"E voi, chi dite che io sia?"
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16-12-2011, 20:14,
Messaggio: #1
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"E voi, chi dite che io sia?"
Si sta avvicinando il Natale, una delle due feste (assieme alla Pasqua) più importanti per un cristiano, e quindi volevo proporre anche sul nostro forum un topic che ho trovato da un'altra parte.
Ho deciso anche di adottare lo stesso titolo: si tratta di una domanda che Gesù fa ai suoi discepoli ed è anche una delle frasi più conosciute tra quelle da Lui pronunciate. E' anche la stessa domanda che voglio proporre qui: per voi, chi è Gesù? E, aggiungo io, qual'è il vostro rapporto con la religione e la fede? Siete credenti? P.S.: Chiedo di nuovo scusa per la precedente frettolosa cancellazione.
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17-12-2011, 11:49,
Messaggio: #2
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Bene, e dato che l'hai chiesto beccati questo sermone di primo mattino...
A me la religione cristiana va stretta: non riesco a credere a qualcosa che mi hanno inculcato i miei (avrei preferito avere la possibilità di scegliere) e la politica della Chiesa verso i diversamente etero non mi incoraggia di certo. Tanto più che, come per tante cose, i mezzi hanno preso il sopravvento sulla mentalità iniziale, e la Chiesa com'è ora non riscuote decisamente il mio favore. Credo in qualcosa, solo che non so ancora cos'è. Quando medito è nella voce di una donna sfolgorante di luce blu che cerco le risposte. Qualcuno la conosce? Per un periodo ho pensato di essere atea, perché non sentivo la necessità di credere in qualcosa, poi mi sono resa conto che in qualche modo, anche se molto sporadicamente, pensavo a qualcuno come all'entità che tira i fili, che sta dietro le quinte. E poi ho sperimentato un momento di depressione nerissima nel quale, se non altro, mi sono resa conto del motivo per cui l'uomo si crea un Dio...quando non c'è niente in cui credere si vuole disperatamente che qualcuno abbia le risposte, una ragione per il dolore e un amore che nessuno ha. Credo nel mio angelo custode, credo in mia madre. Mi ha salvato la vita tante volte. |
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18-12-2011, 14:32,
Messaggio: #3
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Dubito di riuscire a essere chiara, ma ci provo.
Io non solo non credo, ma penso di non aver mai creduto: non ho alcuna tensione verso il trascendente e l'oltre, e la sento come una penosa mancanza da parte mia, come un'irrimediabile carenza: irrimediabile perchè la fede uno non se la dà, e anche se ho provato con la pratica, semplicemente non funziona: mi sento solo un'ipocrita che sporca qualcosa di importante per altri. E' stato molto faticoso per me sposarmi in chiesa, proprio perchè sentivo di insultare qualcosa di importante; ne ho parlato a lungo con il parroco che mi ha sposato (sant'uomo, mi vuole bene ma negli anni abbiamo avuto delle scornate...) e con i miei amici, tutti pronti a tranquillizzarmi e rassicurarmi: a quanto par eil fatto che cerchi di agire secondo coscienza mi "purifica" ai loro occhi. Perchè io rispetto profondamente chi ha fede, ma problematizza; e con questo includo buddhisti e cristiani, che sono i fedeli che conosco e con cui ho rapporti di intensa amicizia da anni, e che vedo spesso di battersi contro il dubbio, o la sofferenza di scelte di vita in contrasto con il loro credo. Io, come Ipazia, credo nella filosofia, intesa come conoscenza e sapere; ma non sento la spinta verso altro se non, a volte, a ringraziare chiunque sia in ascolto per qualcosa di particolarmente bello. La cosa inquietante è che tutti i credenti aspettano che "ci caschi": a quanto pare sarei la cattolica ideale -per non parlare della buddista perfetta. E ho una carissima amica, cattolica praticante ormai avvezza a non battere ciglio di fronte alle mie blasfemie, che una volta mi fa: "Io lo so. Quando morirò, arriverò alle porte del Paradiso e San Pietro mi dirà che non posso entrare. E da dentro, sentirò te che brighi e gli dici di aprire immediatamente, altrimenti lo farai pentire per l'eternità". One does not need the size of a dragon to have the soul of a dragon. Robin Hobb |
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18-12-2011, 14:56,
Messaggio: #4
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
