"E voi, chi dite che io sia?"
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20-12-2011, 11:26,
Messaggio: #11
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Ho letto, ho riso, ho rflettuto, ho considerato.
Vorrei essere sintetico: in prima battuta non avevo risposto, perché un topic che chiede della religiosità / religione IMHO non può iniziare con una frase attribuita a Gesù: è come intotalare una discussione sulle nostre squadre preferita "Pazza Inter". Ma, visto che tutti (tranne Chiara) hanno risposto alla domanda sulla religione e non a quella del titolo, mi accodo. Io sono stato credente, molto, in una famiglia di non credenti / praticanti, senza un'educazione cattolica (come Ambra). Mi sentivo bene ad andare in Chiesa ogni domenica, a mortificarmi e incolparmi di tutto quello che mi succedeva di sbagliato. Ho letto tante tante volte la Bibbia - libro bellissimo entrato in casa un Natale perché io l'ho chiesto come regalo - e penso che la riprenderò in mano. Ma non credo più. O meglio, non credo in quello che è la religione cristiana e cattolica nello specifico. Sulla mortificazione del corpo, Ale, lascio parlare le gelide parole di Francesco Dimitri nell'intervista di Lucca: non posso credere a una religione che mira a negare il piacere. E io qui parlo di religione, non di Chiesa: ho sempre creduto ipocrita dire "non sono praticante perché odio la Chiesa, ma sono cattolico"; a questo punto IMHO non sei cattolico, hai una tua religiosità e un tuo senso del divino rispettabilissimo, ma non sei cattolico (e questo atteggiamento discende dal princio NEssuna salvezza fuori dalla Chiesa). Superata la domanda se sono cattolico, lasciando sullo sfondo tutto il mio odio per la Chiesa e il clero (ovviamente in linee generali) e l'enorme paura che mi mettono organizzazioni come quella cui appartiene Ale, rimane l'ultima domanda: sono religioso? No, almeno razionalmente e normalmente. Non mi nascondo che quando ho molta paura o mi succede qualcosa di molto brutto, cerco un trascendente: per prendermela con qualcuno, però, e non credo che queste siano le basi per un vero sentimento. marco La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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20-12-2011, 12:20,
Messaggio: #12
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
(20-12-2011, 11:26)Umbra Ha scritto: ho sempre creduto ipocrita dire "non sono praticante perché odio la Chiesa, ma sono cattolico"; a questo punto IMHO non sei cattolico, hai una tua religiosità e un tuo senso del divino rispettabilissimo, ma non sei cattolico. Vero. Da anni infatti ci tengo a specificare – con grande sconcerto della mia zia bigotta — che sono credente ma non cattolica. E cristiana (per rispondere anch'io alla domanda iniziale del topic), perché credo profondamente in Cristo. Solo un appunto personale sulla questione della mortificazione e della negazione del piacere. Dio non ci chiede di soffrire, non ci chiede di rinunciare alla felicità ; ci chiede invece di andare alla sostanza delle cose, al di là delle frivolezze, della superficialità , dicendoci che è lì che si trova il vero senso della vita. Chiunque abbia fatto del volontariato sincero dovrebbe capire quel che sto cercando di dire: mettersi al servizio degli altri, rinunciando magari a qualcosa per se stessi, scalda il cuore come null'altro. Nel mio piccolo, ho rinunciato spesso a tutto pur di stare vicino ad animali bisognosi: agli svaghi, alla compagnia, alla comodità , al sonno... a tutto, davvero. E non mi sono mai sentita così viva e realizzata come in quei momenti. Quella non è mortificazione, è esaltazione del significato e del valore della propria esistenza. Occhi-di-notte Ha scritto: |
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20-12-2011, 13:03,
Messaggio: #13
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
