menu_rosa
Beloved, un irrisolvibile dilemma

AVVISO DI SPOILER
 (I Lungavista, I Mercanti di Borgomago, L’uomo ambrato)

Alcuni personaggi riescono a colpire il lettore al punto da spingerlo a chiedersi come sia la loro vita al di là delle pagine lette — quasi dimentichi del fatto che solo la carta stampata li fa vivere e conoscere al pubblico. Questa dialettica fra vita narrata e non narrata ha spesso acceso violenti dibattiti riguardo al dominio dello scrittore sulle sue creazioni: esso si limita a quanto pubblicato o investe inediti e bozze, finanche le semplici idee o dichiarazioni pubbliche? Il genere fantasy non è stato immune a simili questioni, come dimostrato dalla controversa uscita di J. K. Rowling sul personaggio di Silente o le polemiche sull’utilizzo della montagna di scritti inediti di J.R.R. Tolkien (questione del c.d. “canone della Terra-di-Mezzo”).
È sicuramente lecito cercare nelle parole dei romanzi indizi su retroscena, caratteristiche, storie non apertamente narrate — in breve inseguire risposte alle domande che la stessa narrazione, se efficace, pone. È il caso del dibattuto problema del sesso — ebbene sì, scendiamo in particolari intimi — del più riuscito personaggio di Robin Hobb, Beloved, o — come lo conosciamo fin dall’inizio — il Matto. Cercare risposte a questo dilemma non significa cercare di sostituirsi all’autrice, ma semplicemente ricostruire zone grigie della narrazione con elementi a essa interni.

La questione del genere di Beloved — anticipo, irrisolvibile allo stato delle cose — non è casuale né tantomeno secondaria: le tre principali trilogie del ciclo Realm of the Elderlings (I Lungavista, I Mercanti di Borgomago, L’uomo ambrato) hanno come filo conduttore proprio Beloved e la sua visione del mondo, e importanti nodi della trama vengono risolti attribuendogli ora uno ora un altro genere: il Matto, Ambra, Messer Dorato e Beloved sono sfaccettature di un unico gioiello, ma risulta parecchio difficile ricostruire un’immagine unitaria, poiché sono tutti eteronomi con proprie individualità (vedi Il risveglio dell’assassino, cap. 15; La furia dell’assassino, cap. 12; Il destino dell’assassino, cap. 3). Robin Hobb è stata volutamente ambigua e ha fornito indizi fuorvianti benché in un certo senso coerenti, e si può solo sperare in nuovi sviluppi e rivelazioni. Per il momento i lettori, divenuti interpreti, hanno cercato risposte affrontando i problemi e trovando le soluzioni che a breve diremo. La rete è piena d’interventi di fan che, romanzi alla mano e tanta passione nel cuore, si gettano in questo non facile lavoro di esegesi: a loro, e soprattutto agli autori di una discussione su bloodmemories.it (QUI) devo gran parte di questa riflessione, che vuole essere nulla di più di un momento di sintesi per ripartire alla volta di nuove speculazioni.

Per prima cosa, delineiamo rapidamente i motivi della nostra domanda. Principalmente è legata a una pacifica affermazione: Beloved è il personaggio che più compare nell’intero ciclo, più è misterioso e affascinante, più mette in moto gli ingranaggi della trama; stando così le cose, si capisce il bisogno di conoscerlo bene, anche perché partendo dal genere si può arrivare a importanti ipotesi sul suo gruppo d’appartenenza, i Profeti Bianchi, altrettanto misteriosi. È inoltre cosa nota che il Matto ama FitzChevalier Lungavista, protagonista e voce narrante delle trilogie I Lungavista e L’uomo ambrato, e che il sesso attribuitogli da Fitz impedisce la consumazione fisica di questo sentimento. La stessa autrice, infine, pone al lettore la domanda in maniera molto diretta o in scambi di battute fra personaggi, e l’abilità di Beloved nell’interpretare i diversi ruoli già citati mostra ai lettori il nostro eroe ora in abiti maschili ora femminili. Riassumendo, il ruolo del personaggio e il mistero che circonda i Profeti Bianchi, il suo amore non corrisposto e la stessa — provocatoria ma reticente — autrice spingono il lettore a porsi domande sul genere di Beloved.