(18-12-2011, 14:32)Tintaglia Ha scritto: Io, come Ipazia, credo nella filosofia, intesa come conoscenza e sapere; ma non sento la spinta verso altro se non, a volte, a ringraziare chiunque sia in ascolto per qualcosa di particolarmente bello. Sono sinceramente e seriamente affascinato da quanto hai scritto. (18-12-2011, 14:32)Tintaglia Ha scritto: E ho una carissima amica, cattolica praticante ormai avvezza a non battere ciglio di fronte alle mie blasfemie, che una volta mi fa: "Io lo so. Quando morirò, arriverò alle porte del Paradiso e San Pietro mi dirà che non posso entrare. E da dentro, sentirò te che brighi e gli dici di aprire immediatamente, altrimenti lo farai pentire per l'eternità". marco La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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18-12-2011, 15:05,
Messaggio: #5
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
(18-12-2011, 14:56)Umbra Ha scritto:Decisamente...(18-12-2011, 14:32)Tintaglia Ha scritto: E ho una carissima amica, cattolica praticante ormai avvezza a non battere ciglio di fronte alle mie blasfemie, che una volta mi fa: "Io lo so. Quando morirò, arriverò alle porte del Paradiso e San Pietro mi dirà che non posso entrare. E da dentro, sentirò te che brighi e gli dici di aprire immediatamente, altrimenti lo farai pentire per l'eternità". |
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18-12-2011, 18:35,
Messaggio: #6
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Iku, Tintaglia, avete scritto davvero delle cose molto belle e profonde. In particolare:
(17-12-2011, 11:49)Iku Ha scritto: Credo nel mio angelo custode, credo in mia madre. Mi ha salvato la vita tante volte. Bella bella bella E (18-12-2011, 14:32)Tintaglia Ha scritto: E ho una carissima amica, cattolica praticante ormai avvezza a non battere ciglio di fronte alle mie blasfemie, che una volta mi fa: "Io lo so. Quando morirò, arriverò alle porte del Paradiso e San Pietro mi dirà che non posso entrare. E da dentro, sentirò te che brighi e gli dici di aprire immediatamente, altrimenti lo farai pentire per l'eternità". Questa mi ha fatto ridere, e tanto anche. Ma oltre al riso, trovo che questa tua amica dica una cosa meravigliosa, che anch'io ho pensato spesso e volentieri di alcuni miei amici non credenti. Ci metto la firma che anche per me sarà così XD Eh, bella domanda: chi è per me Gesù? Io sono cattolica praticante, credo profondamente in Cristo, e anche nella Chiesa, per quanto a fasi alterne vorrei buttare tutti a mare. ("Chiara la Chiesa è fatta di uomini", quante volte me lo sono detta!) Ma come dire chi è per me Dio? Ci ho pensato tanto in questi giorni. E, in realtà, se non vi dispiace, in attesa che mi vengano le parole giuste, rispondo con un'immagine. L'anno scorso, come forse qualcuno di voi ricorda, all'inizio dell'anno sono stata a Stoccolma. E fra le altre cose abbiamo girato il magnifico Milles Garden, un giardino con diverse sculture di questo artista che non conoscevo e di cui mi sono innamorata. Sembra che danzino. E mentre giravo incantata, sommersa nella neve fino alle ginocchia, ho visto questo: Spoiler [leggi] "Eccomi qua." Dio è la mano che mi sorregge. A volte quasi cado, troppe volte non guardo in alto per ricordarmi che c'è. Eppure, le volte che lo faccio, c'è sempre. Ed io mi sento con la stessa espressione di stupore, anche di spavento talvolta, nel sentire che è lì. Non sono mai stata da sola, anche quando me ne sono scordata. Adelasia Ha scritto:E tu sei malvagia. Molto. L'esercizio per concentrarsi è semplice. Smetti di pensare a quello che intendi fare. Smetti di pensare a quello che hai appena fatto. Poi smetti di pensare che hai smesso di pensare a queste cose. Allora troverai il Presente, il tempo che si allunga eterno, ed è davvero l'unico tempo che c'è. Lì, in quel luogo, finalmente avrai tempo di essere te stesso. - L'Assassino di Corte "Conosci questi versi, 'Quando sono diviso da te, l'alba mi sfiora il volto con le tue mani'? [...] Le parole di un altro uomo, dalle labbra di un altro uomo. Vorrei che fossero mie." - La nave in fuga |
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18-12-2011, 19:18,
Messaggio: #7
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Ho smesso di essere praticante da molto tempo ormai. Troppe volte ho abbandonato la Messa tremando di indignazione per le scempiaggini del sacerdote di turno. Non ho più alcuna fiducia nella Chiesa, che mi delude ogni giorno con i suoi interessi economici, le ipocrisie, le chiusure, la mancanza di coraggio.
