Wizard of the Pigeons
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28-04-2011, 09:39,
Messaggio: #1
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Wizard of the Pigeons
Ho terminato ieri la lettura di Wizard of the Pigeons e lo recensisco (a mio rischio e pericolo) qui
NO SPOILER Inizio dicendo subito che mi è venuto estremamente pesante da leggere: non riuscivo proprio a girare pagina, ad andare oltre tre periodi. Potrei accusare l'inglese di Robin, se non fosse che l'ho già incontrato: in realtà è l'intera storia ad essere personalmente poco interessante, poco stimolante. Pochi i personaggi e per di più non ben delineati (tranne Wizard: Lynda l'ho trovata banalissima, Cassie incomprensibile); molto carina l'idea di fondo, i piccioni del titolo, la storia di Wizard stesso e in generale l'ambientazione urbana (con Rasputin e compagnia, con le descrizioni meravigliose di Seattle). Ma debole rimane tutto il discorso di Mir e dell'assassino, davvero poco incisivo. E' sicuramente un libro che vale la pena leggere, anche perchè vi ho trovato numerosi spunti di riflessione che più tardi Robin svilupperà negli Elderlings (su tutti la dicotomia amore/bisogno e la lotta alla violenza), anzi probabilmente da 'studiare' con attenzione, ma non è un libro che mi ha coinvolto. Forza, Lady Drago, sono pronto a fare da spuntino per te marco La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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10-05-2011, 01:27,
Messaggio: #2
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RE: Wizard of the Pigeons
NESSUNO SPOILER
A te non sarà piaciuto, ma pensa che Robin, nell'intervista audio registrata di recente in Australia, indicava proprio Wizard of the Pigeons come la più "cinematografica" delle sue storie, il romanzo che meglio degli altri potrebbe essere trasposto sullo schermo. È anche uno dei titoli Lindholm più apprezzati, avendo ottenuto la candidatura al Locus Poll Award per due anni consecutivi e la vittoria del Prix Imaginales con la traduzione francese. Per chi non sapesse nulla di WotP, è un urban fantasy del 1986 ambientato a Seattle, la città di smeraldo. Il protagonista, Wizard, è un senzatetto dal passato nebuloso e tormentato, ma sono state proprio le difficoltà della vita a temprarlo e ad aprirlo alla magia, come ci viene spiegato al cap.12: Citazione:"Like steel. We got hard on the fire, and wizardry is the cutting edge we put on ourselves. Other guys melt, other guys don't even feel the flames. Not us. We feel the flames and we hurt until we're hard. And we come back and we cool down, and then – wizards!" Il suo particolare dono è quello di riconoscere la realtà delle cose e suo compito è quello di preservare l'equilibrio della città insieme agli altri wizards (Cassie, Rasputin, Euripides). Nella migliore tradizione Lindholm-Hobb, però, la magia ha sempre un prezzo e ciascun guardiano deve sottostare ad alcune regole; a Wizard viene chiesto di aver cura dei piccioni e di ascoltare sempre chiunque voglia confidargli i suoi problemi, usando il dono della verità per dare loro le risposte che cercano. Su queste basi, Megan/Robin imbastisce una storia originale e suggestiva, che dietro la magia invisibile della città nasconde temi spinosi come la miseria, la guerra e la violenza domestica... non è un libro semplice, ma è di certo un libro che vale la pena leggere. Per me WotP è stata l'ennesima dimostrazione della grande versatilità della Signora d'argento, della sua capacità di osservare il mondo e di raccontarne i vari aspetti in modo incisivo e geniale. Ho una sola critica da fare al romanzo e riguarda la parte conclusiva, secondo me un po' troppo confusa: la lingua ci avrà messo del suo, ma penso comunque che il confronto finale potesse essere gestito meglio. Al di là di questo, però, ho trovato la vicenda molto affascinante. Le descrizioni sono magnifiche. I ritmi sono lenti, anzi lentissimi, ma ho adorato ascoltare le storie che la gente e le strade di Seattle raccontavano a Wizard. E il suo modo di adattarsi a ogni situazione sembrava provenire dalla stessa scuola del Matto. C'è