(20-12-2011, 12:20)The Fool Ha scritto: ci chiede invece di andare alla sostanza delle cose, al di là delle frivolezze, della superficialità , dicendoci che è lì che si trova il vero senso della vita. Chiunque abbia fatto del volontariato sincero dovrebbe capire quel che sto cercando di dire: mettersi al servizio degli altri, rinunciando magari a qualcosa per se stessi, scalda il cuore come null'altro. Nel mio piccolo, ho rinunciato spesso a tutto pur di stare vicino ad animali bisognosi: agli svaghi, alla compagnia, alla comodità , al sonno... a tutto, davvero. E non mi sono mai sentita così viva e realizzata come in quei momenti. Quella non è mortificazione, è esaltazione del significato e del valore della propria esistenza. Comprendo quello che dici e sinceramente lo trovo molto lontano da un precetto religioso, o meglio, mi sembra un discorso attinente alla sfera valoriale del singolo al di là di riferimenti al trascendente. Detto questo, non ho nulla da obiettare. Ma... (20-12-2011, 12:20)The Fool Ha scritto: Solo un appunto personale sulla questione della mortificazione e della negazione del piacere. Dio non ci chiede di soffrire, non ci chiede di rinunciare alla felicità ; Io non so cosa vuole Dio, quindi mi perdonerai se mi muovo sulla sfera del cattolicesimo, che conosco. Non voglio sembrare quello che ha trovato un nuvo guru - Dimitri in questo caso - ma l'esempio che fa lui su religione cattolica e mortificazione della carnalità e negazione del piacere è lampante (ovviamente, tu sopra ti sei definita non cattolica e quindi non è una risposta diretta a te, è un discorso generale per chiarire la mia opinione sul punto). A chi faccio del male se tutti i giorni vivo la mia dimensione sessuale - e il mio piacere - con tre persone invece che con una? A chi faccio del male se mi lego sentimentalmente, sessualmente per la vita a una persona del mio stesso sesso? E potrei continuare oltre Dimitri: a chi faccio del male se vivo tutta la mia vita con una persona senza essere mai entrato in Chiesa a dire sì? Se faccio sesso prima di entrare in Chiesa e dire sì? E se mi mangio un quintale di cannoli siciliani, a chi faccio del male? Perché mai dovrebbe essistere un peccato chiamato 'gola'? Ecco un paio di cose gettate così e poco intelligenti, per chiarire la mia profonderrima avversione alla religione cattolica. Poi, come ha ricordato qualcuno, ci sono religioni che ammettono questo o quel comportamento: hanno la mia stima, ma non la mia fede. ______________________________________________ In generale, riprendo pure il discorso di Sara: la fede o la hai o non la hai. Non credete a Pascal e credete a lei: non ti viene andando tutte le domeniche a messa. Io mi sentivo meglio quando credevo, quando avevo la speranza di rivedere i miei cari defunti o di ricevere una mano in un momento di sifficoltà ... poi semplicemente la fede è venuta meno. Prima ho fatto un paragone calcistico, non casuale. Prego i credenti di non sentirsi offesi, ma i due fenomeni per me sono sullo stesso piano: non riesco a capire la fede altrui come il tifo altrui, tendo a ignorare quel mondo totalmente; può capitare anche di emozionarmi entrando in una chiesa particolarmente bella come anche io ho visto la finale in cui l'Italia ha vinto il mondiale, ma sono mondi che non mi attirano. Per niente. marco La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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20-12-2011, 13:14,
Messaggio: #14
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
(20-12-2011, 01:31)Adelasia Ha scritto: Con tante immagini positive e ottimiste che si trovano nel vangelo, la prospettiva del cristianesimo, secondo me, si esprime nella scelta del Crocifisso come proprio simbolo, un simbolo di estrema sofferenza: non ho la presunzione di dire che sia sbagliato, ma è sbagliato "per me", è una filosofia di vita che non potrei mai accettare, figuriamoci condividere. Questa mi ha fatto sorridere Non so se lo sai, Yle, ma è all'incirca la stessa cosa che un po' di tempo fa ha detto il Dalai Lama. Non sto a ricercare la citazione letterale, ma aveva fatto un commento simile al tuo dicendo che trova la religione cristiana molto triste, citando il simbolo della Croce come immagine di dolore e sofferenza. In realtà per chi crede quel simbolo è tutto meno che questo. E' l'immagine del Sacrificio, quello che io credo che il Signore abbia fatto per l'umanità . Ma è un sacrificio di Amore ("Non esiste amore più grande di questo: dare la vita per i proprio amici.") e di Speranza. Non è solo la morte (che comunque è la nostra salvezza) che ricordiamo con quel simbolo, ma tutto quello che viene dopo (20-12-2011, 11:26)Umbra Ha scritto: Ma non