Terry Brooks
Shannara, Landover e W&V
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11-02-2011, 14:22,
Messaggio: #101
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RE: Terry Brooks
Su questo mi vedo costretto a darti, ancora una volta, ragione. La narrazione a POV alternati (come in Martin, ad esempio) non si confà molto allo stile di Brooks. D'altro canto, come sottolinei tu stesso, non avrebbe potuto nemmeno concertarsi nemmeno su di un singolo personaggi per molti POV (come fa(ceva) Jordan) di seguito: nel Viaggio la sequenzialità degli eventi è essenziale, quindi cose che succedono contemporaneamente devono essere mostrate una dietro all'altra, per far capire la contemporaneità ...
D'altrocanto questo è un discorso riguardante lo stile, cosa cui io non ho mai badato più di tanto (a meno che non sia veramente pessimo). Dal punto di vista dei contenuti, e dei concetti (ciclicità Magia-Tecnologia*, per citarne il più importante) secondo me c'è molto da salvare, pur non essendo le due saghe (viaggio e Druido Supremo) eccelse. *e comunque questo non è concetto nuovo, emerso per la prima volta nel ciclio del Viaggio. L'aveva introdotto, seppur parzialmente, già Allanon fin dalla Spada. E lo stesso personaggio da cui ho preso il mio nick ne può essere considerato un esempio... ---- Non esistono armi pericolose, solo uomini pericolosi ----
Robert A. Heinlein - Fanteria dello Spazio |
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11-02-2011, 14:34,
Messaggio: #102
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RE: Terry Brooks
(11-02-2011, 14:19)Wintrow Ha scritto: Ad esempio, non trovi che tutta la Trilogia dei Mercanti di Borgomago sia strutturata come Il Viaggio? [...] Infatti tu, per un verso, cogli nel segno (anche se Borgomago per me non è fra le migliori opere della Hobb). La struttura è simile, cambia invece lo stile di scrittura. Cerco di spiegarmi. Terry Brooks è fondamentalmente un lirico nel senso originario del termine: prende un personaggio e ne descrive le avventure filtrandole interamente per i suoi stati d'animo, tanto è vero che abbiamo un susseguirsi di elucubrazioni enorme; i suoi personaggi vivono tantissimo di interiorità , meno d'azione, e ciò comportà un uso elevato dello stile tragico (nel senso originario del termine, anche qui): le scelte sono drammatiche, dilanianti, eroiche. Vola molto alto. Robin Hobb, specialmente in Borgomago, descrive moltissimo, mira alla creazione di un romanzo di avventura. I vari POV non servono tanto a conoscere meglio i personaggi, bensì a descrivere situazioni (da cui ovviamente discende l'analisi psicologica dei protagonisti, che però non sopraffà mai la narrazione in senso stretto, come serie di accadimenti temporali). Lo stile, di conseguenza, è medio: vengono descritte le azioni, ma non si cerca di commuovere / sconvolgere il lettore a tutti i costi; gli si presenta un quadro, al più, molto ricco e pieno di spunti, ma che vincola meno il lettore. Cosa comporta tutto ciò? La Hobb, più descrittiva, riesce a mettere insieme i vai POV senza stonature, perchè concentrata sui fatti e non sugli effetti degli stessi sui personaggi; Brooks, concentrato quasi interamente sulla psiche dei suoi, si perde in una serie di recriminazioni / elucubrazioni discontinue, che non permettono di seguire in maniera netta l'evoluzione psicologica del personaggio ma al contrario lo costringono a ripetersi per non fare perdere il filo al lettore. (11-02-2011, 14:22)Coligne Ha scritto: Dal punto di vista dei contenuti, e dei concetti (ciclicità Magia-Tecnologia*, per citarne il più importante) secondo me c'è molto da salvare, pur non essendo le due saghe (viaggio e Druido Supremo) eccelse. Concordo, la tecnologia in Brooks mi ha stupito ma non mi disturba marco |
