, a Freud e Jung, per capire il meccanismo che li genera. Si sa che sono un modo per visualizzare stati interiori, blocchi, paure che coscientemente non si vogliono affrontare o di cui non si ha conoscenza: dubbi, ansie, che durante il periodo di veglia si controllano, ma che saltano fuori dall’inconscio quando le barriere della mente s’abbassano durante il riposo. Se vogliamo possono essere un modo per conoscere se stessi, per analizzare quelli parti che si cerca d’eludere: un modo per mettersi di fronte a ciò che si cerca di sfuggire. Certo il linguaggio non è diretto, usa una simbologia particolare di cui occorre avere la giusta chiave di lettura; soprattutto occorre andare oltre a ciò che viene mostrato, soffermandosi sulle emozioni che stanno dietro quello che accade nel sogno. Un ottimo mezzo di conoscenza di se stessi, ma non solo. Gli antichi sapevano che erano molto di più. Sogni premonitori, capaci di mostrare eventi futuri. Sogni capaci di far vedere quello che accade a persone lontane cui si è legati. Non solo. Attraverso i sogni si possono raggiungere profondità sconosciute, superare le barriere imposte dal vivere quotidiano, dalla materialità; un modo che mostra come si è collegati all’essenza che permea ogni cosa. Qualcuno lo chiama inconscio collettivo, qualcuno divinità; la realtà è che esiste qualcosa di più grande di quanto si vede e conosce, che ancora è da scoprire. Per questo la simbologia nei sogni, anche per popoli di razze e continenti diversi, è la stessa, mostra gli stessi significati, segno dell’universalità del creato e del giungere dalla stessa origine. Un mondo di cui si è sfiorato solo la superficie, che ha tanti segreti da mostrare. Il sole del mattino trovò i viaggiatori intenti a fare colazione, seduti alla base delle colonne dell’imponente costruzione. «Sai, sei davvero un oratore straordinario» stava dicendo Lerida a Ghendor. «Il tuo modo di descrivere come doveva essere questa zona ha fatto sorgere la sua immagine nella mia mente, tanto da sognarla questa notte» prese a raccontare con enfasi. «Durante il sonno ho visto edifici bianchi come il lastricato, con ampi portici sorretti da colonne di lucido marmo, pieni di lavorazioni. I piedistalli non erano più vuoti: ognuno aveva una statua. Rappresentazioni di saggi, sacerdoti, esseri alati, animali, ma anche scene di vita, capaci di comunicare emozioni pervase da una strana energia. Si trovavano sul sentiero dal quale siamo arrivati, intorno alla piazza, nei giardini: avessi visto com’erano curati e ordinati. Le siepi erano perfette e non c’erano erbacce nelle aiuole. Riuscivo a sentire il loro profumo ed è strano: di solito nei sogni non si percepiscono.» Si fermò a ricordare. «C’era gente dappertutto: nelle case, nelle strade, nella piazza. Gente d'origine diversa, vestita con gli abiti dei propri paesi. Camminavano e parlavano tra loro a proprio agio, non come spesso si vede nelle nostre città dove non ci si cura dell’altro e lo si guarda con sospetto. Anche se non conoscevo nessuno, mi sentivo parte della moltitudine. Non ricordo cosa le persone dicessero, ma erano tutti in armonia: sui loro volti c’era serenità e anch’io la provavo» le s’illuminarono gli occhi. «A un certo punto tra la folla mi è venuto incontro un uomo, uno di quei vecchi saggi dalla lunga veste e dalla barba bianca, e senza dirmi niente mi ha fatto cenno di seguirlo. Era come se gli altri non ci vedessero, come se fossimo invisibili e senza forma. Siamo passati di fronte alle biblioteche fino ad arrivare al tempio; i bassorilievi del frontone erano integri e sopra di essi vi era un sole fatto d’oro che rifletteva la luce. C’era una marea di gente che entrava e usciva, ma non siamo entrati: siamo passati di fianco al recinto argentato e abbiamo superato il tempio. Ci siamo addentrati in una zona verde e abbiamo camminato a lungo; poi sono stata avvolta in una calda luce e mi sono sentita bene.» Sospirò felice. «Era solo un sogno, però sembrava così veritiero.» Si fermò guardando i compagni. «Che cosa c’è?» Gli altri tre la stavano fissando straniti, scambiandosi occhiate stupite. Ariarn fu il primo a rispondere. «Ho fatto lo stesso sogno, solo che nel mio c’era una giovane donna a guidarmi.» «La stessa cosa vale per me: ero guidato da una figura completamente ammantata» disse Reinor. «Cosa inconsueta, ma sembra che siamo stati