credo più. O meglio, non credo in quello che è la religione cristiana e cattolica nello specifico. Sulla mortificazione del corpo, Ale, lascio parlare le gelide parole di Francesco Dimitri nell'intervista di Lucca: non posso credere a una religione che mira a negare il piacere. Su quello che ha detto Dimitri avrei, come puoi ben immaginare , tanto da discutere (non criticare, eh! ciascuno la pensa come vuole e figurati te se mi metto a fare proselitismo! ma mi sarebbe piaciuto parlarci a quattr'occhi perché credo sarebbe una persona con cui fare un dialogo veramente costruttivo!) (20-12-2011, 11:26)Umbra Ha scritto: E io qui parlo di religione, non di Chiesa: ho sempre creduto ipocrita dire "non sono praticante perché odio la Chiesa, ma sono cattolico"; a questo punto IMHO non sei cattolico, hai una tua religiosità e un tuo senso del divino rispettabilissimo, ma non sei cattolico (e questo atteggiamento discende dal princio NEssuna salvezza fuori dalla Chiesa). E per quanto riguarda la salvezza fuori dalla Chiesa, sono perfettamente d'accordo con te. Il punto non è tanto credere, quanto essere "uomini di buona volontà ". Come diceva la Matta più su, "vivere secondo i principi di fratellanza e carità ". Per questo io sono straconvintissima che potrebbe benissimio capitarmi una scena come quella descritta dall'amica di Milady Drago davanti alle porte del Paradiso: non credo infatti che la salvezza stia nell'esser cristiani. Sant'Agostino diceva "Ama e fa ciò che vuoi." E come giustamente citava Ale, per chi crede in Cristo il più grande comandamento deve essere "Ama il prossimo tuo come te stesso." Credo profondamente che la salvezza sia anche fuori dalla Chiesa. (20-12-2011, 12:20)The Fool Ha scritto: Vero. Da anni infatti ci tengo a specificare – con grande sconcerto della mia zia bigotta — che sono credente ma non cattolica. E cristiana (per rispondere anch'io alla domanda iniziale del topic), perché credo profondamente in Cristo. E qui Mattuccia posso quotarti parola per parola senza aggiungere altro? Fondamentalmente hai detto nella pratica esattamente quello che ho provato a dire io commentando Umbra Adelasia Ha scritto:E tu sei malvagia. Molto. L'esercizio per concentrarsi è semplice. Smetti di pensare a quello che intendi fare. Smetti di pensare a quello che hai appena fatto. Poi smetti di pensare che hai smesso di pensare a queste cose. Allora troverai il Presente, il tempo che si allunga eterno, ed è davvero l'unico tempo che c'è. Lì, in quel luogo, finalmente avrai tempo di essere te stesso. - L'Assassino di Corte "Conosci questi versi, 'Quando sono diviso da te, l'alba mi sfiora il volto con le tue mani'? [...] Le parole di un altro uomo, dalle labbra di un altro uomo. Vorrei che fossero mie." - La nave in fuga |
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04-01-2013, 00:59,
Messaggio: #15
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Riporto su la discussione perché ho ritrovato fra i miei appunti due interessantissimi interventi di Robin Hobb (che è cattolica) sull'esistenza di Dio e, in particolare, sul senso della vita:
Citazione:"Meaning" may be a little box that we are trying to fit life inside. Citazione:I think there's definitely a meaning to life. Occhi-di-notte Ha scritto: |
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04-01-2013, 11:10,
Messaggio: #16
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Al di là di ogni filosofia, quella donna è il mio mito. L'esempio del cane è fantastico.
E notate bene che si guarda bene dall'usare il suo rapporto con i gatti. One does not need the size of a dragon to have the soul of a dragon. Robin Hobb |
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04-01-2013, 13:58,
Messaggio: #17
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Questa donna è sempre di più il mio mito.
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04-01-2013, 15:04,
Messaggio: #18
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RE: "E voi, chi dite che io sia?"
Non posso che accodarmi a chi parla di mito per Robin.
marco La vita è così grande / che quando sarai sul punto di morire / pianterai un ulivo / convinto ancora di vederlo fiorire.
Roberto Vecchioni - Sogna, ragazzo, sogna
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