Strade Nascoste
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17-04-2016, 12:35,
Messaggio: #11
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RE: Strade Nascoste
Tutti i sogni mostrano dei lati di sé, hanno un insegnamento da trasmettere; solitamente sono "criptati", ovvero hanno bisogno di una chiave di lettura per interpretarli. Ma alcuni di essi sono così lucidi e diretti che non occorre rifletterci sopra. E' come trovarsi in una specie di trance che fa raggiungere degli spiriti guida, essenze di un aldilà capaci di dare una conoscenza solitamente bloccata; un sonno in cui si è vigili e attenti, consapevoli di quello che succede.
Il cammino proseguì di buon passo fino a mezzogiorno, quando si fermarono per consumare un frugale pasto al riparo di un gruppetto d’acacie. Socchiudendo gli occhi, Ghendor fissò i giochi di luce dei dardi solari nell’intreccio di rami e foglie. Era la stessa cosa accaduta in sogno. Dopo aver girovagato nel luogo risorto, fermandosi a osservare le statue e la gente che passava, s’era incamminato alla volta del tempio, immettendosi nel flusso della corrente umana. Salita la gradinata dell’imponente muraglione, aveva oltrepassato i recinti del tempio, continuando a camminare lungo il perimetro del santuario. Senza accorgersene si era allontanato dagli altri, fermandosi a rimirare una statua. Il volto incorniciato da una chioma fluente di capelli ondulati, era stato cesellato dando un’espressione penetrante. C’era severità e dolcezza, ma anche forza che si manifestava nelle membra muscolose e aggraziate, dando al corpo un senso d’armonia e grazia che trascendevano dall’aspetto umano; e che quell’essere fosse molto di più lo si poteva capire dalle grandi ali che spuntavano dal dorso. Ali d’aquila per sollevarsi da terra e volare nei cieli, lontano dal mondo conosciuto e dirigersi verso luoghi inesplorati, dove l’uomo non era ancora giunto. La magnifica creatura teneva la mano aperta, il palmo rivolto verso l’esterno, in un gesto che era un invito a unirsi nell’ebbrezza del volo. Una sottile corda passava sul torace assicurando un lungo corno alla schiena: sembrava essere una delle trombe del giudizio citate in alcuni testi. Un raggio luminoso lo colpì agli occhi. Per un attimo pensò che fosse il riflesso del sole sulla parte dorata della facciata del tempio; invece l’origine era una fonte luminosa che si trovava su una panca a pochi metri di distanza. «Salve Messaggero.» La luce parlò e si mosse, come se qualcuno fosse avvolto in essa. «Siediti qui con me.» Ghendor andò a occupare posto sulla panca. «E’ una meravigliosa costruzione, non trovi?» La luce parlava tranquillamente, a suo agio. «Un giorno tornerà a essere così.» «Questo è un sogno?» S'era sentito strano a porre quella domanda. «Sogno?» Fece divertito l’essere. «Sì, lo è, ma è anche una realtà che è stata e che potrà di nuovo essere, se lo si vorrà.» «Allora sto sognando il passato e il futuro?» «Più che sognando si può dire che ti sei svegliato nel sogno.» La creatura rise all’espressione dell’uomo. «Fino a questo momento hai vissuto il sogno delle persone che sono rimaste qui, che hanno lasciato impresso in questo luogo l'ideale in cui più fermamente hanno creduto e che ora sta rivivendo nel vostro sonno. Ma quando si sogna non si è mai protagonisti, non si sceglie come agire, si subisce lo svolgersi del sogno; si è condizionati, come lo si è nella vita dai rapporti con