Jacqueline Carey

Ma perchè io non so l'inglese

(12-07-2009, 21:57)Ambra Ha scritto:  Ma perchè io non so l'inglese

Povera!
Poco male, però, se non riesci a seguire qualche videointervista su YouTube: la cosa importante è che la Nord non imiti la Fanucci e sforni le edizioni italiane di tutti i libri della Carey. E, almeno per ora, tutto lascia intendere che non resterai delusa! ^_^


Sull'onda della crescente popolarità della Carey su Blood Memories (visti anche i bei commenti di Fitz'Lover su aNobii e la new entry Phoenix, che si appresta a leggere la trilogia), ne approfitto per commentare il secondo volume, La prescelta e l'erede.
Il giudizio complessivo è molto positivo. Rispetto al capitolo precedente, questo libro è meno prolisso, più movimentato, più convincente anche a livello di trama: spariscono quasi del tutto le estenuanti dissertazioni sulla geopolitica del tempo, i congiurati di turno ordiscono una trama decisamente astuta e riusciamo a conoscere molto meglio i personaggi.

La primissima parte del romanzo - devo dire la verità - mi aveva fatto temere il peggio e, cioé, di avere per le mani un libro clone del precedente, privo di novità e di utilità; dalla Dolorosa in poi, invece...

(segue spoiler su La prescelta e l'erede)

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... il tono del libro cambia e la Carey riesce a coinvolgere. Come ne Il dardo e la rosa, di cui avevo apprezzato soprattutto la parte fra gli Skaldi, il racconto di Phèdre perde il suo sussiego nel momento in cui lei versa in gravi difficoltà. Sebbene resti una specie di Wonder Woman, capace di cavarsela ovunque e comunque, in questi passaggi appare finalmente "umana" e riesce a guadagnare la simpatia di chi legge. Nonostante Phèdre rimanga unica protagonista per alcune centinaia di pagine riesce a tenere bene la scena e - sorprendentemente! - non fa rimpiangere troppo l'assenza di Joscelin. Anche i personaggi che incontra durante i suoi sforzi di tornare alla Serenissima - in primis i pirati - sono accattivanti e ben costruiti.
Joscelin, come ho già detto, compare relativamente poco e sono curiosa di verificare nel prossimo volume come e quanto è cambiato. Impossibile non affezionarsi a lui, considerata l'assurdità della sua situazione e lo stoicismo con cui la affronta. Impossibile anche non desiderare di prendere a calci Phèdre ogni qual volta gli rende le cose ancora più difficili di quanto già non siano; purtroppo, lei sarebbe felicissima di essere presa a calci e quindi non potrei prendermi nemmeno questa soddisfazione! >.<
I ragazzi di Phèdre... quanto mi è dispiaciuto per i due poveri cavalieri!
Bisogna riconoscere, però, che la scena della rivelazione di Mèlisande e della loro fredda uccisione subito dopo è davvero efficace. Io ne sono rimasta sorpresa e scossa, per cui credo che la Carey abbia raggiunto a pieno il suo scopo. ^^ Mèlisande è in effetti molto più furba e assai meno scontata di quanto avevo creduto nel primo libro, cosicché sono ansiosa di scoprire cosa inventerà nel seguito.

Molto bella la parte del tempio di Asherat, con l'attentato a Ysandre da sventare. Simpatica l'idea di Phèdre di 'far parlare' la dea e molto suggestivo il duello fra cassiliani che mette fine alla minaccia.

Quello che proprio non mi è piaciuto sono state invece le lungaggini conclusive

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con l'interminabile rientro di Ysandre nella Città di Elua

che hanno rallentato paurosamente il ritmo narrativo dopo l'exploit a cui ho accennato sopra. Capisco che l'autrice dovesse darne conto, ma capitoli tanto piatti e ripetitivi dopo i "picchi" di quelli precedenti mi hanno annoiato parecchio.

Meno male che nelle ultimissime pagine qualcosa di importante accade e, come qualcun altro ha fatto, anch'io non posso che esclamare: "Era ora!"

Il terzo volume mi aspetta a Bologna e sarà una delle letture di inizio settembre.

(17-07-2009, 03:47)The Fool Ha scritto:  la cosa importante è che la Nord non imiti la Fanucci e sforni le edizioni italiane di tutti i libri della Carey. E, almeno per ora, tutto lascia intendere che non resterai delusa! ^_^

Speriamo davvero!

