L'apprendista assassino (Assassin's Apprentice)
Commenti sul primo volume dei Lungavista
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30-10-2013, 23:03,
Messaggio: #1
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L'apprendista assassino (Assassin's Apprentice)
Citazione: Cominciò così, per me, una decina di anni fa, un’avventura che mi avrebbe fatto palpitare, infuriare, sorridere, commuovere e disperare, talvolta tutto insieme. Fu il primo assaggio della magia Hobb, potentissima fin da subito. Storie come questa ti entrano dentro, ti scuotono, e se le abbracci col cuore e con la mente sono capaci di cambiarti la vita. Lo dico perché a me è successo. Lo testimonia questo nostro sito, che da parte mia è un puro tributo d’amore a Robin Hobb e al suo Matto. Lo testimonia ancor più l’emozione che provo ogni volta nel riaprire Assassin’s Apprentice e trovare lì fissato, subito dopo la copertina, un appunto lasciatomi da Robin: la sua grafia, i suoi dati di accesso, una password di per sé dolcissima… in una parola, la sua fiducia. Non per me ma per noi tutti, conosciuti e conquistati in un indimenticabile weekend a Parma. Dieci anni dopo, dunque, ha un sapore diverso rileggere il libro da cui tutto questo ha avuto inizio. Spero che altri di voi abbiano voglia di riattraversare il Realm of the Elderlings nei mesi che ci separano dal nuovo, attesisissimo capitolo della saga, The Fool’s Assassin. E sarebbe ancora più bello se qualcuno volesse leggere i romanzi per la prima volta, provando sulla sua pelle le stesse emozioni che in tantissimi già conosciamo. E se vorrà discuterne con noi, su Blood Memories, sarà una gioia persino più grande. :-) Lascio dunque spazio ai vostri commenti, che vogliate scriverli a lettura ultimata oppure progressivamente, di capitolo in capitolo. Io mi sto rendendo conto che ho troppo da dire per condensare tutto in un unico intervento, quindi dovrete rassegnarvi a una lunga sfilza di post da parte mia, man mano che proseguirò nella rilettura. Ricordo anche che Tiz ha aperto un magnifico topic nella sezione straniera col medesimo intento; se conoscete l’inglese, lo trovate qui: Re-Reading Together Assassin’s Apprentice. Buona lettura — o rilettura — dell’Apprendista Assassino. Come ama scrivere Robin nelle sue dediche, “Here Fitz’s tale begins!”
Occhi-di-notte Ha scritto: |
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01-11-2013, 15:28,
Messaggio: #2
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RE: L'apprendista assassino (Assassin's Apprentice)
Ehehe, Mattina, capisco quello che vuoi dire!
L'Apprendista Assassino anche alla rilettura si dimostra un gioiello impagabile. Buona rilettura! La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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01-11-2013, 20:32,
Messaggio: #3
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RE: L'apprendista assassino (Assassin's Apprentice)
~ CAP. 1 ~
Passato remoto Fra le innumerevoli, bellissime espressioni usate dalla Hobb nei suoi romanzi, ce n'è una in particolare che mi è rimasta dentro fin dalla prima lettura: Citazione:Almost, it is like a puppet show beginning. [...] The curtains parted, and there we stood before that great door. Giuro, non l'ho più dimenticata. Ho sempre trovato che fosse assolutamente perfetta per descrivere quel momento: il piccolo Fitz catapultato in scena, sotto i riflettori, all'improvviso e senza aver studiato la parte, più spettatore che attore della sua stessa vita. Il sipario si apre e si ha la percezione di qualcosa di importante che sta per avere inizio; ed è davvero così, se consideriamo lo sconvolgimento che quel bambino, per il solo fatto di esistere, porterà fin dal principio alla corte dei Farseer (“If all I had ever done was to be born and discovered, I would have left a mark across all the land for all time”). E fa una strana impressione