Ma credo in Dio, con tutte le mie forze. La mia è una fede molto personale – estrema, se vogliamo – ed è proprio questa a rendermi tanto critica nei confronti della religione tradizionale. E di me stessa, anche, di cui vedo spietatamente tutte le mancanze. Nonostante tutto, però, riesco sempre a trovare un senso a quanto mi accade nella vita, anche alle esperienze dolorose; sono forte, ho fede, sono in grado di sopportarle e trarne un insegnamento. Meglio che capitino a me piuttosto che ad altri. Ma se anche sapessi per certo di ingannarmi, continuerei a vivere inseguendo gli stessi principi. Non potrei fare altrimenti perché sono connaturati al mio modo di essere e di intendere l'esistenza. Secondo me, se vivi secondo i principi universali di carità e fratellanza, o ti sforzi di farlo, con tutto il cuore, non saranno i sacramenti a fare la differenza. Per il Dio in cui credo contano le intenzioni, nient'altro. Purché siano sincere, però, purché tentiamo davvero di metterle in pratica. E non c'è intento più alto dell'alleviare la sofferenza e la solitudine di quanti hanno bisogno, siano essi uomini, alberi o animali. Penso, infine, che non bisogna opporsi al male e cercare di fare del bene perché ce lo impone la nostra religione. Bisogna farlo perché ci rende delle persone migliori. Bisogna farlo per onorare il dono della vita, indipendentemente da chi o cosa ci abbia concesso questa possibilità meravigliosa. Per fortuna non occorre essere credenti per questo. Occhi-di-notte Ha scritto: |
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19-12-2011, 12:42,
Messaggio: #8
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Avete scritto tutti delle cose bellissime e riflessioni profonde; in alcune mi ci sono ritrovata e in altre no, magari anche all'interno dello stesso post. Giustamente, direi, poichè questo sottolinea le infinite differenze di pensiero ed esperienze di vita di ognuno di noi; è il bello di questo topic.
Io non posso dire di essere credente. O comunque non credente nel Dio e nella religione tradizionale. Ritengo di non aver avuto una buona educazione cristiana: nella mia famiglia nessuno praticava o mi spiegava perchè dovevo andare a messa la domenica, costringendomi però ad andarci; le ore di catechismo e religione a scuola per me sono sempre state di una noia mortale. Crescendo ciò non è cambiato, non ho sentito e non sento tutt'ora la necessità di avvicinarmi alla religione, di leggere la Bibbia o altro. Non ho bisogno di quel Dio che ci guarda dall'alto e ci giudica per come ci comportiamo. E' a me stessa che devo rispondere delle mie azioni e comportamenti, o alle persone che mi stanno intorno e a cui voglio bene. E in me stessa che cerco di trovare ogni giorno la forza per affrontare la vita e i momenti difficili, magari non sempre mi riesce bene, magari un giorno andrò seriamente a cercare quel Dio. Ma per ora va bene così. Ammiro chi ha fede in Dio, chi crede veramente. Ho amici credenti per cui ho veramente tanta stima, mi piace il modo in cui vedono e sentono la religione; mi fa spesso pensare che viverla in quel modo non sarebbe male. Anche le festività per me, più che un momento religioso, sono un momento per riavvicinarmi alle persone a cui voglio bene: come il Natale, ora tanto vicino, è prima di tutto un'occasione per stare con gli amici e i parenti, per pensare a loro cercando il giusto regalo, per mangiarsi una fetta di pandoro in compagnia dopo la messa di mezzanotte, l'unica a cui vado durante l'anno e a volte nemmeno. Per questo mi sentirei ipocrita a dire che credo in Dio, ma è anche vero che non sono del tutto priva di fede: qualcosa in cui credo c'è, non so bene cosa sia, forse un'entità di mia invenzione, forse il destino. Forse un giorno riuscirò a dare a questa fede una forma più solida, e magari si tratta solo di credere più in me stesssa. |
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20-12-2011, 01:31,
Messaggio: #9
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Io sono del tutto priva di fede. Non riesco a credere a niente di ultraterreno. Un tempo forse avrei voluto (sono il tipo che si è anche andata a leggere Bibbia e Vangeli in cerca di un'illuminazione sulla via di Damasco che, ahimé, non c'è stata), oggi se c'è una cosa di cui non sento la mancanza nella mia vita è proprio la fede: sono talmente abituata a non pensarci che quando qualcuno che conosco accenna alle sue convinzioni religiose quasi me ne stupisco (no, me ne stupisco proprio, senza nessun quasi) e mi ritrovo a ricordarmi solo in quel caso dell'esistenza di questa strana (incomprensibile, per me) cosa che è la religione.