Il problema potrebbe essere affrontato da diversi angoli visuali: si può scegliere un’analisi diacronica dei singoli ruoli interpretati da Beloved cercando di attribuirgli un genere almeno non logicamente contradditorio, oppure formulare a priori delle ipotesi e verificarle di volta in volta; il riscontro deve essere comunque quello dei romanzi pubblicati — avendo cura di controllare il testo in lingua originale se sussistono dubbi dovuti alla traduzione — e solo in posizione sussidiaria dichiarazioni e interviste, per non cedere alle tentazioni descritte in apertura. In realtà non è facile operare nelle due modalità indicate senza reciproche interferenze: pur scegliendo di verificare le varie possibilità, infatti, faremo spesso affidamento decisivo sui tanti volti di Beloved, davvero uno, nessuno e centomila.

Partiamo da un’osservazione che trova fondamento nella realtà umana: Beloved o è maschio o è femmina, tertium non datur. Data questa premessa, bisogna trovare un genere che si adatti al Matto, ad Ambra e a Messer Dorato. Fin dal primo incontro col Matto (vedi L’apprendista assassino, cap.3), Fitz lo presenta al maschile e questa posizione non troverà voci discordi fino al termine del Viaggio dell’assassino: il nostro protagonista non nutre alcun dubbio a proposito, e la stessa posizione sarà tenuta ferma per tutta la trilogia L’uomo ambrato rispetto a Messer Dorato. Beloved appare a Fitz maschio prima facie: nella storia il Bastardo reale nemmeno si sofferma a riflettere sul genere dell’amico, lo fa solo in uno dei paragrafi d’apertura di un capitolo, scritto secondo la finzione narrativa molti anni dopo: la questione è posta al lettore molto direttamente e subito accantonata senza fornire risposta (vedi L’apprendista assassino, cap. 9: “Del sesso del Matto è stato discusso. Quando una volta gli fu posta una domanda diretta da una persona più giovane e più sfacciata di quanto sia io ora, il Matto replicò che erano solo affari suoi. Quindi tralascio l’argomento”). Beloved è talmente maschio per Fitz che questi non riesce a concepire un rapporto sessuale con lui: non è una questione di amore, ma semplicemente di inclinazioni naturali (vedi Il destino dell’assassino, cap. 34) e coerentemente l’autrice non trasforma il suo protagonista da eterosessuale in — almeno — bisessuale (anzi, Fitz si dimostra più volte omofobo: vedi su tutti La furia dell’assassino, cap. 4 e Il destino dell’assassino, cap. 29, ultimo inciso). A ben vedere però, come ha abilmente sottolineato la Hobb nel suo newsgroup, il discorso funziona solo perché dal punto di vista di Fitz il Matto è un maschio: questa considerazione precede il rifiuto di Fitz e le parole di Beloved nel dialogo del cap. 34 del Destino dell’assassino lasciano intravedere differenze ben più profonde di quelle di genere. Punto centrale della tecnica narrativa della Hobb — come ribadito più volta anche nel book tour italiano — è la fedeltà al punto di vista prescelto: al lettore il Matto e Messer Dorato sembrano senza dubbio maschi perché così sono agli occhi di Fitz, ma nulla impedisce che questi sia in errore; l’assenza di un narratore onnisciente, anche in Borgomago dove è utilizzata invece la terza persona, è l’ostacolo principale alla ricostruzione del sesso di Beloved e insieme la fonte di maggiori informazioni. Alla luce di quanto detto, possiamo di certo constatare che Fitz considera maschio Beloved — e capire le sue azioni — ma non affermare che questa sia la verità.
Al punto di vista di Fitz si aggiungono altri indizi a suffragio della mascolinità del Matto, anch’essi non decisivi. Ambra, eteronimo di Beloved considerato unanimemente donna da tutta la città di Borgomago, indossa abiti particolarmente larghi, quasi a voler nascondere l’inesistenza delle forme femminili (vedi La nave della magia, cap. 8: “La lunga veste semplice color marrone le pendeva dalle spalle, più nascondendo che evidenziando la sua figura esile” e cap. 11: “La stoffa della veste cadeva a pieghe dalle spalle fino ai piedi, nascondendo ogni linea del suo corpo”). Per quanto sia almeno singolare che l’autrice attragga la nostra attenzione, per ben due volte e in maniera quasi identica, su un presunto tentativo di Ambra di nascondere le sue forme, nulla vieta ad Ambra di vestirsi come meglio crede, anche se donna.