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11-02-2011, 17:05,
Messaggio: #103
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RE: Terry Brooks
(07-02-2011, 20:12)Coligne Ha scritto: Sospetto che a far storcere il naso ai più puristi sia stato l'introduzione, in un mondo fino a quel punto dominato dalla magia, di tanti elementi tecnologici. (11-02-2011, 13:54)Umbra Ha scritto: Per me, Luca, il problema fondamentale è la struttura, come vado ripetendo da anni. Per me è diverso, non rimprovero a Terry né una cosa né l'altra. La presenza della tecnologia è un elemento che non mi ha mai disturbato nelle storie fantasy, anzi, dirò di più: sono una delle poche ad aver apprezzato una certa serie di Weis e Hickman in cui la tecnologia entra a sorpresa a un certo punto della vicenda, quindi certe lamentele non mi appartengono affatto. Per quanto riguarda la stretta alternanza dei POV, Terry non eccelle di certo a gestirli ma non è neppure questo che mi fa ringhiare quando guardo Il viaggio della Jerle o Il druido supremo. E' che Terry non ha curato queste trilogie come aveva fatto con i libri precedenti. Le ha impostate in modo senz'altro interessante, le ha sviluppate per un po' in modo decente e poi ha gettato tutto allegramente alle ortiche. Protagonisti scialbi e insignificanti (parlo delle nuove leve maschili targate Ohmsford); personaggi carismatici lasciati sulla scena giusto il tempo di farsi conoscere e poi malamente accantonati o mandati all'altro mondo; sottotrame che sembrano suggerire mille sviluppi e più in là troncate senza troppe cerimonie; antagonisti che paiono usciti dai peggiori incubi per poi rivelarsi più innocui del Fantasma Formaggino; imprese dipinte come l'apoteosi del pericolo che infine si dimostrano meno impegnative di una scampagnata domenicale. Senza parlare della mole dei volumi. La metà della metà di quelli che scriveva un tempo e sfornati a un ritmo pazzesco... non fa in tempo a pubblicarne uno che è già a buon punto della stesura del prossimo. Mah. Chi ha parlato altrove di ghostwriter non ha forse tutti i torti. PIGNOLERIA [leggi] Occhi-di-notte Ha scritto: |
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11-02-2011, 18:31,
Messaggio: #104
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RE: Terry Brooks
(11-02-2011, 17:05)The Fool Ha scritto: Mah. Chi ha parlato altrove di ghostwriter non ha forse tutti i torti. Sinceramente spero di no. Mi rifiuto di prendere in considerazione la cosa. Io dico solo una cosa: tutti urliamo che Brooks ultimamente scrive a ritmo troppo frenetico. E' lo stesso da quando ha chiuso con la prima trilogia, lo stesso dei capolavori dell'Eredità , del Primo Re, di W&V. Identico. Sul Fantasma Formaggino, preparati Matta col libro che stai leggendo marco |
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11-02-2011, 19:30,
Messaggio: #105
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RE: Terry Brooks
(11-02-2011, 18:31)Umbra Ha scritto: Sul Fantasma Formaggino, preparati Matta col libro che stai leggendo Vorrà dire che mi vendicherò su Althea, che continua a dire di averlo apprezzato. Occhi-di-notte Ha scritto: |
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11-02-2011, 19:45,
Messaggio: #106
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RE: Terry Brooks
Condivido quasi interamente il pensiero di Marco, e capisco benissimo Barbara.