gli altri e l'ambiente. Se tu stessi ancora sognando saresti entrato a pregare nel tempio con gli altri. Ma se tu sei qui significa che non sei più sotto la sua influenza e sei libero di scegliere: quindi sei sveglio. Perciò ti dico che ti sei svegliato all’interno del sogno.» A Ghendor era parso che si voltasse a guardarlo. «Non hai capito, ma non importa: non è questo quello che conta. La comprensione verrà da sé.» «Sono libero di fare quello che voglio: quindi posso decidere di svegliarmi e tornare al presente?» Aveva chiesto titubante Ghendor, nonostante tutto gli sembrasse strano. «Certo che puoi, ma perché vorresti farlo?» Chiese l’essere luce. «Hai ancora una cosa da fare qui.» Ghendor aveva dato ragione alla creatura: non voleva ancora tornare alla realtà, ma ne ignorava la ragione. «Che cosa devo fare?» «Qualcosa che ti aiuterà a compiere la missione.» Disse la creatura. «Imparerai a conoscere di più te stesso. Camminiamo un po’.» «Come può essermi questo d’aiuto nella ricerca?» La figura luminosa lo precedeva di qualche passo. «Alcune cose non ti sono chiare, anche se già sei sulla buona strada. Ma stai venendo aiutato e non ci metterai molto a capirlo.» Si arrestò davanti a una statua di un uomo con entrambe le mani appoggiate sull’elsa di una spada piantata nel terreno; uno scudo era assicurato alle sue spalle. «Quando un discepolo è pronto compare un maestro.» Ghendor fissò l’opera. “Questa l’ho già sentita.” Pensò. «Non solo l’hai già sentita, ma la stai vivendo.» Lo sorprese l’essere luce. «E non sarà difficile, visto che già possiedi delle buone basi: devi solo fare il passo successivo che divide la teoria dalla pratica. La tua mente è aperta e coglie il significato più profondo della Rivelazione. Liberandoti da certi blocchi scoprirai verità ulteriori. Hai bisogno di un po’ di tempo, ma hai la fortuna di avere incontrato chi potrà mostrarti come fare.» «Ariarn.» Disse il Messaggero. «Si. Ti può insegnare perché ha già intrapreso questa strada, ma ricorda che sarai tu a doverla percorrere.» Fece una pausa. «Sei molto bravo a insegnare agli altri, ma ricorda che per insegnare veramente bisogna prima saper fare: dovresti ascoltarti quando parli, ti sarebbero molto d’aiuto. » «Di che cosa ho bisogno?» Ghendor si era sentito come un libro aperto per quella creatura, ma non avvertì disagio. «Innanzitutto devi eliminare una visione errata di quanto che fai. Non sforzarti solamente di credere, comprendi che può essere veramente così, che ciò che insegni ha dei risvolti pratici, non solo per gli altri, ma anche per te: ci sei vicino, la sfiori, ma non riesci ad afferrarlo. E non ci riesci per un semplice motivo: ti manca convinzione, sottovaluti le tue capacità.» Ghendor aveva fatto per parlare, ma l’essere aveva continuato. «Ti manca sicurezza e rimani ancorato al passato, non riuscendo a superare certi comportamenti. Tutti hanno delle debolezze; il fatto che tu non le veda, non significa che non ci siano. La sicurezza che cerchi la devi trovare in te stesso, gli altri non te la possono dare: ricordi?» Ghendor aveva ricordato: erano parole sue. La creatura aveva ragione: era bravo nell’insegnare agli altri a risolvere i loro problemi. Allora perché non riusciva a risolvere i propri? «Sempre per insicurezza.» Aveva risposto l’essere alla muta domanda. «Tu credi ai Messi Celesti e alla Rivelazione. Credi anche in te stesso. Ti accorgerai che è la medesima