Sicuramente Beloved è un maschio per tutta la corte di Castelcervo sotto il nome di Messer Dorato, e come tale lo considerano anche Dama Sydel e Urbano Bresinga (vedi Il risveglio dell’assassino, cap. 18), ma non si capisce perché mai dovremmo considerare autentico il travestimento di Dorato e non quello di Ambra, che funziona in tutta Borgomago; la banale realtà è che il trasformismo del nostro non ha limiti e porta a risultati contrastanti. Più significativo forse è il fatto che la giardiniera Garetha non solo riconosce in Dorato il Matto, ma gli attribuisce sempre il sesso maschile, rivelando addirittura un grande amore segreto (vedi La furia dell’assassino, cap. 15). Il punto di vista della giardiniera è però soggetto alle stesse obiezioni di quello di Fitz, quindi non ha senso soffermarvisi troppo.
Altra osservazione a sostegno della mascolinità viene dal confronto con la Donna Pallida. Posto che ambedue sono Profeti Bianchi, è innegabile che le forme di questa siano femminili, come scopre un imbarazzatissimo Fitz, nel capitolo 21 del Destino dell’assassino vedendola nuda: “Una lievissima traccia di rosa nei capezzoli eretti sui seni tondi. Il ciuffo di peli all’inguine era bianco come i capelli. Come il Matto, aveva arti slanciati e vita sottile, ma era florida di fianchi e di petto”; è facile a questo punto dedurre a contrario che Beloved è un maschio perché, anche se Fitz non l’ha mai visto completamente nudo, è diversissimo dalla sua nemica. Questa riflessione importante ancora una volta non è decisiva: sappiamo troppo poco dei Profeti Bianchi per affermare che la Donna Pallida sia una di loro, giacché dovrebbe esserci un solo Profeta per ogni era (la Donna Pallida è un errore o non è un Profeta?) ed essi cambiano colore con i cambiamenti operati (la Donna Pallida non muta perché fallisce o perché non è un Profeta?). La classificazione della Donna Pallida è un problema per adesso non risolvibile, ma si deve comunque tenere a mente che Prilkop, Profeta che ha avuto successo nei suoi cambiamenti, all’inizio la considera tale e poi muta idea. Sia come sia, il ragionamento per quanto interessante, ancora una volta non risolve il problema: sappiamo troppo poco dei Profeti Bianchi e questo, con la relatività dei punti di vista, è un enorme ostacolo contro cui si lotta la nostra riflessione. Rimane il fatto che Beloved e la Donna Pallida agli occhi di Fitz sono di genere diverso (vedi Il destino dell’assassino, cap. 21: “Aveva il viso del Matto, addolcito dai tratti di una donna […] La veste di purissima lana bianca non celava le curve femminili del suo corpo”) e che quest’ultima parla del Matto sempre in termini maschili, nonostante lo avesse torturato con tutta calma sotto il ghiacciaio.
Infine si è considerato maschio Beloved in base al nome della trilogia, L’uomo ambrato (The Tawny Man nell’originale): si è detto che questo sarebbe in indizio rilevante ma — anche senza perderci in una disamina del valore dei titoli presso gli scrittori fantasy — mi pare un’ipotesi fantasiosa, valida semmai solo per Messer Dorato e in coerenza col punto di vista di Fitz, voce narrante della trilogia.

La tesi della femminilità di Beloved è meno intuitiva ma altrettanto affascinante: molti lettori vedono in essa il più importante colpo di scena dell’intero ciclo, una specie di rivalsa personale dell’autrice che narra gesta virili, quelle di Fitz soprattutto. Gli indizi sono però soggetti a obiezioni, che non smentiscono quelli contro la tesi della mascolinità ma vi si accompagnano.