Ottima la tua recensione de La prescelta e l'erede, Barbara, condivido in tutto e per tutto e non aggiungerei altro. Però questa parte devo sottolinerla perchè mi ha fatto troppo ridere:

(17-07-2009, 03:47)The Fool Ha scritto:  

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Impossibile anche non desiderare di prendere a calci Phèdre ogni qual volta gli rende le cose ancora più difficili di quanto già non siano; purtroppo, lei sarebbe felicissima di essere presa a calci e quindi non potrei prendermi nemmeno questa soddisfazione! >.<

Io adoro questa donna!

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Adoro l'idea che ha avuto per l'ambientazione e per la mitologia dei Compagni di Elua, adoro i personaggi che crea ( soprattutto Phèdre, Anafiel Delaunay, Mèlisande e Imriel ) e il fatto che davvero riesca a parlare di un delicato argomento, senza far diventare i suoi libri un harmony.

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Su Il Libraio di settembre (rivista del gruppo editoriale Mauri Spagnol) porta in uscita Il trono e la stirpe della Carey, a euro 18,60. Unilibro mi dà come data il primo di ottobre, e conferma il prezzo.




marco

(10-09-2009, 13:10)Umbra Ha scritto:  Su Il Libraio di settembre (rivista del gruppo editoriale Mauri Spagnol) porta in uscita Il trono e la stirpe della Carey, a euro 18,60. Unilibro mi dà come data il primo di ottobre, e conferma il prezzo.

Sì, l'avevo letto ieri sera sul blog di Iku!
Devo dire, però, che ancora una volta i titoli italiani sono pessimi: questi binomi (dardo&rosa, prescelta&erede, maschera&tenebre, trono&stirpe) scelti dalla Nord per i romanzi della Carey lasciano il tempo che trovano e sono pure poco accattivanti.

La traduzione dei primi tre libri non mi dispiace neanche troppo, seppur non riesca ben ad identificare chi diamine sia l'erede e che c'entri la maschera. Ma Il trono e la stirpe proprio lo devo capire

(30-05-2009, 00:42)The Fool Ha scritto:  Marco, temevi che ti avrei fatto attendere un secolo? Malpensante!

Allora, dopo aver terminato Il dardo e la rosa, la prima cosa che voglio dire è che non me ne sono affatto pentita e leggerò senz'altro i volumi successivi. La seconda cosa è che si tratta di un libro non facile, coraggioso sotto molti aspetti e ciò non può che fare onore all'autrice. La terza cosa, infine, è che Tintaglia e (in via confidenziale) Althea non hanno tutti i torti.
Ora mi spiego.

Trovo la Carey un tantino folle a farcire di nomi e nozioni le prime 100 - 150 pagine del romanzo: lettori meno pazienti di me potrebbero archiviare il libro ancor prima che la storia vera e propria abbia inizio. L'autrice segue un metodo praticamente opposto a quello della Hobb (per la quale il binomio nomi&nozioni deve essere limitato a ciò che è in effetti funzionale per la trama, evitando di appesantire invano la lettura), dando nome, cognome e quant'altro a tutto ciò che respira. Non nego di aver saltato intere pagine per arrivare finalmente all'azione narrativa. Ecco, questo non mi è piaciuto.

Per buona metà del romanzo non mi è piaciuta nemmeno Phèdre. A un certo punto è riuscita a diventarmi simpatica, ma le sue memorie cartacee sono un po' asettiche, fredde, a volte prolisse e a volte troppo sbrigative.

Ho storto il naso per la Terre d'Ange e i suoi bellissimi abitanti, ma è un fantasy perciò fantasticare non fa male. E devo ammettere che la complicata storia del Beato Elua è una giustificazione originale e molto puntuale dell'ambientazione.


Veniamo alle cose più riuscite del romanzo. Lo spirito di Anafiel Delaunay, la delicata figura di Alcuin

Per ora sono arrivata solo a pagina 70 ma mi trovo pienamente d'accordo con le osservazioni fatte da Barbara , in effetti in queste prime pagine la Carey sta mettendo tanta carne al fuoco, talmente tanta che credo sarò costretta a rileggere un paio di capitoli per cercare di orientarmi nei vari intrighi politici che sono stati accennati, purtroppo non molto bene.
Secondariamente i Fantasy in cui il protagonista più brutto somiglia al gemello di George Clooney non mi entusiasmano perchè anche se lo stile è buono e la trama originale(come nel caso della Carey ), a lungo andare faccio fatica ad immedesimarmici ed a gustarli fino in fondo.
Trovo gradevole la figura di Delaunay anche se in alcuni punti mi ricorda molto Seregil, e soprattutto quella di Alcuin dai capelli candidi e gli occhi azzurri anche se