cosa.» L’essere stava facendo il cammino a ritroso fatto per arrivare al tempio. «Non esiste uomo che non abbia paura. Ma non è da tutti superarla e non può essere eliminata: ma limitata e impedire che blocchi, sì. Perché è questo che fa: impedisce di agire e crescere. Dovrai superarla per riuscire nella missione e potrai farlo solo se avrai sicurezza in te perché come in ogni uomo c’è molto più di quello che si vede. » Erano arrivati all’ingresso della zona del santuario, davanti al piedistallo su cui era situata l’iscrizione letta. «Perché non c’è nessuna statua?» Chiese Ghendor. L’essere luce fissò la costruzione di pietra. «Perché non c’è opera di pietra o di altro materiale che possa rappresentare qualcosa di ampio e multiforme come l’anima. Il messaggio che si vuole trasmettere è conoscere quanto legata a essa, anche le parti più oscure, per farle diventare luce.» A Ghendor parve che alzasse un braccio per indicare il piedistallo. «Lo spazio è lasciato vuoto perché ognuno veda se stesso e comprenda che la crescita è senza limiti.» Il Messaggero guardò verso i piedistalli che adornavano il sentiero. «Quelle statue invece sono state create per rappresentare singolarmente ogni lato del carattere umano, per frammentare l'intero dell'anima e rendere perciò più facile la sua comprensione, giusto?» «E’ così: parti del sé che insieme formano l’uomo, come i colori formano la luce bianca.» L’essere si avviò verso le gradinate. «Il nostro tempo qui è ora concluso, ma ci rincontreremo. Potrei dire che ci vedremo sempre, ma ancora non capiresti.» «Tu sei un Messo Celeste?» L’essere luce rise. «Un giorno vedrai.» Continuò a scendere gli scalini. «Rammenta queste parole: andrai lontano, dove molti non hanno osato arrivare e dalle tue azioni scaturirà un gran bene. Molti avranno salva la vita grazie a te. Non sentirti fuori posto perché non appartieni alla mentalità di questo mondo; non aver paura di giudicarlo perché solo vedendo dove sbaglia potrai cambiarlo. E lo farai con la tua vita, seguendo la strada che già percorri: altri ti seguiranno perché rivelerai la verità.» Ormai era nel prato. «Non si affidano compiti a chi non è in grado di portarli a termine. Molti credono in te: credici anche tu.» Ghendor avrebbe voluto fare altre domande, ma la luce si fece più intensa fino ad avvolgere tutto e a farlo svegliare. Rifletté sulle parole del sogno: erano cose che già sapeva. Sentirle dire da un altro però era diverso: era come essersi liberato di un peso, sentendosi più libero e leggero. Forse era venuto il momento di cambiare. Cosa aveva da perdere se poteva migliorare? Con una nuova fiducia riprese il cammino insieme agli altri. Strade Nascoste. Capitolo IX. Sogni. |
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12-01-2017, 13:39,
Messaggio: #12
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RE: Strade Nascoste
Platone rifiutava l’idea che l’arte avesse l’unico scopo di generare piacere, perché riteneva che dovesse trasmettere valori e virtù, che dovesse educare e insegnare. L’arte è per sua natura una copia e una copia è sempre imperfetta, in essa è presente qualcosa d’illusorio, una minima distorsione della realtà. Secondo Platone, un artista è sostanzialmente un bugiardo; la sua avversione era soprattutto verso la poesia, secondo il quale era limitata a offrire opinioni e sentimenti destinati a finire. Per lui fare poesia era finire nelle mani della musa corrotta.