La tesi viene per la prima volta posta quando il punto di vista di Fitz si scontra con quello della cantastorie Stornella, convinta che il Matto sia una ragazza innamorata di Fitz (vedi Il viaggio dell’assassino, cap. 26: “Il Matto è una donna, ed è innamorata di te”); Stornella è una donna di mondo e sicuramente è nel giusto riguardo al sentimento del Matto, ma nulla prova che abbia ragione riguardo al suo genere, anzi si potrebbe affermare che l’amore di Fitz le abbia fatto concludere avventatamente che sia una donna. Di certo non aiuta a dirimere la contesa l’intervento di Fitz stesso che cerca di affrontare direttamente la questione con l’amico, senza accorgersi di offenderlo (vedi Il viaggio dell’assassino, cap. 30: “Me l’hai chiesto senza neanche pensare se la domanda avrebbe ferito la mia vanità. Come ti sentiresti se ti domandassi una dimostrazione della tua virilità?") e fornendo l’occasione all’autrice di gettare il guanto di sfida al lettore: in un’esilarante dichiarazione d’amore, il Matto ci lancia la sua provocazione a indovinare il suo genere, cantando: “Quando il Matto fa pipì, / dimmi, va di qui o di lì? / Se le brache gli caliam, / fossa o ciondolo troviam?” (vedi Il viaggio dell’assassino, cap. 30). Il punto di vista di Stornella viene in parte contraddetto dal mancato riconoscimento di Messer Dorato, da lei considerato un maschio (vedi su tutti Il risveglio dell’assassino, cap. 27 e l’astioso scambio con Fitz nella Furia dell’assassino, cap. 12).
Altro personaggio che considera Beloved una donna è Jek, amica di Ambra: lei si muove nel contesto di Borgomago ma tiene ferma la sua posizione anche di fronte a Messer Dorato (vedi La furia dell’assassino, cap. 15). Va dato giusto rilievo al fatto che Jek è l’unica vera amica di Beloved — volendo relegare Fitz nel ruolo di oggetto del suo amore — e che lei e Stornella sono più volte considerate donne acute cui è difficile nascondere qualcosa (vedi La nave dei pirati, cap. 10: “Le dispiacerà scoprire che sei una donna. E lo scoprirà. Nulla sfugge a Jek”; ma di contro vedi La furia dell’assassino, cap. 15: “‘Quella Jek’, come la chiami tu, è capace di costruirsi le sue teorie su qualsiasi cosa. È una di quelle persone che non hanno bisogno di bugie; se non le si dice nulla, si fa le proprie idee. Alcune molto imprecise, come hai visto. Molto simile a Stornella, in un certo senso”). Nulla di tutto ciò però esclude ancora una volta la relatività del loro punto di vista, privo di certezze per il lettore (per simili dubbi espressi anche da Kettricken, vedi Il viaggio dell’assassino, cap. 29).
Da non sottovalutare è anche la figura femminile vestita da giullare che appare in una visione d’Arte a Fitz e Beloved nel capitolo 28 del Viaggio dell’assassino e il suo rapporto con il drago di pietra Realder alias Ragazza-sul-drago. La figura era un Profeta Bianco e Realder il suo Catalizzatore col compito di scolpire un drago con una confraternita: Realder aveva fallito per l’individualismo di Sale, che aveva desiderato darsi una forma umana nella pietra, creando così Ragazza-sul-drago (vedi La furia dell’assassino, cap. 22). Sembrerebbe questa una scheggia dimenticata nella Storia del mondo, sennonché vi è un fortissimo parallelismo con le vicende di Beloved e Fitz, anzi proprio il Matto dimostra un attaccamento particolare al Bianco passato e alla sua creazione: è significativo che l’autrice riprenda questa vicenda al termine della trilogia L’uomo ambrato (vedi Il destino dell’assassino, cap. 30), che da essa dipenda la completa guarigione spirituale di Fitz e che Beloved faccia di tutto per riunire — attraverso la Corona del Gallo — Realder al suo Profeta; proprio Ragazza-sul-drago, inoltre, è all’origine dell’unico contatto fisico tra il Matto e il suo amato, il bacio d’Arte. Sembrerebbe quasi che le due storie, passata e presente, siano strettamente collegate fin dal Viaggio dell’assassino, che Beloved si identifichi con il Bianco di allora — indiscutibilmente una donna e un vero Profeta, non come la Donna Pallida — e che cerchi di realizzare l’altrui unione mentre rinuncia al proprio amore. Logica vorrebbe che l’identificazione implicasse identità di genere fra i due profeti, ma di questo non possiamo ancora una volta essere certi.
