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Di Catalizzatori e Profeti Bianchi in Fool’s Assassin

AVVISO DI SPOILER
 (Fool’s Assassin)

Premessa metodologica, ovvero mettere le mani avanti.
Cercare di capire dove ci sta portando uno scrittore nel bel mezzo di una storia non è solo un’operazione difficile, ma rischia di coprire di ridicolo chi decide di compierla. Ciò vale soprattutto se lo scrittore si è dimostrato in passato un imprevedibile creatore di trame, come è successo con Robin Hobb.
È quindi con piena coscienza dell’errore metodologico che sto compiendo, che mi accingo a stendere queste riflessioni in merito a uno dei punti centrali di Fool’s Assassin (FA, d’ora in poi), primo romanzo della trilogia Fitz and the Fool, appena pubblicato da Robin Hobb. Mi spinge all’impresa la lunga frequentazione con l’opera di questa autrice e un certo amore per il rischio (letterario): l’uscita del secondo volume della trilogia e poi del terzo saranno il banco di prova di queste mie brevi riflessioni.
Un avvertimento: con il progredire dei paragrafi, scema il livello di certezza delle argomentazioni proposte. Quello che sostengo nel primo è ben provato nell’intera produzione hobbiana e non ho molti dubbi in merito; la ricostruzione subito successiva sembra reggere, ma potrebbero esserci degli stravolgimenti basati su fatti che mi sono sfuggiti; sul finire mi lascio andare platealmente a speculazioni.


Questioni di fondo.
I principali dubbi sollevati da FA ruotano intorno alla figura del Profeta Bianco e del Catalizzatore, centrali nell’opera della Hobb riguardante la serie Realm of the Elderlings. Nel capitolo 31 di FA, Beloved rivela a Fitz che i Profeti Bianchi non esistono, ma soltanto individui con il sangue di Bianchi che hanno ereditato parte dei loro poteri. Stando così le cose, sembrerebbe compromessa l’intera costruzione, rivelata compiutamente nel Viaggio dell’assassino (cap. 16), secondo cui Fitz sarebbe il Catalizzatore di Beloved, Profeta Bianco con la missione di mettere il mondo nei binari giusti. Se Beloved non è il Profeta Bianco, Fitz non è il Catalizzatore, e tutte le profezie disseminate nella saga si attagliano al nostro assassino solo quali... profezie post eventum.
A tal proposito, proprio in FA viene apparentemente contraddetta la profezia secondo cui il Catalizzatore “avrà fame di un focolare e di bambini invano, perché i suoi bambini saranno di un altro, e il figlio di un altro sarà suo” (Il viaggio dell’assassino, cap. 22). Fitz in FA ha infatti una figlia, Bee.
Inoltre, in FA sembra smentirsi la principale delle profezie di Beloved, quella legata alla necessità della sopravvivenza di un figlio inaspettato della casata Lungavista, quale Catalizzatore, riferita fin dall’Assassino di corte, cap. 15, proprio a Fitz. Stando a quanto riportato in FA, cap. 16, Beloved potrebbe essersi sbagliato e Fitz pertanto non sarebbe stato il suo Catalizzatore.
Come conciliare quindi quanto ci rivela Beloved in FA e la piega che prende la narrazione con quanto sappiamo di Profeti Bianchi e Catalizzatori? Robin vuole davvero dirci che abbiamo creduto a qualcosa di falso, seguendo le errate convinzioni di Beloved, come pure suggerito, o c’è dell’altro?
Consapevoli del rischio di coprirci di ridicolo, proveremo ad argomentare che FA nulla toglie alla costruzione generale sui Profeti Bianchi, anzi rafforza il quadro generale senza smentirlo.