tantissimo del Matto anche in Cassie, in tutto ciò che lei dice, specie riguardo al tema amore/bisogno; la sua è una figura appena accennata, volutamente misteriosa, senza tempo, e mi intrigato tantissimo fin dalla prima entrata in scena. E Lynda... sarà anche banale, ma la sua banalità è resa in modo magistrale: il suo atteggiamento, spavaldo a nascondere una profonda fragilità , è drammaticamente vero... purtroppo ho riconosciuto molte donne reali in lei. Insomma, questa volta non concordo con l'Assassino. Lui avrà le sue buone o addirittura ottime ragioni, ma io non posso dir male di un libro che mi ha ancora una volta colmato di ammirazione per l'autrice: la scena del gallo, credetemi, mi aveva catturato a un punto tale da leggerla tutta a bocca aperta. PS: E poi ci sono gatti meravigliosi! Occhi-di-notte Ha scritto: |
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10-05-2011, 09:26,
Messaggio: #3
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RE: Wizard of the Pigeons
Wizard of the pigeons merita una menzione d'onore anche colo per lo spettacolare incipit. Uno dei più belli che mi vengano in mente.
One does not need the size of a dragon to have the soul of a dragon. Robin Hobb |
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10-05-2011, 11:03,
Messaggio: #4
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RE: Wizard of the Pigeons
(10-05-2011, 09:26)Tintaglia Ha scritto: Wizard of the pigeons merita una menzione d'onore anche colo per lo spettacolare incipit. Uno dei più belli che mi vengano in mente. Come darti torto? Ed è uno splendido esempio di come Megan ami introdurre a sorpresa l'elemento fantastico in contesti di apparente normalità : "[...] the more familiar the world is, the more comfortable the reader feels. He relaxes into trusting me. Thus, when I introduce my fantastic element, being it a creature or a system of magic, I’ve already won the reader over into believing that not only do I know what I’m talking about, but that everything I say is true." Per chi fosse interessato, copio l'incipit dal thread Happy Hour: Citazione:On the far western shore of a northern continent there was once a harbour city called Seattle. It did not have much of a reputation for sunshine and beaches, but it did have plenty of rain, and the folk who lived there were wont to call it 'The Emerald City' for the greenness of its foliage. And the other thing it boasted was a great friendliness that fell upon strangers like its rain, but with more warmth. In that city, there dwelt a wizard. Occhi-di-notte Ha scritto: |
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30-08-2011, 13:27,
Messaggio: #5
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RE: Wizard of the Pigeons
Recensione che dà 8/10 a Wizard of the Pigeons:
http://speculativebookreview.blogspot.co...megan.html marco La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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31-08-2011, 00:36,
Messaggio: #6
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RE: Wizard of the Pigeons
(30-08-2011, 13:27)Umbra Ha scritto: Recensione che dà 8/10 a Wizard of the Pigeons: Davvero ben fatta, grazie di averla segnalata La giro subito sui social network! Per pareggiare i conti, ieri ne avevo visto una da 4/10 di Crooty (autrice, fra le altre cose, delle belle mappe che abbiamo su Blood Memories), che avevo evitato di linkare prima perché breve e poco approfondita. Occhi-di-notte Ha scritto: |
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06-08-2013, 11:21,
Messaggio: #7
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RE: Wizard of the Pigeons
Ho letto il libro e mi è piaciuto moltissimo nonostante i difetti, e nonostante l'inglese me lo abbia reso ancora più confuso Ci sono però delle questioni che proprio non ho capito, e se qualcuno mi rispondesse, giusto due parole in croce per aiutarmi, gli sarei grata a vita! Forse alcune cose proprio il libro non le spiega, o forse sono io che sono rimbambita, non lo so! Chiedo solo le tre cose principali che non comprendo.
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