Anchio sono dell'idea che (e forse nella trilogia dell' Ard Rhys più che nel Viaggio) bastavano meno libri e un po' di potatura dei rami secchi per far dei gran bei romanzi. Diciamo che forse l'editor è stato poco attento, o troppo permissivo... magari Brooks, conoscendo tutti i propri personaggi e tutti i lòoro pensieri non è riuscito a eliminarne qualcuno. A suo tempo su BD lo dissi più volte, credo. Invece di tre libri che assieme sfiorano le mille pagine poteva scriverne uno sulle cinque-seicento pagine. Io avrei aspettato volentieri un annetto di più... E come dice Umbra, il ritmo di Brooks è di un libro all'anno. Dalla Canzone in poi c'è un unico buco tra Mago a metà e gli eredi. Credo che abbia voluto cambiare (forse mal consigliato da editor e co) l'approccio alla storia. Spero che la duologia in uscita sia meno dispersiva, anche se la mole d'informazioni che vorrei ottenere da essa sulla nascita delle 4 Terre e tale che difficilmente gli occhi e le avventure di un unico gruppo potranno bastare. «Aspettarti? Figuriamoci. Ho sempre dovuto correre avanti e mostrarti la via.» «La morte è sempre meno dolorosa e più facile della vita! Dici il vero. Eppure, giorno dopo giorno, non scegliamo la morte. Perchè tutto sommato la morte non è l'opposto della vita, ma l'opposto della scelta. La morte è ciò che rimane quando non c'è più scelta.» |
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11-02-2011, 20:44,
Messaggio: #107
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RE: Terry Brooks
Io spero che sia una duologia proprio perchè Terry ha 'stretto' la storia... Sul discorso editor, credo che ormai non tocchino i lavori di uno come lui: le case editrici sanno che vendono e non si sognano di muovere una virgola (purtroppo: Terry stesso racconta come il lavoro degli editor sia stato vitale in molti momenti della sua carriera, soprattutto agli inizi).
marco |
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11-02-2011, 22:22,
Messaggio: #108
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RE: Terry Brooks
Per quanto riguarda la nuova duologia, non ci resta che aspettare e vedere. O darci all'inglese.
Per quanto riguarda le critiche a Viaggio e Druido Supremo... Ribadisco che la trilogia del Viaggio è stata la prima cosa di Brooks che ho letto, quindi il mio giudizio ne è condizionato: se avessi letto i libri in ordine cronologico probabilmente non l'avrei apprezzata quanto feci al tempo. Infatti la saga successiva non m'è piaciuta quasi per nulla (a parte il discorso sulla tecnologia che facevo prima, che però si risolve nell'invenzione del LASER, senza dar il la ad una serie di riflessioni sul ruolo della Magia nel mondo Brooksiano, come invece avveniva nei libri precedenti (da parte del lettore, intendo). Come ha giustamente fatto notare Barbara, specie nel ciclo dell'Ard Rhys, molti personaggi non sono caratterizzati sufficientemente bene, o magari, pur essendo carismatici, fanno solo delle comparse. Sopratutto non ho apprezzato per nulla il finale di La Regina degli Straken, il peggior libro di Brooks, per me: troppo affrettato, quasi buttato su, non mi ha soddisfatto per nulla. Leggendolo m'è sembrato che Terry non sapesse più che pesci pigliare per concludere la sua trilogia, ed abbia scritto il finale frettolosamente, senza badare a dar risposta ad alcuni quesiti che erano rimasti in sospeso, e risolvendo alcune questioni in modo troppo semplicistico Spoiler [leggi] ---- Non esistono armi pericolose, solo uomini pericolosi ----
Robert A. Heinlein - Fanteria dello Spazio |
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12-02-2011, 18:19,
Messaggio: #109
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RE: Terry Brooks