Fool’s Assassin fonte di conferme sui Profeti Bianchi.
Come accennato, punto di partenza sono le parole che Beloved pronuncia nel cap. 31 di FA, che smentirebbero l’intera costruzione dei Profeti Bianchi e Catalizzatori. Eppure, rileggendo quelle parole, non sembra esservi una smentita.
Fitz, il nostro amato, sbadato Fitz, non ha mai voluto essere il Catalizzatore, ma è ormai abituato al suo ruolo, e alla rivelazione di Beloved, sconcertato esclama: “Then you are not the White Prophet? And I am not your Catalyst?” La risposta di Beloved è sconvolta: “What? Of course I am. And you are! But I am not a full White” (FA, cap. 31).
Trovo questo dialogo perfettamente in linea con quanto sappiamo in merito ai Profeti Bianchi. È vero infatti che tradizionalmente si riteneva che vi fosse un solo Profeta per ogni epoca del mondo (vedi ad esempio Il destino dell’assassino , cap. 21), ma ciò è subito smentito dai fatti: vi sono almeno due Profeti Bianchi contemporaneamente, la Donna Pallida e Beloved. La Donna Pallida afferma a tal proposito che “solo un Profeta Bianco può regnare”, non anche che solo un Profeta Bianco può esistere (Il destino dell’assassino, cap. 21), e ciò è ovvio: il futuro che si realizza dimostra il trionfo di un Profeta Bianco sugli altri eventualmente esistenti. D’altra parte, il Profeta Bianco, rectius, i Profeti Bianchi, non vedono un solo futuro da realizzare, ma una pluralità: la competizione fra Beloved e la Donna Pallida non è altro che la lotta fra due forze che cercano di realizzare due futuri diversi (sull’argomento, sia concesso di rimandare al mio La scelta: percorsi paralleli tra T. Brooks e R. Hobb). Ciò conferma la centralità nell’opera hobbiana del libero arbitrio e sbarra la strada a interpretazioni fantasiose del mondo creato dall’autrice.
Vi sono inoltre due Catalizzatori, Fitz per Beloved e Kebal per la Donna Pallida, e probabilmente di più: Beloved nella trilogia dei Mercanti di Borgomago cerca il suo Catalizzatore lontano dai Sei Ducati (La nave del destino, cap. 25), in linea con quanto affermato a Fitz anni prima (“Tu sei il filo che sto deviando. O, comunque, uno dei fili”; L’assassino di corte, cap. 15). Inoltre, per quanto si parli di un solo Profeta Bianco, non si è mai escluso che esistessero più Bianchi come razza. La spiegazione della pluralità dei Bianchi col fatto che il loro sangue si sia mischiato a quello degli uomini non solo illustra compiutamente il perché della compresenza di Beloved e della Donna Pallida, ma è anche in linea con quanto raccontato da Beloved circa le proprie origini: “Una razza pallida, graziosa, che ogni tanto si è mescolata con gli umani” (L’assassino di corte, cap. 15). La Donna Pallida aggiunge che tutti i Bianchi discendono da un unico progenitore, che ebbe figli con donne comuni: ogni volta che i discendenti di questi mescolano il loro sangue, un Bianco si manifesta (Il destino dell’assassino, cap. 21). La Donna Pallida fa però una precisazione: “Discendiamo, come forse [Beloved] ti avrà già detto o forse no, dai veri Bianchi delle leggende. Un popolo meraviglioso, da tempo svanito” (ivi); è qui, e non in FA, la prima rivelazione del fatto che i Bianchi del mondo che Fitz conosce non sono quelli originali, ma semplici discendenti! In FA tale conoscenza giunge anche a Beloved, che forse prima lo ignorava (e la Donna Pallida infatti insinua che potrebbe non averlo rivelato a Fitz...), e pertanto ancora una volta FA conferma quanto affermato nei romanzi precedenti, non contraddicendo un bel nulla (“I am not a full White. No full Whites have walked this world for hundreds of years ”; FA, cap. 31).
Non deve nemmeno stupire che a Clerres vi siano numerosi Bianchi. Anche questa informazione, a ben vedere, c’era già stata data da Beloved che, nel raccontare la propria fuga dalla scuola, racconta a Fitz: “Potevo essere un Bianco, ma non il Profeta Bianco” (La furia dell’assassino, cap. 23; vedi anche Il risveglio dell’assassino, cap. 10).
Quanto finora ricostruito non trova alcuna smentita nelle parole di Beloved, che anzi conferma di essere il Profeta Bianco! Ci viene solo spiegato il motivo della compresenza di più Bianchi — o se si preferisce di più individui con sangue di Bianchi — nella stessa epoca.
Non possiamo certo lamentare le spiegazioni smozzicate di Beloved e la confusione sui motivi dei suoi nemici: è pur sempre reduce da torture che lo hanno distrutto, fisicamente e psicologicamente. Potremmo quindi argomentare che, anche a volere leggere le parole di Beloved come una smentita di quanto sapevamo sui Profeti Bianchi, esse sarebbero inattendibili, perché provenienti da un uomo spezzato, per definizione impossibilitato dal trauma subito a rendere una testimonianza compiuta. Come abbiamo visto, però, non ce n’è bisogno: su una cosa Beloved è certo, e cioè sul fatto di essere il Profeta Bianco di Fitz.
Alla faccia della smentita.