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forse avrei scelto un modo un pò più delicato ed in sintonia con il personaggio per fargli perdere la verginità

Per quanto riguarda Phèdre non posso dire di amarla eccessivamente, il suo atteggiamento ed il suo modo di fare denotano una furbizia ed una malizia studiate ed eccessive che a lungo andare potrebbero anche ritorcersi contro il povero Anafiel ...
Vedremo cosa succederà
Fortuna nell'ombra
Ser

(12-09-2009, 14:26)Seregil Ha scritto:  Vedremo cosa succederà

Direi che dal punto in cui ti trovi devono succedere ancora troooooooppissime cose, ma non ti dovrebbe mancare molto per entrare nel vivo della storia. Attendo pazientemente di conoscere il tuo parere finale

Cara Ambra, giustamente come dici tu devono succedere ancora molto cose... però sto cominciando a notare una serie di particolari che mi innervosiscono.
Mi spiego: A pagina 38 riferendosi a Delauney la Carey scrive " I capelli erano di una piacevole sfumatura fulva, però a pagina 199 scrive "La luce evidenziò i fili d'argento tra i suoi capelli biondi" Inutile dire che dopo aver letto questa frase sono rimasta non poco perplessa, che fine hanno fatto i capelli fulvi ? Li ha persi ? Li ha tinti ? Si è messo una parrucca ? Mistero
E sarei anche stata disposta ad incolpare la traduttrice se non mi fossi già resa conto da un pezzo che in realtà "Il dardo e la rosa" rappresenta il tipico romanzo d'esordio di una scrittrice sì dotata, ma che evidentemente dopo averlo terminato ha mandato il libro direttamente in stampa senza darsi la pena di rileggerlo, perchè altrimenti certi difetti come la tendenza ad inserire mille personaggi creando confusione, la ripetizione continua di concetti inutili, le incoerenze, sarebbero subito saltati all'occhio.
Se la Carey avesse avuto uno stile pessimo sarei anche stata disposta a passarci sopra (dopotutto è qualcosa che si può affinare e migliorare con la pratica), ma qui lo stile è buono, quello che manca purtroppo è una logica di fondo che guidi trama e personaggi e questo è grave perchè a meno che qualcuno non le apra gli occhi rischia di scrivere sempre libri sì leggibili, ma privi di senso e coerenza.
Ti faccio un esempio per cercare di spiegarmi: "L'occhio del mondo" di Jordan è un mattone di 800 pagine, di una complessità assurda soprattutto nelle prime, ho impiegato sette anni per riuscire a leggere, eppure una volta fatto l'ho terminato in tre giorni perchè è un romanzo LOGICO e COERENTE, le cose da bianche non diventano nere, gli intrighi sono ben sviluppati così come la crescita dei personaggi che imparano presto ad agire e pensare in funzione della situazione in cui si trovano, cosa che con Phèdre non succede: l'ho conosciuta bambina e dopo sette anni è ancora identica, non c'è nulla in mezzo, non un minimo di crescita interiore, ho la sensazione che abbia accettato il gioco di Delauny solo perchè in fondo coincide con quello che lei voleva già fare

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se invece di spiare tramite incontri sessuali avesse dovuto farlo in altro modo credo che nonostante tutto avrebbe detto " Spiacente , trovati un altra "

"Faccio quello che faccio perchè mi va" può anche essere una giustificazione accettabile per le proprie azioni in certi contesti, ma mi sembra un presupposto un pò deboluccio per tenere in piedi un romanzo .
Paradossalmente mi sembra molto migliore il personaggio di Alcuin

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che esercita un lavoro che disprezza per amore, se non altro dietro le sue azioni C'E' una giustificazione un pò più sensata

Credimi nonostante le apparenze non ho chissà quali grandi pretese quando leggo un Fantasy però se mi descrivi bene la tua eroina come una che si impegna ma certi collegamenti non riesce a farli e poi all'improvviso quando ti è comodo la fai agire e pensare come il Detective Conan, allora no, proprio non ci siamo.
Continuerò comunque la lettura per vedere se le mie intuizioni sono giuste o se dovrò tornare in questa discussione a ritrattare tutto, però scene di sesso a parte mi aspettavo davvero qualcosa di più
Fortuna nell'ombra
Ser