Se accetterai la Musa corrotta della poesia lirica o epica, nella tua città regneranno il piacere e il dolore anziché la legge e la ragione, scrive nella sua opera Repubblica. Amava i miti purché fossero intesi come insegnamento morale, ma era nemico dei mitografi perché inventori di mondi falsi. In questo modo di pensare si può vedere uno scontro tra ragione e sentimento, tra razionalità e intuizione. Un modo di pensare imperniato sulle regole e che avversa ciò che non sottostà a esse, proprio come fa l’arte, perché l’arte è tante cose, soprattutto libertà d’espressione. In tutti i modi, l’arte è comunicazione, perché trasmette qualcosa a chi ne è spettatore: possono essere insegnamenti, emozioni, esperienze e tutto può essere arricchente per l’individuo. Si può non essere d’accordo, dato che è limitante, con il pensiero di Platone che vede un certo modo di fare arte come negativo, ma va riconosciuto che la considerazione che lui aveva sull’usare l’arte come fonte di educazione e insegnamento fosse giusta. Una realtà che ho voluto utilizzare nella realizzazione di Strade Nascoste, volume appartenente a Storie di Asklivion. Viaggiarono spediti, la stagione primaverile con i suoi canti e i suoi colori che permeavano ogni spazio; in cielo le nuvole si rincorrevano simili ora ad animali, ora a montagne. Il cammino piegò a nord-ovest, come detto da Ariarn: avrebbero attraversato la piana sopra la Cordigliera di Nekton, spingendosi verso il Muro delle Lame, fino ad arrivare alla foresta di Hestea, proseguendo poi a ovest fino a giungere a Ronaan. Per tre giorni camminarono nella pianura, circondati solamente da distese d’erba; al quarto giorno la morfologia del terreno mutò, sorsero declivi, le foreste riempirono gli spazi. Il paesaggio si arricchì della presenza di un fiume e dei suoi piccoli affluenti, il cielo blu e le nubi bianche che si riflettevano sulla superficie di un gran lago attorniato da selve di conifere. All’ottavo giorno una fitta nebbia calò su tutta la zona. Persino per Periin divenne difficile orientarsi in quel mare bianco. Per due giorni le grigie condizioni atmosferiche persistettero prima di lasciare di nuovo posto al sole. I cinque si ritrovarono immersi in una vasta vallata di boschetti, circondata da basse montagne intercalate da passaggi che portavano alla pianura circostante. «Abbiamo piegato troppo a nord rispetto al percorso» disse Periin. «Rimedieremo adesso dirigendoci più a ovest.» La comparsa di uno squadrato pezzo di marmo in mezzo all’erba, seguito dopo pochi passi da un altro, li colse di sorpresa. Qualche metro ancora e si ritrovarono a camminare su un lastricato bianco, che si snodava sinuoso costeggiando i verdi boschetti della vallata. Piedistalli diroccati sorgevano in prossimità delle svolte del sentiero. Il viale lastricato, accompagnato dal profumo di fiori di campo, arrivò a una scalinata: i resti di bianche mura mostravano il perimetro di ciò che era stato un ampio e vasto complesso architettonico. Della grandiosità di un tempo rimaneva solo macerie coperte da edere. Era un luogo abbandonato, ma vi aleggiava un’atmosfera di pace, come se la presenza di quanto era stato non se ne fosse andata, continuando a permearlo. La curiosità e il fascino del luogo fecero salire gli scalini scheggiati. I pilastri, un tempo sostegno ai cancelli d’ingresso, splendevano nel loro candore; i resti dell’arco che univa le due colonne erano sparsi nello spiazzo che si estendeva davanti ai cinque. Guardandosi intorno come bambini in una casa nuova, arrivarono di fronte a un piedistallo alto due metri, dall’ampia base, l’attenzione attirata dalla placca metallica posta sulla sua facciata: i rampicanti non erano saliti sulla sua superficie, risparmiata dalla ruggine e dal trascorrere delle stagioni; solo una leggera patina oscurava la brillantezza della lastra, lasciando leggibili i simboli che vi erano incisi. Ghendor lasciò scivolare le dita sulle linee elaborate, osservandole attentamente. «Riesci a capire cosa c’è scritto?» chiese Reinor. Il Messaggero continuò a fissare le lettere. «È una lingua antica, di cui sono rimaste