Fitz e la profezia di Ciottola.
Posto che Beloved non smentisce ciò che sappiamo sui Profeti Bianchi, semmai spiega il loro proliferare nella trilogia dell’Uomo ambrato, resta da chiederci come mai Fitz, il Catalizzatore, ha avuto un figlio nonostante la citata profezia di Ciottola. Questa aveva previsto che Fitz avrebbe allevato Ticcio, figlio di un altro cresciuto come proprio, e che i suoi figli Devoto e Urtica sarebbero stati allevati da altri. Invece la profezia sembra contraddetta, in apparenza, dalla nascita di Bee, figlia di Fitz da lui cresciuta.
A mio avviso, ma qui ho qualche incertezza maggiore che sulla precedente questione, il problema è della qualificazione di Fitz in relazione a un dato momento storico. Nessuno dubita che Beloved, Profeta Bianco, abbia visto in Fitz il suo Catalizzatore (fra gli altri, vedi Il destino dell’assassino, prologo), ma credo che tale qualifica sia valida solo finché Beloved possa considerarsi un Profeta Bianco. Senza un Profeta Bianco non esiste infatti un Catalizzatore.
A ben vedere, Beloved, al momento della nascita di Bee, non è un Profeta Bianco, non lo è più. La sua morte e risurrezione ad opera di Fitz alla fine del Destino dell’assassino lo hanno privato della sua vista, in quanto hanno deviato il tempo verso un futuro che Beloved non aveva previsto: “Qui sono cieco. Non ho mai previsto nulla di questo”, afferma sconsolato (Il destino dell’assassino, cap. 29). Questo concetto è ripetuto anche in FA, dove Beloved esclama: “I long to see as I once did, long to pick my way through a swirling mist of possibilities. But that is gone, lost to me when you brought me back from the dead” (FA, cap. 31). Ancora una volta non vi è contraddizione fra il nuovo romanzo e i precedenti.
Dal fatto che Beloved ha perso la vista, che non è più un Profeta Bianco, discende che Fitz non è più un Catalizzatore. L’avere generato Bee dopo aver riportato in vita Beloved, allora, non è un fatto imputabile al Catalizzatore e quindi in contrasto con la profezia di Ciottola.
Per onestà intellettuale, bisogna ammettere che al termine del Destino dell’assassino (cap. 34) e in FA Beloved, torturato dalla Donna Pallida prima e dai Custodi poi, reclama Fitz come Catalizzatore e anzi commenta un cambiamento da lui appena realizzato (“Yet you’re still the Catalyst, and you turn my dying into an infusion of strength”, FA, cap. 31). Non sono però persuaso che le condizioni di Beloved diano oggettività alle sue parole: credo invece che esse siano da leggere nel senso che Fitz e Beloved sono stati Catalizzatore e Profeta nella loro epoca, ma adesso non più. Hanno ceduto, al termine dell’Uomo ambrato, il ruolo a qualcun altro.