Non ha neanche a che fare con la mia antipatia per la Chiesa o con l'opinione particolarmente negativa che ho del cattolicesimo, anzi, pur essendo a volte colpita da alcune religioni (i luterani danesi che celebrano i matrimoni gay in chiesa senza alcuna discriminazione; i buddisti che hanno una religione senza divinità) la "vera verità " è che proprio non sento la necessità di cercare un senso "dietro" alle cose. Non so se mi sono spiegata bene. Riguardo all'accenno alla mia disistima per il cattolicesimo e per dovere di chiarezza: non è che non ne veda aspetti più che positivi (il brano della prima lettere di San Paolo ai corinzi sulla carità mi ha sempre molto colpita e l'ho sempre considerato il paradigma di ciò che mi piace della figura di Cristo: l'amore per il prossimo) ma ho sempre detestato l'esaltazione della mortificazione del corpo e di tutto ciò che è terreno, lo sfavore verso una cosa che per me è importantissima, l'amore verso sé stessi. Con tante immagini positive e ottimiste che si trovano nel vangelo, la prospettiva del cristianesimo, secondo me, si esprime nella scelta del Crocifisso come proprio simbolo, un simbolo di estrema sofferenza: non ho la presunzione di dire che sia sbagliato, ma è sbagliato "per me", è una filosofia di vita che non potrei mai accettare, figuriamoci condividere. Spero di essere stata comprensibile e di non aver offeso nessuno, perché non era mia intenzione farlo: rispetto i credenti, come rispetto chiunque abbia un'opinione diversa dalla mia. Un Lagnister paga sempre i propri debiti. (24-06-2013, 20:33)Chance Ha scritto: Tu. sei. un. mostro. (26-12-2014, 13:52)Umbra Ha scritto:(26-12-2014, 13:14)Adelasia Ha scritto: Non sono la persona più brava del mondo a esprimere sentimenti... |
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20-12-2011, 03:42,
Messaggio: #10
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Da piccolo andavo sempre a giocare "dai preti", come si usava dire tra noi giovani del quartiere Testaccio, a Roma, per indicare l'oratorio della nostra parrocchia. A luglio inoltre c'era l'Estate Ragazzi: si trattava di tutta una serie di attività che facevamo ogni giorno, dal lunedì al venerdì, come andare in piscina, giochi, canti, eccetera eccetera, il tutto basato su un tema che veniva sviluppato nell'arco del mese di durata della "manifestazione" (il virgolettato è d'obblgo perchè non so quale altro vocabolo usare). Purtroppo non mi ricordo molto, ma è impressa nella mia memoria la copertina di un libro dei canti confezionato in occasione di una edizione dell'Estate Ragazzi perchè su quella copertina vi era disegnato l'Auryn e il tema era "La Storia Infinita". Chissà, magari la mia passione per il fantasy ed il fantastico, ora che ci penso, potrebbe essere nata proprio da lì!