poche tracce: proverò a tradurla, ma ho bisogno di qualche minuto per farlo.» Mentre il Messaggero era intento a tradurre l’antico testo, i restanti quattro si guardarono attorno. «Cosa sarà mai sorto in questo luogo sperduto?» domandò Periin passando accanto ad Ariarn. «Un santuario» giunse la voce di Ghendor alle loro spalle. «Lo rivela la scritta sulla placca.» «Apparteneva all’Ordine?» chiese Ariarn. Il Messaggero si fece meditabondo. «Non lo so. Non ci sono riferimenti all’Ordine, anche se in quanto scritto si avverte la presenza dello spirito della Rivelazione. O forse si tratta di una mia interpretazione: non ci sono segni o riferimenti che confutino la mia sensazione.» «Cosa dice l’iscrizione?» Lerida gli si fece vicina. «La mia non è una traduzione precisa, ma il significato è questo: Benvenuto amico in questo sacro terreno Qui troverai per il corpo riposo e per il cuore ristoro Lascia ogni preoccupazione e fardello sulla strada percorsa A nulla giovano allo spirito Lascia che sia libero e leggero di andare a cercare se stesso E una volta trovatolo, vivrai in pienezza È quanto incontrerai una volta qui giunto Un posto per quietare le tue ansie e quelle del mondo Perché nel silenzio tu possa percorrere il varco che è la tua anima, l’immagine del tuo essere E vedendola tu l’ami e la desideri maggiormente Perché tu possa crescere ed essere quello che sei e puoi essere Nella serenità di questo luogo tu possa rispecchiarti in essa E capire che è un tutt’uno con te E che è più grande di te perché non viene dal luogo del tuo corpo Ti è donato gratuitamente, senza pegno Per farti guardare dove stai andando e scegliere meglio la via Non essere turbato dai turbamenti interiori, avviso di cambiamento. Sono come diluvio che spazza via l’inutile e fa emergere l’importante Per farti essere un uomo nuovo, migliore del vecchio Sii saggio con quanto donato, usalo nel modo giusto Desidera, ma non bramare, perché una fiamma peggiore del fuoco non ti consumi Qui amico non troverai maestri, ma fratelli, esseri come te Con gli stessi intenti, la stessa spinta, disposti a fare il tuo stesso percorso Non troverai avversari da superare né nemici da combattere Non esistono qui, dimorano solo nel tuo cuore Sei tu l’unico avversario da superare, sei tu il nemico da sconfiggere Armato inutilmente di vecchi e logori atteggiamenti e abitudini Cammina leggero, privo di pesi Segui il tuo cuore, le tue intuizioni Non credere che siano le cose o gli altri a poterti dare quello che cerchi Questo non è in loro potere Non possono darti quello che hai già e che devi solo scoprire Moderazione ed equilibrio siano il tuo motto e anche compassione Mai il tuo pugno per punire e la tua bocca per sentenziare Lascia queste cose del mondo a chi non ricerca la vita Presta attenzione a quanto ti è attorno Impara dalla natura, dagli animali, dalle stelle, dalla luna e dal sole Dal vento, dall’acqua, dal fuoco e da quanto esiste Ascolta le loro voci, ascolta il loro spirito Perché portino seme fertile in te Comprendi la parola che più che sentire percepisci e diventalo tu stesso Per te e per gli altri, perché così il mondo diventi armonia «Questo è quanto» concluse Ghendor «È stupendo!» esclamò Lerida assorta dalle parole. «Sì, è molto bello» convenne il Messaggero. Periin sbuffò. «Ora che vi siete trovati d’accordo sulla sua bellezza, possiamo andare? Avremmo fretta e molta strada ancora da fare.» Ripresero a inoltrarsi nei ruderi, passando accanto ai resti di muri e giardini, dove panche e tavole scolpite erano ricoperte da muschio. Superati i gruppetti d’alberi che affiancavano l’ingresso, si ritrovarono in una vera e propria cittadella; la natura si stava riappropriando di quanto era suo, ma l’impronta di chi era vissuto in quei luoghi era ancora evidente. «Dev’essere stato splendido quando la gente viveva qui» disse Lerida. «Sarei curiosa di sapere com’era questo luogo quando era intatto.» «Sarebbe interessante avere il tempo di studiare questi reperti: dall’antichità si rivelano cose sorprendenti, pezzi mancanti della storia che permettono di capire meglio il presente» disse Ghendor