Un “unexpected son” di troppo?
In FA un messaggero di Beloved giunge da Fitz e gli dà un messaggio terribile: potrebbe non essere Fitz il Catalizzatore cui si riferivano le profezie dei Profeti Bianchi delle ere passate. “The old dream prophecies foretold the unexpected son” viene spiegato a Fitz. Beloved “once interpreted them to mean you. But now he thinks perhaps not, He believes there could be another one. A son, unlooked for and unexpected” (FA, cap. 16). Il messaggero lascia intendere a Fitz che questo figlio inaspettato sia stato generato dal Matto, benché precisi che sia “his and yet not his” (FA, ivi).
Tale affermazione sembra contraddire il fatto che il figlio inaspettato destinato a salvare il mondo è stato identificato in precedenza con Fitz stesso, inaspettato bastardo della linea Lungavista, il Catalizzatore.
Ciò vuol dire che la Hobb sta rimettendo in discussione quello che ha scritto in precedenza? Probabilmente no, almeno stando ad alcuni indizi. Punto di partenza è il fatto che mai questo unexpected son è individuato come Catalizzatore in FA: anzi, il messaggero specifica che è un Bianco, almeno parzialmente (FA, ivi). A ben vedere, la sopravvivenza di un Bianco è necessaria per il realizzarsi di un dato futuro almeno quanto quella di un Catalizzatore: senza un Profeta che identifichi il suo strumento, infatti, non vi può essere alcun cambiamento nel corso del tempo. Ciò toglie ogni ostacolo al qualificare Bee come l’unexpected son della profezia, al pari di Fitz, come sembrano credere i custodi di Clerres (FA, cap. 32): la profezia riguarderebbe ugualmente padre e figlia ma in momenti diversi.
Quello che al massimo si può obiettare è che così vi sarebbero due destinatari della stessa profezia. Ciò non dovrebbe sorprendere: quando Beloved ha individuato Fitz come suo Catalizzatore ha utilizzato gli stessi elementi per i quali la Donna Pallida aveva eletto Kebal a suo strumento. Non vi è alcuna contraddizione: l’anarchica struttura del tempo, con i molteplici futuri incombenti dietro ogni più piccola azione, può ben dare vita a profezie che si adattino a più di una persona fisica. Probabilmente, le stesse profezie sono valide per tutti i grandi cambiamenti del tempo. D’altra parte, è il Profeta Bianco a individuare il proprio Catalizzatore; Beloved dice infatti a Fitz: “Mi sono diretto a Castelcervo, per cercare il Catalizzatore che io solo avrei riconosciuto. E ti ho trovato, e ti ho riconosciuto” (Il viaggio dell’assassino, cap. 20). È la designazione del Profeta a creare il Catalizzatore.
Ancora una volta FA non contraddice nulla di quanto in precedenza affermato da Robin Hobb. Resta però una domanda. Chi sono, nell’epoca di FA, il Profeta Bianco e il Catalizzatore che prendono il posto di Fitz e di Beloved?