collegati.» Ora fu Lerida a rimanere stupita. «Incredibile.» Mormorò. «E tu Ghendor cos’hai visto?» «La figura che mi guidava era avvolta in un alone luminoso e potevo percepire solamente che era umana: altro non sono riuscito a scorgere.» I quattro si guardarono a metà tra il divertito e lo stupito. «Credete che sia stato veramente così questo posto? Abbiamo sognato il passato?» chiese Lerida. «È un azzardo affermarlo, ma è probabile che sia stato così» disse Reinor. «Secondo gli studi degli atenei, negli oggetti rimane traccia delle esperienze e delle emozioni della gente che vi è venuta a contatto. Più è forte l’emozione e più s’insinua nell’oggetto caricandolo di un certo tipo d’energia che arriva a farsi percepire anche dalle persone normali, influenzandole, facendo provare paura, tristezza, attaccamento, pace, serenità. Questo luogo n’è un esempio: la fede e l'armonia di chi è stato in questi luoghi devono essere stati tali da mantenersi a lungo.» «Oppure c’è dell’altro» intervenne Ghendor. «Qui davvero un tempo c’era qualcosa di speciale, di superiore e la sua presenza persiste. Forse gli uomini di allora avevano trovato quello che la Rivelazione adesso ci sta mostrando a piccoli passi.» «Forse sono vere tutte e due le teorie» disse Ariarn. «Ma non abbiamo modo di verificarlo. Sta di fatto che questa notte abbiamo avuto un riposo come non accadeva da tempo.» Periin passò loro accanto; era la prima volta che lo vedevano da quando si erano svegliati. «Tu cosa hai sognato?» domandò Lerida. Lo sguardo che gli videro era uno dei più duri avuti da quando lo conoscevano. «Mi fa piacere che siate sereni e che le vostre preoccupazioni siano i sogni della notte» disse atono. «Ma vi ricordo che la realtà è ben diversa. Quando avrete finito e vorrete continuare il viaggio, fatemelo sapere» si girò, andando a riprendere lo zaino lasciato tra le colonne. «Oggi è più di cattivo umore del solito» costatò la mezzelfa. Strade Nascoste. Capitolo IX. Sogni. |
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27-02-2016, 18:17,
Messaggio: #10
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RE: Strade Nascoste
Il sognare non è mai fine a se stesso: svolge diverse funzioni, influenzate da fattori interni ed esterni. Emozioni ed esperienze vissute durante la giornata, nel passato, ansie, aspettative, timori, vengono rielaborate dalla mente durante il sonno; si può dire che il sogno sia una sorta di guardiano, sia per preservare il sonno (di cui l’uomo ha assolutamente bisogno per il proprio benessere) dal risveglio, sia per supportare la psiche da eventi che l’hanno toccata nel profondo.
Ma dato che le funzioni sono diverse, vanno analizzate una per volta, a cominciare dal sogno come esaudimento di desiderio. Il desiderio ha valenza sia positiva, sia negativa: può essere la realizzazione di impulsi, voglie che sono state viste come negative e pertanto represse, un tendere verso quelle parti più oscure della propria indole che vogliono essere celate. Insomma, mancanze. La realizzazione attraverso il sogno è una sorta d’appagamento, di un mezzo per adempiere quanto si vorrebbe ma non si ha il coraggio d’attuare. Tali contenuti (negativi) nell’analisi sono definiti catagogici; mentre quelli che spingono l’uomo a elevarsi, a mirare a ideali, sono definiti anagogici. E’ sorprendente come i desideri abbiano un raggio d’influenza così grande da toccare molteplici aspetti dell’esistenza, dall’esteriorità all’interiorità, come possano condizionare l’individuo e la sua vita. Non per niente poeti e filosofi di tutti i tempi hanno compreso come nel sogno il desiderio è il padre del pensiero e sia rivelatore di quello che si cela nell’anima; uno specchio capace di mostrare ciò che l’io cosciente non è in grado d’accettare. Mezzo rivelatore di speranze mai pronunciate (o a cui si è rinunciato), di frustrazioni e ossessioni. Anche mentre camminavano, Ariarn non smise di pensare all’incontro avuto nel sogno. Era nei pressi della piazza, muovendosi tra aiuole di fiori gialli, rossi e indaco, all’ombra delle fronde degli alberi; la gente attorno a lui discorreva tranquillamente, seduta nelle panche. Un riflesso dorato aveva attirato la sua attenzione. Avviandosi lungo lo spiazzo, non riusciva a smettere di seguire la fluente chioma castana che sgusciava tra la folla. Vedeva sempre di più della figura sfuggente