camminandole accanto. «Secondo studi archeologici, le zone dei santuari avevano una disposizione predefinita. Vicino ai cancelli si trovavano le sale per dare accoglienza ai pellegrini; accanto a esse erano situati gli edifici del personale che si occupava dei servizi per persone e strutture» si voltò a guardare indietro. «Il grande spiazzo appena superato era la piazza dove la gente s’incontrava per discutere e rilassarsi all’ombra delle piante. Nei nostri tempi non si usa quasi più, ma nell’antichità non c’era solo la parola e la scrittura per insegnare la morale, l’etica o altro: erano usati quadri, melodie, rappresentazioni teatrali. I piedistalli che abbiamo incontrato erano supporti di statue: aiutavano le persone a riflettere e a capire meglio quello che erano venuti a cercare in questo luogo. Non so se sei stata a Nhal: nel tempio della città c’è un antico dipinto che ha la stessa funzione. Questa metodologia non è stata portata avanti e si può affermare che rispetto al passato abbiamo fatto un passo indietro. Quel periodo può essere ritenuto un’età dell’oro, una fonte immensa di saggezza, dove da tutto si poteva imparare qualcosa; gli artisti in quell’epoca avevano gran rinomanza e un certo peso anche nell’insegnare.» Strade Nascoste. Capitolo IX. Sogni. |
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03-05-2017, 00:41,
Messaggio: #13
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RE: Strade Nascoste
La cultura dell’antica Grecia è affascinante, oltre che ricca, e ha dato un contributo notevole ad architettura, scultura, pittura, tragedia, commedia, filosofia, mitologia, politica. Un’influenza che si è fatta sentire non solo per quanto riguarda il passato, ma anche nel presente, basta vedere quanto i miti su dei ed eroi hanno contribuito negli studi di psicologia; per chi segue il genere fantastico, non possono essere sfuggite le opere letterarie di Rick Riordan dedicate a Percy Jackson o i film che hanno visto come protagonisti Perseo (Scontro tra Titani e La furia dei titani), Teseo (Minotaur), Ercole (Hercules: Il Guerriero e Hercules. La leggenda ha inizio) (questo per citare solo le pellicole più recenti).
Personalmente il mondo dell’antica Grecia mi ha colpito e affascinato fin da quando l’ho conosciuto ai tempi delle elementari. Inutile dire che da bambino quello che mi coinvolgeva di più erano le storie degli eroi e degli dei: come non farsi prendere dalle scappatelle di Zeus, dalle imprese di Ercole, Teseo e Perseo, dalla guerra di *****, dal lungo viaggio di Ulisse. Per non parlare delle guerre con i Persiani, delle strategie usate per fermarli, degli atti di eroismo (basti pensare a Leonida) e di come i greci riuscirono a fermare una forza numericamente superiore alla loro. Crescendo ho saputo poi apprezzare la filosofia, il teatro, elementi che richiedono più tempo, sono meno immediati specie per un bambino; l’architettura, come i miti, mi ha invece preso fin da subito. Nelle linee delle statue, delle colonne e dei capitelli di templi e palazzi, c’è qualcosa che mi ha sempre colpito: sicuramente c’è bellezza, grandezza, ma anche qualcosa che comunica a livello inconscio, che fa riecheggiare di cose che vanno oltre il conosciuto, che sanno di epicità, di scoperta, di mistero. Non posso non pensare alla magnifica Acropoli di Atene, con il Partenone, l’Eretteo, i Propilei, il tempio di Atena Nike; è stata proprio la bellezza di questo luogo, la sua grandezza, il suo essere simbolo di una cultura ricca di saggezza e sapienza, che mi ha ispirato nel creare l’antico luogo dove Ariarn, Periin, Reinor, Ghendor e Lerida giungono nel loro lungo viaggio alla scoperta di che cosa sta colpendo le regioni da dove provengono. Un luogo che lascerà un segno importante sia in loro, sia nelle vicende della storia. |
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04-10-2017, 01:15,
Messaggio: #14
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RE: Strade Nascoste
Per tutto il mese di ottobre Strade Nascoste sarà in promozione sugli store con uno sconto del 50%, ovvero potrà essere acquistato a 0.99 E anziché 1.99 E.