Un Catalizzatore inconsapevole: una timida proposta.
Appare abbastanza evidente che Bee è un Profeta Bianco, anzi il Profeta Bianco della sua epoca. La sua prolungata gestazione, ad esempio, si spiega col fatto che notoriamente il ciclo vitale dei Profeti Bianchi è notevolmente rallentato; in più di un paragrafo di apertura dei capitoli di FA si fa cenno alle raccolte di sogni di Bee (ad es. FA, cap. 10), simili alle raccolte di profezie collezionate dai Profeti Bianchi nei secoli (L’assassino di corte, cap. 15); da ultimo Beloved riesce a vedere il futuro al momento dell’incontro con la bambina (FA, cap. 29).
Bisogna a questo punto capire chi è il Catalizzatore di Bee e qui entriamo nel reame delle speculazioni, benché vi sia qualche timido segnale da parte della Hobb che ci faccia propendere per un nome: FitzVigilant.
Apparentemente questo personaggio lascia poco il segno nell’economia della narrazione, eppure Bee fin da subito lo nota, se ne sente attratta. Già al solo sentire il nome, qualcosa le risuona in mente (“The name had rung in my ears like a bell”, FA, cap. 20), e lo trova “the handsomest person [...] ever seen” (FA, cap. 22); inoltre, nel cap. 26 si dimostra gelosa delle attenzioni di FitzVigilant per Shun, parlando apertamente del ragazzo come del suo “first love”. Bee sente mutare il proprio sentimento verso FitzVigilant in una sensazione sgradevole, che potrebbe essere per l’inesperta ragazzina la reazione alla convergenza di possibilità imperniate attorno al Catalizzatore (FA, cap. 26). Bee, d’altra parte, non ha ricevuto alcuna educazione da Profeta.
Ora, questi dettagli sono ben lontani dal provare alcunché, ma sono indizi. Tutti i lettori di Robin Hobb sono a conoscenza del fatto che i Profeti Bianchi di solito si sentono attratti dai loro Catalizzatori. Ciò non vale solo per Beloved con Fitz, ma è provato dal fatto che la Donna Pallida sembra essere stata l’amante di Kebal e cerca di sedurre Fitz per farne il proprio Catalizzatore (Il destino dell’assassino, cap. 21). Altre coppie di Profeti e Catalizzatori sono viste come donne/uomini che si attraggono a vicenda, come ricostruisco in un passaggio del mio Beloved, un irrisolvibile dilemma.
FitzVigilant è peraltro un bastardo: ciò potrebbe portare a qualificarlo come l’unexpected son del suo tempo secondo la ricordata profezia, in maniera da renderla applicabile anche a lui, come sembra pensare a un certo punto lo stesso Fitz (FA, cap. 25), che però muove dalla premessa — probabilmente errata — per la quale l’unexpected son sarebbe figlio in senso stretto di Beloved.
Peraltro Beloved afferma che Fitz lo ha pugnalato come scritto nelle profezie raccolte a Clerres (FA, cap. 31). Il tentato omicidio del Profeta Bianco per mano del Catalizzatore potrebbe riferirsi anche a FitzVigilant mandato a uccidere Bee in FA, cap. 7. Anzi, si attaglierebbe meglio a loro, visto che Fitz non è più Catalizzatore, almeno seguendo la ricostruzione qui proposta.
Certo, rimane aperto lo scenario, in qualche maniera avallato dalle parole di Beloved, che Fitz sia di nuovo Catalizzatore, il Catalizzatore di Bee per la precisione, ma ci sembra poco probabile. Tuttavia, questa evenienza non farebbe venire meno la validità di quanto sopra ricostruito, salvo ovviamente la parte relativa al ruolo di FitzVigilant.


Osservazioni conclusive... più o meno!
Cosa possiamo concludere dal percorso ricostruttivo della figura del Profeta Bianco e del Catalizzatore attraverso Fool’s Assassin e le meno recenti opere di Robin Hobb?
Intanto, una certezza: al momento, l’autrice non si è contraddetta né ha smentito quanto presentato in passato come il pensiero di Beloved circa i Profeti Bianchi. Abbiamo visto anzi che FA non fa altro che confermare e spiegare quanto già sapevamo.
Potrebbe esserci in FA una contraddizione con la profezia riportata da Ciottola, ma ci pare poco probabile. Non solo per la fiducia che riponiamo nella memoria di Robin Hobb, ma soprattutto per la centralità che questa profezia ha avuto nello sviluppo della storia.
Possiamo allora concludere che Bee è il nuovo Profeta Bianco, che vi sono altri Bianchi e che forse uno fra questi si proclama a sua volta Profeta come fece la Donna Pallida. Maggiore cautela ci sembra doversi riservare all’individuazione del nuovo Catalizzatore: noi propendiamo per FitzVigilant, ma abbiamo pochi dettagli e non ci sembra il caso di trarre sul punto alcuna conclusione.
Resta il fatto che Robin Hobb è una scrittrice capace e abile, che più volte ha portato fuori strada i suoi lettori, presentando le conoscenze — talvolta certezze — dei suoi personaggi sì da farle sembrare verità, per poi sorprendere con rivelazioni perfettamente coerenti con la sua opera ma non previste dai lettori distratti.
Occorrerà ovviamente aspettare l’uscita dei prossimi volumi per sapere se e quanto abbiamo visto giusto.


Marco “Umbra” Longobardo
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