Un’ulteriore indicazione della femminilità di Beloved è dato da un dialogo fra Ambra e Althea: la prima “si era vestita da uomo e aveva insegnato ad Althea come muoversi e camminare e sedersi come un uomo. Aveva spiegato ad Althea che un tempo era stata attrice in una piccola compagnia di attori, quindi aveva recitato molti ruoli di entrambi i sessi” (vedi La nave in fuga, cap. 1). Qui Beloved definendosi un attore con molti ruoli svela una parte della propria personalità: altrove si definirà un ballerino (vedi Il risveglio dell’assassino, cap. 29) e l’ironia e la vanità dietro le due battute sono identiche. Come se non bastasse, Ambra “le aveva anche mostrato come fasciarsi i seni contro il torace in modo che la stoffa sembrasse solo un’altra camicia, e come piegare calze scure da usare come pannolini. ‘Le calze sporche si possono sempre spiegare’ aveva detto”. Per aggiungere subito: “Impara ad avere bisogno di meno sonno. Dovrai alzarti prima degli altri o restare sveglia più a lungo per mantenere la riservatezza del tuo corpo” (vedi sempre La nave in fuga, cap. 1). Sembra quasi che Ambra stia spiegando alla giovane Mercante come abbia fatto lei a sembrare un uomo per tanto tempo; particolari come quello delle calze per fermare le emorragie mestruali sembrano troppo intimi per essere pensati da una mente maschile, e comunque almeno uno di questi trucchi Beloved lo usava: quando si trovava con Fitz, si alzava sempre all’alba ed era pronto prima che l’amico si svegliasse (vedi su tutti Il risveglio dell’assassino, cap. 6: “Si svegliava puntualmente prima di me […]. Era sempre lavato e vestito per affrontare la giornata”). Appare molto probabile che Ambra volesse dire all’amica solo questo: segui il mio esempio, nessuno ha mai capito che ero una donna. Peraltro, in diverse occasioni nella trilogia di Borgomago Beloved ha rivelato di sé più di quanto fatto nei Lungavista, perché lontana da Fitz e circondata da amiche come Jek e Althea stessa (basti ricordare che ha scolpito il viso di Fitz nella polena di Paragon; vedi La nave del destino, cap. 30).
A ben vedere, la stessa grande discrezione di Beloved potrebbe essere un indizio della sua natura femminile. Se consideriamo il Matto e Fitz come una coppia di ragazzi amici per la pelle, ci dovremmo aspettare grande confidenza e cameratismo fra i due: Fitz infatti non ha alcuna remora a raccontargli le sue avventure con Molly o Stornella, nessun imbarazzo a vestirsi di fronte a lui; trova questi gesti naturali e non capisce di ferirlo o di metterlo in difficoltà, anzi si apre a lui come a nessun altro, lo considera l’unico vero amico con Occhi-di-notte. Beloved invece è anche con Fitz molto discreto e pudico, ben attento a tenere stretti i suoi segreti — e in un momento di sincerità confida ai lettori il motivo: “I miei segreti sono la mia armatura. Senza di loro sono molto vulnerabile a ogni genere di male. Anche alle ferite involontarie” (vedi La nave del destino, cap. 25). Ancora più importante e il totale rifiuto a mostrare il proprio corpo: oltre alla citata abitudine di svegliarsi e vestirsi sempre prima degli altri, Beloved si nasconde anche quando è malato, senza parere a volte (vedi L’assassino di corte, cap. 20: “‘Togliti la camicia’ dissi al Matto. ‘Fammi vedere il torace.’ ‘L’ho già visto, grazie, e ti assicuro che sta bene’”) o reagendo con violenza alle attenzioni di Fitz (vedi La furia dell’assassino, cap. 15); quale motivo potrebbe esserci per non mostrarsi a un amico dello stesso sesso? La spiegazione cui si può giungere è che Beloved debba nascondere qualcosa, probabilmente il fatto di non essere un maschio come appare. Anche quando è costretto a scoprirsi la schiena, infatti, lo fa stando attento a mostrare il meno possibile: “Con una mano si sollevò i capelli e si scoprì la nuca. Il lenzuolo cadde dalla schiena nuda, ma la mano libera continuò a stringerlo al petto” (vedi La furia dell’assassino, cap. 23).