Comunque sia dopo qualche anno sono cresciuto, per un anno ho fatto l'animatore, passando quindi dall'altro lato della barricata, e poi ho smesso di frequentare l'ambiente. Ad onor del vero non ho mai ricevuto un'educazione cristiana, quindi nessuno mi ha spinto a rimanere. Saltando avanti nel tempo arriviamo al 2002. Ero in vacanza in Sardegna e con me c'erano due amici di cui uno è il mio migliore amico, il solito che ho citato tante volte ad alcuni di voi in altre occasioni. Ci eravamo appena svegliati quando lui ci dice: "Ragazzi, io vado a messa. Chi viene?" L'altro mio amico disse subito di no mentre io rimasi un attimo perplesso e gli dissi: "A messa? Ma siamo in vacanza!" E lui: "Bè, che significa? Io comunque vado, se vuoi venire sei il benvenuto!". Ebbene, andai con lui. Alla fine della messa... bè, non so spiegarvi esattamente come mi sentivo, però mi sentivo bene, ero sereno ed ero contento di essere andato con lui. Mi sentivo diverso rispetto a come stavo prima di entrare in chiesa. Io allora dissi al mio amico tutto questo e poi la cosa finì li. Un anno dopo, nel 2003, il mio amico di cui sopra un bel giorno mi dice: "Senti, come già sai io faccio parte di una comunità del cammino neocatecumenale e nei prossimi giorni partono delle catechesi per formare una seconda comunità. Insomma, visto quel che è successo l'estate scorsa, che ne dici? Vuoi venire?" Accettai l'invito e dopo le catechesi, quindi dal gennaio del 2004 ad oggi, faccio parte della seconda comunità neocatecumenale della Parrocchia del Santo Volto di Gesù. Insomma, tutte queste parole per dire cosa? Per dire che sono credente, ma non è affatto facile come può sembrare. Sinceramente non so dire quanto il Signore sia stato presente nella mia vita, ma ci sono un paio di esperienze che credo mi rimarranno impresse per sempre. Senza scendere nei dettagli (se non altro perchè ho già scritto molto!) il cammino neocatecumenale in ogni mese di ottobre prevede una sorta di ritiro spirituale in cui si affronta un tema. Nel 2006 il tema trattato riguardava la sofferenza, la vecchiaia e la morte... il tutto ovviamente visto in chiave cristiana. Ebbene, in quel periodo mia nonna stava molto male ed era ormai evidente che da un momento all'altro ci avrebbe lasciati. Io avevo paura di come avrei potuto reagire nel momento in cui ciò fosse accaduto e, in occasione di quel ritiro, parlai proprio di questa cosa. Il ritiro c'è stato di sabato e domenica: appena tre giorni dopo, il mercoledì, mia nonna è morta. E' come se Dio avesse voluto farmi arrivare preparato a quel momento e io credo che le cose siano andate proprio così. Come probabilmente avete letto in giro per il forum, ad agosto sono stato in Spagna. I primi tre giorni di vacanza furono un inferno perchè a turno, chi per un motivo e chi per un altro, abbiamo perso un pò tutti le staffe e quindi l'atmosfera che si respirava non era delle migliori. Dopo la GMG c'è stato un incontro con Kiko Arguello, il fondatore del cammino neocatecumenale. La piazza in cui si teneva il raduno e le vie che confluivano in essa erano gremite e le stime dicevano che eravamo circa 300.000 persone. Terminato che fu l'incontro ci siamo avviati per andare a cena e camminavamo su uno stretto marciapiede: a destra avevamo un muro, a sinistra una lunga colonna di pullman e insieme a noi c'era una folla pazzesca al punto che non c'era uno spicchio di marciapiede vuoto. All'improvviso una mia amica comincia a gridare contro il marito e a piangere. Io la conosco dal 2004 e giuro che non l'ho mai vista così. Dopo tutto quello che era successo dall'inizio della vacanza la mia amica alla fine è esplosa e quindi ci siamo trovati anche noi a discutere. Il problema è che ci trovavamo sul marciapiede affollatissimo e quindi avevamo quasi bloccato le persone che passavano: per non intralciare oltre siamo scesi dal marciapede e ci messi nello spazio che c'era tra il retro di un pullman e il muso del successivo. La discussione è andata avanti per altri minuti, un paio di amiche mie piangevano perchè stavano male per quanto successo e anche io avevo un groppone alla gola allucinante perchè prima di allora, da quando ci conosciamo, mai