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Castle Books - Gen.12
La meravigliosa Robin Hobb, nota anche come Megan Lindholm, ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune domande per noi.


Per quale ragione, secondo te, la gente ama così tanto I Lungavista e L’uomo ambrato?

Continuo a stupirmene. Se potessi quantificarlo con esattezza e dire perché la gente è stata così ricettiva verso quella storia, sarei di certo molto perspicace. Come scrittrice, è stata un’esperienza sorprendente nonché una lezione di umiltà avere dei lettori che apprezzavano i personaggi che io stessa amavo così tanto.



È difficile passare da Robin Hobb a Megan Lindholm?

Strano a dirsi, non lo è affatto. Quando mi viene l’idea per una storia, so immediatamente quale delle due voci è in grado di raccontarla meglio. Non è che tutte le storie Hobb debbano essere di fantasy epico o di ambientazione medievale; penso che abbia a che fare con il ritmo e con il tono. Ci sono alcune storie che richiedono uno stile più contemporaneo e un lessico colloquiale. Altre vogliono essere narrate in modo più lento e dettagliato.



Potresti spiegare un po’ qual è la premessa delle Cronache delle Giungle della Pioggia? Il terzo volume della serie, La città dei draghi, sarà pubblicato in Australia a marzo.

È difficile da fare evitando anticipazioni, ma ci proverò. Negli scritti degli Antichi c’erano riferimenti a una città chiamata Kelsingra. I draghi che si sono schiusi nel Custode del drago hanno ricordi parziali di questa città. Ma se è mai esistito un luogo dove draghi e Antichi hanno vissuto fianco a fianco, esso esiste ancora oppure, come le altre città degli Antichi, è sepolto in profondità nel terreno fradicio delle Giungle della Pioggia? Le cronache narrano la storia dei draghi che si sono schiusi e dei giovani emarginati delle Giungle della Pioggia che sono divenuti i loro custodi in un viaggio che potrebbe non avere alcuna destinazione reale. Lungo il cammino, i neo-draghi e i loro custodi scopriranno che i loro destini sono molto diversi da quel che avevano immaginato.



Quanto differisce lo stile di scrittura di Megan da quello di Robin?

Penso che i due stili differiscano in modo sostanziale, di certo abbastanza da giustificare l’uso di due diversi pseudonimi! Credo che Robin Hobb scriva in modo più dettagliato e sentimentale rispetto a Megan. È il racconto lento di una storia con molti eventi e, forse, con molte sottotrame. Megan tende a scrivere storie più brevi, con uno stile più irruente. Ecco perché ci sono più storie brevi firmate Megan Lindholm che non Robin Hobb. Date a Robin un limite di 10.000 parole e ne scriverà 40.000.



Se potessi prendere una tazza di tè o di caffè con un personaggio storico, chi sceglieresti e perché?

Questa è facile. Giulio Cesare. Posso dire che mi piacerebbe incontrarlo ai tempi delle campagne in Gallia? Quando era un soldato ambizioso che si faceva strada verso il potere e teneva un affascinante diario su cui registrava le sue osservazioni. Mi sono imbattuta per la prima volta nei suoi scritti quando mi furono assegnati degli stralci da tradurre alle scuole superiori. È così che cominciò la mia fascinazione nei suoi confronti. Per certi versi ha scritto un rapporto militare, e per altri sembra l’opera di un antropologo o di un sociologo. È interessante chiedersi quale direzione avrebbe preso l’Impero Romano se non fosse stato assassinato.



Hai un nome per il tuo computer?

Non uno che si possa rendere pubblico. Scherzi a parte, no. Ho password sciocche per vari posti che visito online, ma non le condividerò qui! Direi che non do veramente dei nomi alle cose. Ai gatti, ai cani, sì. Tutti i miei figli e i miei nipoti hanno strani nickname. Ma io non do nomi agli oggetti.