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21-12-2018, 19:40,
Messaggio: #15
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RE: Strade Nascoste
Tempo fa, sul sito che gestisco, ho parlato del cambiamento delle royalties degli ebook su Amazon. Come scrivevo allora, Strade Nascoste, L’Ultimo Potere, L’Ultimo Demone, Jonathan Livingston e il Vangelo, seppur con un prezzo di 1.99 E non rientravano nel modello standard e mantenevano le royalties al 60 % perché non erano coinvolti nei libri pubblicati dagli editori indipendenti indicati. Scrivevo anche: c’è questo “per il momento” che non è tanto piacevole e fa presagire che Amazon può decidere quando vuole di cambiare le condizioni.
Ecco, le cose sono cambiate e Amazon ha deciso che con 1.99 E anche i mie e-book riceveranno il 25% delle royalties. Per questo, ho deciso di cambiare il prezzo e portarlo a 2.99 E per mantenere le royalties al 60%, anche se sono consapevole che l’aumento dei prezzi può non piacere a lettori (a nessuno piacciono i rincari) e questo potrà influire sul numero di vendite. Riporto quello che scrissi mesi fa. Qualcuno potrebbe obiettare che il 25% è un’ottima percentuale, che tanti autori che pubblicano con le ce tradizionali lo vorrebbero, ma ci sono dei punti che non vengono presi in considerazione. Qui si sta parlando di e-book, non di libri cartacei, quindi non ci sono costi di materiale e di produzione. Inoltre con una ce tradizionale ci sono pure i costi che lei si sobbarca per la distribuzione e la promozione, cosa che un autore autopubblicato non ha e per le quali si deve dare da fare personalmente. Senza contare che se si pubblica con una ce, in teoria si ha anche il servizio di editing (in pratica ci sono ce che questo servizio non lo fanno, ma vogliono avere il testo già editato, con l’autore che deve pagare personalmente un editor). Guadagnare un quarto di due euro, dopo che si è fatto personalmente tutto il lavoro di stesura, revisione, correzione, realizzazione della copertina e dell’e-book, e ci si sobbarca la promozione, è poco; dato che lo store a parte mettere in vetrina non fa altro, tenersi una fetta così alta di guadagno è troppo. Come ho già scritto, quella di Amazon è una scelta che non mi è piaciuta, perché uno dei punti di forza per gli autori autopubblicati per vendere è tenere prezzi bassi; 2.99 E rimane ancora un prezzo basso, vista anche la lunghezza delle opere che ho realizzato (si parla di diverse centinaia di pagine), ancora di più confrontandolo con quelle delle ce (spesso costano come minimo il doppio e hanno meno pagine) o con quelle di altri autori autopubblicati, che con lo stesso prezzo vendono opere di poche decine di pagine. Purtroppo però si deve avere a che fare con un mercato dove la gente legge sempre meno e si hanno dei pregiudizi verso le opere autopubblicate (a volte a ragione, ma bisognerebbe valutare caso per caso, non fare di tutta l’erba un fascio). |
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22-03-2020, 16:16,
Messaggio: #16
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RE: Strade Nascoste
Fino al 30 aprile l'e-book sarà in vendita a 0.99 E.
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09-07-2020, 14:06,
Messaggio: #17
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RE: Strade Nascoste
Fino al 31 agosto sarà possibile acquistare l'opera a 0.99 E anziché 2.99 E.
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