c'erano state discussioni simili tra di noi. Io poi mi sono accodato alle mie amiche e ho cominciato a piangere come uno scemo quando, all'improvviso, è successa una cosa che ci ha lasciati senza parole. Nel bel mezzo della calca assurda di gente si è materializzato davanti a noi Don Fabrizio, il sacerdote che ci fa fatto conoscere e con il quale abbiamo iniziato il cammino nel 2004. Eravamo in cinque e siamo rimasti tutti e cinque muti per qualche secondo perchè non credevamo ai nostri occhi. Nel frattempo avevamo smesso di piangere ma le mie amiche non hanno retto e, alla vista di Don Fabrizio, sono scoppiate di nuovo in lacrime. Io tremavo dall'emozione perchè non era umanamente possibile una cosa del genere. Ripensandoci dopo ci siamo detti che è stato Dio a mandare Don Fabrizio da noi, proprio in quel preciso momento, perchè tra tutta quella moltitudine di gente lui è passato al momento giusto e al posto giusto, tanto da riuscire a scorgerci nel misero spazio che c'era tra i due pullman. Mi rendo conto che a leggerlo sul forum potrebbe non rendere l'idea, ma vi assicuro che vivere quel momento è stato qualcosa di emozionante. Inoltre vale la pena raccontare che nel 2006 mi venne chiesto se volevo assumere il compito di condurre un gruppo di ragazzi verso il sacramento della cresima: in altre parole mi è stato proposto di fare il catechista. Io ho accettato e due anni dopo, nel 2008, insieme ai miei ragazzi eravamo arrivati al termine della nostra avventura. In quanto catechisti, a me e ai miei "colleghi" sono stati affidati dei compiti da svolgere durante la messa. Uno di questi prevedeva la mia presenza alle spalle del vescovo a mo di “suggeritore”: secondo il rito, la prima frase che il vescovo rivolge al/alla cresimando/a comincia col nome proprio del/della ragazzo/a ed io ero lì proprio per comunicare al prelato il nome di ogni ragazzo/a del mio gruppo. All’inizio ero tranquillo, ma piano piano che tutti i miei ragazzi sfilavano davanti ai miei occhi, un groppone allucinante sempre più grosso prendeva forma nella mia gola. Quando sono arrivato agli ultimi nomi avevo la voce rotta dalla commozione e dovevo schiarirmela ogni volta. I miei ragazzi. Li vedevo che passavano davanti a me, gli occhi di ciascuno di loro che brillavano di aspettativa. E soprattutto era grazie al mio lavoro e a quello della mia “collega” (ho svolto questo servizio non da solo, ma insieme ad una ragazza) se loro erano lì, consapevoli di quello che stavano ricevendo. Terminato che fu il rito della cresima il nodo alla gola mi è passato in breve tempo. Dopo le foto di rito con i ragazzi sono andato a cercare i miei per abbracciarli e salutarli. Appena mi sono imbattuto nella prima ragazza l’ho abbracciata, l’ho stretta forte e poi ho cominciato a piangere come un ragazzino! Non sono riuscito a trattenermi. Ero contento ma soprattutto orgoglioso di quello che avevo portato a termine. Sentivo che avevo fatto qualcosa di buono. E’ stato un momento bellissimo, non pensavo di poter addirittura commuovermi e di poter vivere così questa esperienza. Adesso però concludo il mio post commentando alcune cose che ha scritto la nostra Adelasia: (20-12-2011, 01:31)Adelasia Ha scritto: ...ho sempre detestato l'esaltazione della mortificazione del corpo [...], lo sfavore verso una cosa che per me è importantissima, l'amore verso sé stessi. A cosa ti riferisci quando parli di "mortificazione del corpo"? Te lo chiedo perchè spesso si parla di una cosa che San Paolo dice nella sua prima lettera ai Corinzi, ovvero che il corpo è tempio dello Spirito Santo. In virtù di questo la Chiesa ci invita a curare e preservare il nostro corpo e non a mortificarlo. Se poi ti riferisci a tutto ciò che subisce Gesù nella sua Passione, allora sinceramente mi cogli impreparato. Infine, come prima, c'è una frase che torna molto spesso ed è "ama il prossimo tuo come te stesso". Si tratta del secondo comandamento e lo stesso Gesù, parlando di questo comandamento dice che "non c'è altro comandamento più importante di questo". Allora, per quanto riguarda l'amore verso se stessi, anche in questo caso, a cosa ti riferisci?
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