Briciole di psicologia
Per capirci meglio... forse.
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20-12-2013, 01:40,
Messaggio: #38
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RE: Briciole di psicologia
Grazie molte Ser per aver tradotto, ora posso dare una risposta più competente.
Il video fa indubbiamente riflettere ma non sono d'accordo al 100% con quello che dice. O forse è solo il diverso utilizzo di termini, non lo so. Credo che ci siano diversi modi di aiutare chi sta male. Giusto qualche giorno fa mi sono ritrovata a lamentarmi con un'amica di qualcosa che mi stava succedendo, qualcosa che in quel momento mi faceva stare malissimo e che non riuscivo a gestire. Quell'amica ha cercato di arginare la mia irrazionalità con parole intelligenti e che si avvicinavano molto all'idea di "bicchiere mezzo pieno". E' un modo per affrontare la cosa, un modo che in certi casi funziona meglio di altri. In quel momento vedevo cose che stavano solo nella mia mente, e lei faceva del suo meglio per farmele notare. Ed esistono, viceversa, tanti modi di stare male, al punto da rendere spesso impossibile cercare, come suggerisce il video, qualcosa dentro di noi che ci faccia comprendere il dolore di chi abbiamo davanti. Mi è successa una cosa inaspettata, in questi giorni, una cosa molto brutta e molto bella al tempo stesso (ne parlerò nel diario di bordo), qualcosa che mai nella mia vita avrei pensato di provare. E' tuttora difficile da descrivere e dubito che nella ciurma ci sia qualcuno in grado di immaginare come mi sono sentita. Per questo di fronte al dolore di qualcuno trovo sempre difficile dire "so cosa provi". E, allo stesso tempo, non sempre è possibile affrontare la situazione come l'altro desidererebbe. Ho ancora in bocca l'amaro della frustrazione di avere a che fare con Ale, che quando era arrabbiata non voleva assolutamente parlarmi o vedermi fino a che non le fosse passata. Ero impotente di fronte al suo dolore: ci sono persone che vanno lasciate in pace, quando stanno male. Non importa quante volte al giorno le pensi, o quante volte sei sul punto di prendere il telefono o mandare un messaggino. Io, in quei frangenti, divento una persona assillante (probabilmente perché quando sto male voglio sentirmi protetta), e per lei era la cosa peggiore. So che quando sono preoccupata per una persona faccio solo casini, vorrei chiamarla, psicanalizzarla per capire cosa posso fare. E non sono di nessuna utilità . Ci sono frangenti in cui puoi solo cercare di distrarre una persona che sta male, per il suo stesso bene. Ci sono casi in cui un abbraccio è l'unica cosa che cura, e non sempre è possibile regalarlo. Non esistono persone che hanno "la situazione sotto controllo" (questa cosa un po' mi ha irritato, francamente), esistono solo persone che hanno il coraggio di avvicinarsi e dire "come posso aiutarti?". E siccome nessuno sa di cosa l'altra persona ha bisogno (talvolta, ahimè, nemmeno la persona stessa) il primo accordo è perfetto: "ho bisogno di piangere / ridere / parlarne / dimenticare / sfogarmi / insultarlo / distrarmi". Non è facile, ma non c'è altro modo. E' una cosa troppo delicata. E, a volte, neanche allora va bene. Chi sta male non sempre è in grado di apprezzare. Quando io sto davvero male c'è una sola categoria di persone che riesce a farmi stare bene, e qualsiasi altro tentativo non fa altro che farmi stare peggio (è brutto fare continuamente esempi su di me ma è per farvi capire). Ci sono effettivamente persone poco attente che reagiscono come il cervo del video, ma il rischio di danni è comunque alto, anche per persone armate della miglior buona volontà . Non è che sono convinta che sia meglio non fare nulla (anche perché io stessa non ci riesco, e quando le circostanze lo richiedono mi fa stare male) ma credo che il discorso del video (per quanto faccia riflettere) sia un po' limitativo. E scusate il papiro. |
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