Altri elementi indiziano una natura femminile di Beloved: la presenza di una bambola a forma di bambino addormentato nelle stanze del Matto a Castelcervo (vedi L’apprendista assassino, cap. 19), il rifiuto della corte delle dame nobili da parte di Messer Dorato (vedi La furia dell’assassino, cap. 19: “Per quel che ne so, preferisce dormire solo. Ho assistito ai suoi folli corteggiamenti ma non ho mai dovuto scuotere qualcuno fuori dal suo letto alla mattina”), il gridolino poco virile durante la guarigione di Fitz sempre come Dorato (vedi La furia dell’assassino, cap. 20: “E all’improvviso urlò, stridulo come una donna”) e diversi altri. Nulla di schiacciante, come accennato, solo indizi utili a confondere le acque. Un po’ di attenzione in più meriterebbe la considerazione che tutte le coppie Profeta/Catalizzatore sono formate da membri del sesso opposto — ad esempio Hoaquin e Malocchia, la Bianca della visione e Realder, volendo la Donna Pallida e Kebal Panecrudo — e che quindi questo dovrebbe valere pure per Fitz e Beloved; tale tesi, come è stato fatto notare, si scontra con un passo del capitolo 16 del Viaggio dell’assassino dove si parla del Profeta Darales e del suo Catalizzatore, un condottiero, entrambi al maschile.
Infine, un’altra obiezione generica va fatta alla tesi della femminilità di Beloved: esse entra in crisi soprattutto con Messer Dorato, troppo diverso da una donna, per quanto camuffato. Si pensi alla scena del capitolo 28 del Destino dell’assassino: Beloved è un cadavere, semi avvolto in un sacco, eppure mai Fitz ha il sospetto che sia diverso da come l’ha conosciuto, in lui non c’è nessuna sorpresa. Dorato è l’ostacolo più grande alla femminilità di Beloved perché è maschio agli occhi di tutti, senza eccezioni; questo si scontra col fatto che vi sono Profeti Bianchi d’aspetto femminile: anche a non voler considerare la Donna Pallida un Bianco, il Profeta di Realder era senza dubbio una donna (anche in altri passi si accenna a Profeti di genere femminile; vedi Il viaggio dell’assassino, cap. 16: “Lui o lei arriva, e se ciò che insegna viene ascoltato, il ciclo del tempo si sposta” e La furia dell’assassino, cap. 24: “Lui o lei (e in questa dualità di genere possiamo vedere un prestito dalla vera fede di Sa) ci riesce tramite il suo Catalizzatore”). Com’è possibile che Messer Dorato non dimostri alcun carattere di genere, nemmeno quando perde la protezione della discrezione e dei travestimenti, perché seminudo e morto? Sembra in effetti difficile da credere.

Giunti a questo punto della nostra avventura ermeneutica ci troviamo di fronte a due dati importanti: nessun indizio sul genere di Beloved ha dignità di prova e, messi insieme, non riescono comunque a creare un quadro uniforme e completo. Si è pertanto fatta strada nella comunità dei lettori una terza idea che riesce a conciliare quanto finora assodato e al contempo negare le teorie già esposte: per comodità parleremo di tesi dell’alterità di Beloved.
Il punto di partenza è la natura non umana dei Profeti Bianchi: essi seguirebbero proprie regole biologiche, anche in fatto di genere e caratteri sessuali. Gli spunti narrativi sono molteplici, soprattutto legati al colore della pelle, alla temperatura corporea e alla longevità dei Bianchi; più nello specifico, per le problematiche del genere faremo riferimento soprattutto al capitolo 29 (dove Fitz dice che il Matto è umano quanto lui stesso è lupo) e al già citato dialogo del capitolo 34 del Destino dell’assassino: entrambi questi episodi permettono all’autrice di spiegare perché l’amore tra i due non può essere consumato, ottimo punto di partenza per le nostre riflessioni. Le cose non sono comunque semplici: in cosa i Bianchi sarebbero diversi dagli umani? Sono un’altra specie come i lupi? Se la risposta fosse positiva, ci troveremmo quantomeno di fronte a un errore scientifico: è consolidata legge di natura che due individui di specie diversa non possono generarne uno fertile — e questo contrasta con le leggende per le quali i Bianchi in epoche antiche si sono mischiati agli umani dando origine ai moderni Profeti, loro discendenti, quasi fosse un carattere recessivo (vedi Il viaggio dell’assassino, cap. 29 e Il destino dell’assassino, cap. 21). Si può pretendere un tale rigore scientifico da un autore fantasy? Sicuramente altri non lo dimostrano — i mezzelfi di Terry Brooks e Tolkien sono tutto fuorché sterili — e forse sarebbe una richiesta eccessiva, nonostante l’accuratezza e la passione della Hobb per il mondo naturale, a suo dire fonte di tanta ispirazione. Resta il fatto che la totale alterità dei Bianchi contrasta con la loro derivazione biologica dagli umani: al massimo possono essere creature molto simili come gli Antichi, umani con proprie peculiarità.