Per una donna è più difficile cominciare a scrivere fantasy all’estero? È per questo che hai scelto di chiamarti Robin Hobb nello scrivere i libri dei Lungavista?

Ci sono state molte ragioni per assumere un nuovo pseudonimo per la trilogia dei Lungavista e per i libri successivi. Quella principale è che stavo scrivendo con una voce molto differente, e in un diverso settore del genere fantasy. Detto ciò, scelsi deliberatamente un nome che potesse essere sia maschile che femminile. L’apprendista assassino è stato scritto con l’io narrante di un uomo giovane, per cui il fatto che l’autore potesse essere maschio avrebbe abbassato la soglia di incredulità di alcuni lettori. Penso, però, che la maggior parte dei lettori di fantasy non si preoccupino granché del nome dell’autore, del sesso o della sua età; vogliono semplicemente una buona storia. I lettori di fantasy sembrano piuttosto avventurosi nella scelta di cosa prendere e di cosa leggere.



Cosa ami di più della scrittura?

Be’, quando scrivi una storia, puoi far sì che il mondo nella tua storia abbia senso! In questo mondo, molto spesso, sembra che le cose siano del tutto insensate. Il fantasy in particolare mi fornisce un campo da gioco molto ampio per pensare a come le cose “dovrebbero essere” o considerare tutte quelle domande del tipo “e se?” che ognuno di noi si pone. Per mia natura, amo la solitudine e la scrittura mi permette di cercare un posto tranquillo, di stare da sola con i miei personaggi e raccontare la mia storia. Mi piace davvero lavorare da sola durante la prima stesura. Mi avventuro là fuori, esplorando territori sconosciuti, ignara di chi incontrerò o di dove costoro condurranno la storia. C’è un sacco di “scrittura” che non si fa alla tastiera, e amo riuscire a lavorare sulla storia anche mentre mi occupo del giardino o stendo il bucato. Posso avere tutte queste vite contemporaneamente. È un po’ come girare un film, tranne che ho un budget illimitato per gli effetti speciali. Posso viaggiare in posti lontani, immaginare la colonna sonora, scegliere i costumi, e infine interpretare ciascuno dei ruoli. È una vera benedizione poter fare ciò che amo e ricavarne da vivere.



Quale libro preferisci fra quelli di Megan e qual è il tuo preferito fra quelli di Robin?

Per quanto riguarda i libri di Megan Lindholm devo rispondere Wizard of the Pigeons, un fantasy contemporaneo ambientato a Seattle. Mi divertii moltissimo nel documentarmi, e come risultato mi ritrovai alla fine con uno stormo personale di piccioni. Fra i romanzi di Robin Hobb, dico L’apprendista assassino. È dove ha avuto inizio la storia del Regno degli Antichi, ed è stato anche il principio della mia amicizia con Fitz. Ormai lo conosco da un po’ di anni. Abbiamo trascorso dei bei momenti insieme.



Se potessi dare un consiglio agli aspiranti scrittori, quale sarebbe?

Non tentate di essere degli scrittori. La gente che mi dice “Voglio essere uno scrittore!” generalmente non realizza questa ambizione. Sono quelli che dicono “Voglio scrivere!” che ci riescono. E ci arrivano battendo un tasto alla volta, cominciando qui e subito. Non aspettate di avere più esperienza o più anni o una maggiore cultura, non aspettate nemmeno di avere più tempo. Non avrete mai del tempo in più rispetto a quanto ne avete ora. (Infatti, più a lungo attenderete, meno giorni avrete per scrivere! Non trovate che sia un’idea spaventosa?) Quindi iniziate adesso e scrivete di ciò che sapete, cioè di chi siete e di dove vi trovate, con l’aggiunta di un po’ di magia. Dovete solo impegnarvi e premere quei tasti. Scrivere è ciò che fa di voi degli scrittori.


Castle Books | Author Interview: Robin Hobb - 25.1.2012
traduzione di Barbara “The Fool
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