sentir raccontare quel giovanissimo Fitz, indifeso e inconsapevole, dalla voce amara dell'uomo che sarebbe diventato: Citazione:I do not even know to whom I try to explain myself. My life has been a web of secrets, secrets that even now are unsafe to share. Shall I set them all down on fine paper, only to create from them flame and ash? Perhaps. Per tutto questo, Robin Hobb è assolutamente magistrale fin dalle prime battute. E non solo: nell'arco di un solo capitolo ci mostra il grande cuore di Burrich — diviso tra la fedeltà a Chevalier e il dolce attaccamento a Pazienza — contrappone la schiettezza e la semplicità di Veritas all'astuzia e alla vanità di Regal — che, a ragione, rimprovera al fratello maggiore la sconsideratezza di non aver insabbiato lo 'scandalo Fitz' e critica la sistemazione del bambino nelle stalle — e dipinge fuori scena un ritratto efficacissimo del principe Chevalier, che non incontreremo mai ma che ci sembrerà di aver sempre conosciuto. Introduce anche lo Spirito, nell'abbraccio istintivo dei due cuccioli Fitz e Nasuto, e nomina persino l'Arte come possibile spiegazione di quei ricordi così vividi. A proposito di ricordi, non sono mai venuta a capo della totale assenza di memorie di Fitz prima dell'arrivo a Occhio-di-luna. Sei anni sono tanti per un bambino. Può davvero un trauma — il distacco dalla madre? — causare una cancellazione tanto profonda? Può farlo veramente, specie considerando l'indifferenza con cui Fitz ascolta le preghiere della donna e la vede scacciare con violenza dal nonno? Alla luce di quel che abbiamo letto e appreso nel tempo, sembra tanto una Forgiatura. Non lo sarà stata in senso stretto, ma l'effetto è spaventosamente simile. E tutt'oggi mi lascia turbata. Parlando del nonno, la sua figura è controversa. Implacabile, lo definisce Fitz, in relazione alla sua stretta, che era ferma eppure warm, calda, e not unkind, cioè quasi gentile, nel condurlo a destinazione (“non mi lasciava scivolare sulle strade gelate, ma non mi permetteva neppure di sfuggire al mio destino”). Ed è vero che lo aveva portato via a sua figlia, è vero che ne ignora fino alla fine le suppliche disperate, ma è anche vero che — molto probabilmente — sceglie di mancare il bersaglio quando le lancia contro un pezzo di ghiaccio (“non ricordo un grido, né il suono della carne colpita”). Non doveva essere un uomo cattivo. Solo qualcuno messo di fronte a una scelta dura quanto inevitabile. Un'altra cosa che vorrei sottolineare è questa: avete fatto caso che l'affido di Fitz a Burrich non è un'iniziativa di Veritas? Il principe dispone semplicemente che “il ragazzo venga nutrito e messo a dormire da qualche parte”, ripromettendosi di considerare meglio la questione l'indomani; ma è Jason, la guardia che aveva preso in carico Fitz dal nonno materno, a portarlo via e a darlo a Burrich. Più tardi, alla fine del capitolo, Veritas si assume col fratello la responsabilità di quella decisione — “l'ho consegnato a Burrich. Lui è l'uomo di Chevalier, e lo tratta come una cosa del suo signore” — ma di fatto non è stata una sua idea, almeno non all'inizio. Curioso, non trovate? Infine, un'ultima breve considerazione. Quanto, ma quanto è bella la chiusura del primo capitolo? Citazione:I grew up fatherless and motherless in a court where all recognized me as a catalyst. And a catalyst I became. Tagliente. Riassuntiva. Profetica. Amo Robin Hobb. Occhi-di-notte Ha scritto: |
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02-11-2013, 18:47,
Messaggio: #4
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RE: L'apprendista assassino (Assassin's Apprentice)
Il nonno ha colpito molto pure me.
In generale mi aspetto che si scopra qualcosa della madre o della famiglia nei prossimi libri. Sappiamo troppo poco. La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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