Pur sostenendo la tesi della diversità dei Bianchi si pongono ulteriori problemi: anche a interpretare il più estensivamente possibile il paragone fra uomini lupi e Bianchi, in che maniera questo può essere utile a dare una risposta alla nostra domanda?
C’è chi è partito da tali differenze per affermare che i Profeti Bianchi non hanno sesso: questa ipotesi non può essere accolta in quanto contrastante con il citato racconto sull’origine dei Bianchi e — forse — con l’ambigua battuta di Messer Dorato nel capitolo 15 della Furia dell’assassino, dalla quale sembrerebbe che abbia conosciuto rapporti sessuali: “Pensi che io non abbia mai conosciuto quel genere di intimità. Che mi stessi ‘conservando’ per te. […] Non esaltarti, FitzChevalier. Dubito che ne sarebbe valsa la pena.” Si può inoltre osservare che tutte le creature hobbiane, draghi compresi, hanno un sesso, e che la sessualità gioca un ruolo importante nella vicenda. Nel panorama fantasy si assiste a un fenomeno simile: i personaggi in senso stretto hanno tutti un genere (anche i più bestiali come i Demoni di Brooks, vedi Jarka Ruus), mentre talvolta ne sono privi spiriti ed esseri affini: Gandalf nel Signore degli Anelli di Tolkien ha un sembiante maschile ma il suo puro spirito sembrerebbe indefinito come, per tornare a Brooks, nessuno si chiederebbe il sesso del Re del Fiume Argento per quanto di sembiante maschile; discorso a parte si potrebbe fare per le divinità, dove il genere è ben individuato in quanto a esso si ricollegano prerogative e poteri (come nelle opere di Guy Gavriel Kay e Lois McMaster Bujold). Beloved però, e con lui tutti i Bianchi, non è una creatura di solo spirito, quindi è coerente aspettarsi da lui una sessualità rispettosa delle leggi naturali in materia.
Tesi più affascinante e problematica prende le mosse proprio dalla passione di Robin Hobb per il mondo naturale; la bipartizione maschile/femminile infatti non è assoluta né sincronicamente né diacronicamente: alcuni animali hanno organi sessuali sia maschili che femminili (c.d. ermafroditismo simultaneo), altri attraversano fasi della propria vita con genere diversi (c.d. ermafroditismo sequenziale). Escludiamo subito la prima forma, che non risolverebbe in alcun modo le contraddizioni già riscontrate ma le renderebbe permanenti. La seconda invece merita grande attenzione: Beloved potrebbe aver attraversato prima una fase maschile e poi una femminile (proterandria) o viceversa (proteroginia). Certo, la riflessione sulla diversità di Beloved da Fitz avrebbe così davvero una grande estensione, ma si concilierebbero le informazioni contraddittorie su Beloved e i Profeti Bianchi. Ad esempio, si può giustificare l’esistenza di Profeti di sesso opposto considerandoli individui d’età differente; si spiegherebbero i tanti volti di Beloved come la maturazione ora di un carattere ora di un altro, risolvendo almeno in parte le contraddizioni fra i diversi eteronomi. È infatti innegabile che Beloved muti, cambiando colore di pelle e capelli dopo i suoi strani attacchi di febbre: perché a tali cambiamenti non se ne dovrebbero accompagnare altri anche esteriori ma meno visibili? Beloved non sa perché muta (vedi Il viaggio dell’assassino, cap. 28), ma in seguito si ipotizza che i Bianchi si trasformino con i cambiamenti realizzati: “Forse quando provochiamo cambiamenti, cambiamo anche noi. Gli altri profeti che rimangono bianchi spesso parlano molto, ma fanno poco. Lui e io, in gioventù, molti cambiamenti profetizzammo. Poi, andammo per il mondo e operammo cambiamenti. E cambiammo anche noi, forse” (vedi Il destino dell’assassino, cap. 32). Se così fosse, la Donna Pallida non cambiò colore perché fallì e così non mutò nemmeno sesso: al contrario di Beloved, quindi ebbe il tempo di sviluppare i caratteri femminili (sul fatto che la Donna Pallida è molto più anziana di Beloved, vedi Il risveglio dell’assassino, cap. 10: “Era una donna adulta mentre io ero solo un bambino”); Prilkop al contrario è cambiato perché ha avuto successo, è di gran lunga più vecchio di entrambi e sembra maschio. Il Matto è ancora nell’adolescenza (vedi Il viaggio dell’assassino, cap. 28: “Credo di essere quasi adulto ormai”) ed è femmina, sviluppa i caratteri femminili come Ambra, diventa maschio con Dorato; certo, non intercorrono molti anni, ma forse non conta il tempo ma i cambiamenti operati: bisogna considerare — senza darvi tuttavia eccessiva importanza — che nel mondo animale spesso vi è un accentuato dimorfismo sessuale e che molti pesci, ad esempio, al mutare del genere mutano livrea.