mentre si avvicinava: capelli morbidi che si riversavano sulla pelle scoperta delle spalle come una cascata di miele, accarezzandola dolcemente, sospinti all’indietro da una leggera brezza. Una tunica bianca, ornata da una cintura marrone ai fianchi, aderiva su un corpo aggraziato, seguendo i movimenti sinuosi. Sentì un tuffo al cuore quando si voltò verso di lui e vide un viso delicato attraversato da una ciocca di capelli spostata dal vento. Con un gesto della mano, la donna se lo scostò dal viso e sorrise. Un sorriso che non avrebbe scordato, capace di scaldarlo come mai era successo. Con il fiato corto, la vide dirigersi verso di lui e prendergli la mano quando gli fu vicino, reclinando leggermente il capo e mostrando la morbida linea del collo. «Vieni» gli disse con brio, ridendo divertita alla sua sorpresa. Lo tirò gentilmente presso di sé. Non oppose resistenza, perso nel guardare il sorriso velato dai capelli che si spostavano sul volto e le rapide occhiate degli occhi grigio-verdi. Presto gli edifici, la gente, il magnifico tempio, furono alle spalle. Non s’inoltrarono nella foresta, come aveva raccontato Lerida, né francamente ricordava con precisione il paesaggio: aveva il sentore di colline e fiumi che scorrevano accanto, ma la sua attenzione era puntata sulla figura che lo stava guidando. Il passo rallentò e si trovò a camminare al suo fianco, la mano stretta in quella di lei. I capelli celavano sempre in parte il suo volto, il capo leggermente inclinato a guardare il terreno, ma con le labbra abbozzanti il sorriso, come se fossero sempre pronte a farlo sbocciare. Sentiva la fragranza della sua pelle, il profumo di fiori ed erba che emanava i suoi capelli, come se per tutta la vita non avesse vissuto che all’aria aperta. Non si ricordò per quanto avessero camminato: avrebbero potuto continuare all’infinito. A un certo punto la luce cominciò ad avvolgerli e a sostituirsi al paesaggio, fino a essere immersi in un calore benevolo e confortante. La donna gli si mise davanti prendendogli entrambe le mani, fissando gli occhi nei suoi. «Riposa ora, combattente» gli disse con voce squillante e suadente in un dolce sussurro. «Molte sono le battaglie che hai combattuto e altre ti stanno attendendo. Lascia le preoccupazioni e dai riposo al corpo e allo spirito. Persino i più resistenti e temprati possono spezzarsi se non si concedono una pausa» con una mano gli accarezzò la faccia incorniciata dalla barba. «Molte sono le ferite della tua anima e così pesante il fardello che porti senza condividerlo con nessuno, sacrificandoti per gli altri senza chiedere nulla in cambio» una vena di tristezza e malinconia comparve nel suo sguardo. «Non esiste buona azione, generosità che non sia ricompensata. Devi solo aspettare ancora un poco: l’amore vero non cresce ovunque.» Fece per parlare, ma non ci riuscì, la mano delicata di lei posatisi sulla sua bocca. «Abbi fiducia. Come dici tu, senti che questa è la verità e si avvererà. È una promessa» la luce si fece più intensa, avvolgendola completamente e celandola alla vista. «Ricordati di me: mi rincontrerai e allora sarò con te.» Si era risvegliato sereno, come se molti pesi gli fossero stati tolti. Il sogno gli aveva lasciato una piacevole sensazione di benessere, sicuro però che con il nuovo giorno sarebbe svanita. La scoperta del sogno collettivo lo aveva però indotto a ricredersi, convinto che fosse molto di più di quel che gli era apparso al risveglio. Di qualsiasi cosa si trattasse, era sorpreso di come fosse riuscita a mettere a nudo un angolo così segreto della sua anima. Dopo le esperienze avute con l'ingresso nei Guardiani, era arrivato alla conclusione che avere l’amore di una compagna gli fosse precluso; la possibilità di perdere la persona amata a causa della strada intrapresa l’aveva fatto riflettere a lungo, ma non era stato l'unico elemento ad averlo fatto giungere a quella convinzione. Era diverso dagli altri, era andato lontano in una maniera che non poteva essere raggiunta, compresa e condivisa da nessuno, costringendolo a un'esistenza solitaria. Il sogno gli aveva dato una visione di speranza e con l'immagine di un sorriso nel cuore avrebbe atteso, perché sentiva che un giorno le cose sarebbero cambiate. Ma non ancora. Non ancora. Strade Nascoste. Capitolo IX. Sogni. |
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