(11-02-2011, 20:44)Umbra Ha scritto: Sul discorso editor, credo che ormai non tocchino i lavori di uno come lui: le case editrici sanno che vendono e non si sognano di muovere una virgola (purtroppo: Terry stesso racconta come il lavoro degli editor sia stato vitale in molti momenti della sua carriera, soprattutto agli inizi). Come saprete ( o anche no, si fa per dire) io leggo King. E a King piace scrivere prefazioni e postfazioni, e dentro vi si trovano spesso i suoi più sentiti ringraziamenti (espressi in varie forme) ai suoi correttori di bozze, editors e quant'altro... se "toccano" King, dovrebbero "toccare" anche Brooks... insomma come i produttori musicali che coi propri gusti e suggerimenti indirizzano le band per evitare che sperperino energie in cose inutili, in idee poco sviluppabili (e vendibili), così gli editor dovrebbero fare coi propri scrittori, evitare che perdano energie in rami che non portano da nessuna parte, in fogli di carta che rubano spazio a ciò che conta. Oppure ricordare loro che alcuni passaggi, alcune idee non hanno avuto seguito in nulla di concreto. Per usare Murakami (o comunque una citazione utlizzata da lui) Se nel racconto compare una pistola, questa deve sparare.(in senso metaforico, ovviamente) Una cosa mi dà da pensare: Brooks in A volte la Magia Funziona dice di usare la tecnica degli schemi. Fare uno schema con ciò che deve accadere e come accadrà , cosa faranno i personaggi e in che modo dal punto A si arriva al punto E, passando per B C e D. Dice di farlo per evitare di perdersi (non ricordo esattamente i passaggi ma il senso è quello). Invece (come lo Coligne qua sopra ricordava) ultimamente sambra quasi che si ritrovi per caso in un punto da cui chiude tutto (o quasi), senza però essere veramente pronto per farlo, cosa che invece dovrebbe capitare a quei scrittori (di nuovo King, per esempio) che scrivono senza schema vedendo nascere la storia man mano (e King ammette di essersi trovato bloccato dagli sviluppi imprevisti della storia fin anche inventarsi soluzioni drastiche). E spesso ciò che i Fedeli Lettori "rinfacciano" a King sono proprio i finali, che spesso "manca". Mi chiedo se abbia cambiato tecnica, così per provare. Speriamo nei prossimi libri. «Aspettarti? Figuriamoci. Ho sempre dovuto correre avanti e mostrarti la via.» «La morte è sempre meno dolorosa e più facile della vita! Dici il vero. Eppure, giorno dopo giorno, non scegliamo la morte. Perchè tutto sommato la morte non è l'opposto della vita, ma l'opposto della scelta. La morte è ciò che rimane quando non c'è più scelta.» |
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12-02-2011, 18:58,
Messaggio: #110
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RE: Terry Brooks
(12-02-2011, 18:19)Cloudly Ha scritto:(11-02-2011, 20:44)Umbra Ha scritto: Sul discorso editor, credo che ormai non tocchino i lavori di uno come lui: le case editrici sanno che vendono e non si sognano di muovere una virgola (purtroppo: Terry stesso racconta come il lavoro degli editor sia stato vitale in molti momenti della sua carriera, soprattutto agli inizi). Qualsiasi riferimento al "Nodo di Meeren" (o come diavolo si chiama) di Martin è puramente volontario e premeditato... In effetti ricordavo anch'io di aver letto sta cosa. Brook non è uno di quelli che scrivono a "flusso di coscenza", così come viene. Ricordo che citava proprio King, parlandone, e che lo invidiava per questa sua caratteristica (di scrivere senza pianificare). Certo, se come dici, i libri di King possono soffrire di "finale affrettato", allora preferisco di gran lunga la pianificazione Brooksiana. Mi viene da pensare, a questo punto: non che Terry abbia voluto tentare di seguire questa seconda strada? Certo, è molto difficele che uno scirttore, con 30 anni di carriera alle spalle, cambi il suo approccio alla scrittura, ma altrimenti non mi spiego proprio i finali delle ultime tre sue saghe. Come dicevo li ho trovati tutti troppo affrettati e fin troppo semplicistici, quasi come se fossere dei semplici "espedienti" per concludere le trame, e non dei veri e propri finali; cosa che non sarebbe dovuta succedere se avesse pianificato tutto prima, come dice essere sua abitudine fare. ---- Non esistono armi pericolose, solo uomini pericolosi ----
Robert A. Heinlein - Fanteria dello Spazio |
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