Così ragionando molti tasselli sembrano combaciare: Jek e Stornella sarebbero nel giusto, si spiegherebbe l’immedesimazione con Ragazza-sul-drago e i consigli dati ad Althea, mentre verrebbe fatta salva l’unanime considerazione del genere di Dorato e la sua assenza di caratteri femminili visibili (per l’età di Messer Dorato, vedi Il destino dell’assassino, cap. 34: “Temi che invecchierò e morirò. E tu no”). La tesi contraria che vede Beloved prima maschio e poi femmina non trova riscontri e non si accorderebbe con un’equilibrata suddivisione dell’arco di vita del nostro; né convince l’idea di più mutazioni, sconosciuta nel mondo naturale a noi noto e comunque senza giustificazioni narrative: ricordiamoci che non stiamo mettendo in discussione il genere che Beloved attribuisce ai suoi eteronomi Matto Ambra Dorato, ma quello di sostanza di Beloved come essere naturale.
La tesi dell’alterità come mutazione pone al centro del ciclo del Reame degli Antichi un cambiamento di genere sostanziale; l’accostamento più immediato nel mondo fantasy è quello con Lynn Flewelling: in questo caso però il mutamento è solo apparente, del sembiante, non della sostanza, allo scopo principalmente di affrontare la delicata tematica della sofferenza di chi sente di appartenere a un genere diverso da quello biologico; Beloved invece, se la tesi esposta fosse corretta, farebbe parte di una specie che muta fisiologicamente i propri caratteri, senza chiamare in causa magia o altre forze esterne.

Purtroppo sappiamo troppo poco dei Profeti Bianchi e la teoria della mutazione, per quanto ambisca a una spiegazione esauriente del mistero Beloved, non riesce a mettere la parola fine alle discussioni. In assenza di dati certi, ogni lettore può farsi una propria idea sul genere di Beloved scegliendo di dare maggiore importanza ora a questo ora a quel passo; spesso la scelta è meramente intuitiva, dettata da processi a-logici che s’innescano man mano che le pagine scorrono via: io stesso ho per lungo tempo sostenuto la tesi della mascolinità, per approdare dopo ponderata riflessione a quella della mutazione, che sembrerebbe offrire la spiegazione più completa.
È inoltre innegabile che la scelta fra le varie tesi porta a una lettura diversa del ciclo intero, soprattutto in relazione all’amore senza limiti di Beloved per Fitz: c’è ad esempio chi storce il naso di fronte alla prospettiva che Beloved sia un maschio, perché infastidito da una simile centralità per un amore omosessuale; altri sono portati a considerarlo maschio invece per giustificare l’epilogo della vicenda, accordando al punto di vista di Fitz patente di oggettività; molti altri hanno sicuramente motivazioni ulteriori e più intriganti per la loro scelta, e più intriganti e ulteriori chiavi di lettura. È giusto che sia così: in questa maniera il lettore si fa complice dello scrittore, riplasmandone la materia senza tradirla, dandone una personale interpretazione.
Bisogna a questo punto ammettere che la questione del genere di Beloved è decisiva ma di difficile soluzione: Robin Hobb, con grande sapienza narrativa e fedeltà alla tecnica prescelta, allo stato delle cose fornisce spunti troppo incompatibili fra loro, impedisce di arrivare a una verità oggettiva, lascia il lettore a rincorrere fra le sue pagine piccoli bagliori.
Forse è meglio così: non solo perché permette a ognuno di completare come preferisce la storia secondo il proprio intuito e chiave d’interpretazione, ma soprattutto perché si potrà sempre intravedere un futuro ritorno di Beloved oltre l’ultima danza del caso, con più risposte forse, o nuovi misteri.


Marco “Umbra” Longobardo
Creative Commons License
Questo documento è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons
Joomla templates by a4joomla